08/05/2003: Cominicato di Marco Pierattini (Caciucco)


IL 9 aprile, a Roma, il coerente presidente del tribunale di sorveglianza militare, Fabrizio Fabretti, ha deciso che un anarchico resta pur sempre un anarchico e non gli si possono accordare benefici di legge, neanche se in carcere ha una condotta regolare, neanche se la sua famiglia naviga in cattive acque e richiede a gran voce l'aiuto dell'unico figlio.
Per chi mi conoscesse poco, ci tengo a precisare che dalla giustizia di una stato non mi aspetto niente, desiderando al più presto la soppressione di tutti gli stati e mettendo in gioco la mia unica vita per l'esaudimento di questo desiderio. Mi sono prestato alla messinscena dell'istanza e dell'udienza poichè non ci ho perso niente, semmai ci hanno perso dei soldi i miei genitori, che amo tanto e che hanno pregato per farmi camminare sull'infido sentiero legale, nonostante li avessi preavvisati dell'inutilità della cosa, per salutare qualche compagno, qualche compagna, e per far compagnia ai miei amici disertori, anch'essi a giudizio quella mattina.
A questi ultimi l'udienza è andata bene, hanno lasciato il carcere la sera stessa. Le costose udienze che i detenuti e le loro famiglie devono sopportare, permettono di scontare la pena militare in affidamento al reparto militare, sotto l'occhio dei servizi sociali, agli arresti domiciliari, a meno che non sei anarchico o ti dimostri ribelle dentro la gabbia. Se nel periodo d'osservazione (circa un mese) si viene riformati, vi è il trasferimento al carcere civile, dove si finisce di scontare la pena o,
attraverso altre costose udienze, accettati ad altre forme di espiazione.
Tant'è, il mio fine pena continua ad essere il 22 luglio, giorno in cui smetterò di occuparmi da dentro di qesta unica struttura sul territorio nazionale. Fino ad allora resto a disposizione per qualunque informazione sia in grado di fornire, e come referente nei rapporti colla popolazione detenuta.Ringrazio i regi carabinieri per la cura colla quale si occupano della mia corrispondenza d'amore e solidarietà, io non riesco a fare altrettanto, le mie forze da sole faticano a contenere l'immensa ondata. IL giorno in cui ci impossesseremo dei palazzi dello stato, prima di bruciarli, riprenderò ciò che mi appartiene, tanto puntigliosamente custodito.
Ricambio il saluto anche da parte digli altri 3 disertori, ai calorosi che si sono spinti fin quasi dentro il blindato il 9 aprile, fuori dal tribunale, per esprimerci il loro meraviglioso: "TUTTI LIBERI"
Tutto il mio amore alla società fuori legge. M.P.
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