17/05/2003: Aggiornamento sulla situazione dei 4 compagni copiti da provvedimenti restrittivi a seguito dei fatti accaduti durante la manifestazione di Ferrara del 22 febbraio 2003


Nelle settimane precedenti avevamo inviato due comunicati per informare sulle misure restrittive prese nei confronti di quattro compagni unitamente ad altro materiale di analisi critica sulla guerra e sul dissenso portato nelle piazze sotto la bandiera dei pacifismi.
Ora, dopo il rigetto del ricorso al Tribunale della libertà e il successivo rifiuto della Gip di Ferrara di accogliere la richiesta di revoca dei provvedimenti restrittivi, i quattro compagni di Bologna si trovano ancora agli arresti domiciliari differiti. Non sappiamo in effetti come altro definire queste misure cautelari che rappresentano una “novità” assoluta, da quello che ci è dato sapere, di sperimentazione repressiva. Per quanto riguarda Bologna casi del genere non si sono mai verificati e vorremmo capire dai compagni se in altre parti dell’Italia è mai accaduto qualcosa di simile. Ci sembra assolutamente necessario far girare un’informazione precisa su quanto sta succedendo anche perché temiamo che si stia perfezionando un sistema di repressione così subdolo, nel suo sfinente attacco a quel minimo di libertà che ci resta, da non risultare chiaro nemmeno a chi è a conoscenza delle misure. Pensiamo sia bene aver chiaro il carattere dell’intervento repressivo perché potrebbe, una volta fatto passare come possibile, venire applicato in futuro per altre situazioni. Riepiloghiamo per capire meglio. Nell’atto di notifica si legge che la Gip di Ferrara, vista la richiesta del PM di arresti domiciliari per i quattro compagni, dispone le seguenti misure coercitive: obbligo di dimora nel comune di residenza, obbligo giornaliero di firma, divieto di uscire dalle abitazioni dalle 14 alle 19 e reperibilità in ogni momento e luogo della giornata. Si evidenzia subito come ci sia una ridondanza di restrizioni che si sovrappongono tra loro provocando un labirinto inestricabile nel quale diventa impossibile e molto pericoloso muoversi.
L’ultimo dei quattro provvedimenti merita una particolare attenzione. Ogni mattina, al momento della firma o comunque entro le ore 13.00, si devono comunicare tutti gli spostamenti della giornata in modo assolutamente dettagliato indicando ore, luoghi e tempi di spostamento da un posto all’altro. Forse non è possibile, senza sperimentarlo, far mente locale su questo punto ma vale la pena provarci per capire cosa significhi: la sera prima di andare a dormire bisogna pensare a cosa dire agli sbirri il giorno successivo e pure con precisione per non correre il rischio di vedersi accusati di non avere rispettato i provvedimenti con conseguente “peggioramento” della propria posizione (arresto); pensarci bene anche per poter mantenere uno spazio di movimento che consenta ad esempio di incontrare i compagni, di fare una passeggiata, di godere i propri affetti, di fare due soldi, di fare la spesa e via di seguito. La mattina ci si alza per andare come prima cosa in commissariato e vedere come prime facce quelle dei poliziotti, davanti ai quali si rilascia la dichiarazione degli spostamenti della giornata come se ci si ritrovasse di nuovo bambini al cospetto di un temibile padre autoritario. Da quel momento in poi li si avrà alle costole insieme al pensiero costante di essere al posto stabilito nell’ora indicata. Quando si è a casa li si vede arrivare almeno una volta al giorno, ma in certe giornate fortunate anche tre, per il controllo. Quando si è fuori è la digos che entra in scena e può capitare che passi, nei luoghi indicati, anche dieci volte fermando chiunque commetta lo sbaglio di spostarsi dal gruppo. Sì perché dal commissariato tutte le mattine, appena comunicati gli spostamenti, questi vengono trasmessi alla digos (siamo riusciti a sbirciare una nota di servizio interna che lo specificava) che si mette subito al “lavoro”.
Questa non è che una delle tante ricadute dei provvedimenti e consente di agire un ulteriore controllo sui compagni, sui loro movimenti e su chi li frequenta, ben più pressante del solito e ancora più sfacciato.
Quando poi si arriva a casa per la notte, ed eventualmente dopo un’ulteriore visita che verifichi che si è tornati all’ora dichiarata, si va a letto programmando la giornata successiva. Insomma la compagnia dei birri non ti lascia mai e quasi si finisce per avere la mente occupata solo da loro. Per quanto poi si cerchi di essere precisi non si è mai al sicuro da possibili ulteriori bastardate da parte degli sbirri, data l’assoluta impossibilità di rispettare provvedimenti così assurdi e insidiosi.
Ancora c’è da specificare che le misure in questione, sebbene abbiano indubbiamente carattere punitivo e, per la sovrabbondanza di prescrizioni, risultino molto simili a dei semi-arresti domiciliari, non sono omologabili alla detenzione e quindi non verranno conteggiate come sconto di una eventuale pena.
Da un punto di vista tecnico si stanno valutando con l’avvocato i diversi aspetti della questione anche sulla costituzionalità delle misure adottate, ma quello che ci preme è farle conoscere e non passarle sotto silenzio. Il rischio c’è perché, non essendo in presenza di un arresto, viene pure a mancare la mobilitazione contro una repressione che, sotto la maschera del provvedimento democratico, pretende di presentarsi come più umano.
A Bologna insieme ad altre realtà che erano presenti a Ferrara abbiamo indetto un’assemblea pubblica, in Aprile dopo le notifiche, su Violenza sociale e Movimenti pacifisti che è stata notevolmente partecipata. Abbiamo intenzione di continuare su questa strada perché ci sembra più interessante e importante affrontare le questioni, legate alla repressione e allo stato delle cose, in una discussione che sia collettiva piuttosto che incontrarci in un qualche presidio (questa volta non si saprebbe nemmeno dove organizzarlo) senza avere il tempo e lo spazio per confrontarci sul da fare.
Sono in programma, per le prossime settimane, una serie di incontri tra i quali uno dedicato all’Algeria. Vi comunicheremo al più presto le date precise.

A.C.R.A.T.I.
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