06/05/2003: Agli operai della Valle del Sacco
Operai, in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un imbarbarimento delle nostre già precarie condizioni di vita e di lavoro. Aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro dove il mercato tira (Breed, Bag, Marangoni, Augusta ecc); altrimenti ricorso massiccio alla cassa integrazione(Apco, Valeo, Videocolor, Componenti, Alstom, Lepetit ecc.),
L'introduzione di contratti interinali, a termine, di formazione lavoro e le cooperative hanno come unico scopo l'aumento dello sfruttamento degli operai per incrementare il profitto dei padroni. Queste misure antioperaie sono state introdotte dal governo di centrosinistra, Rifondazione Comunista inclusa (Pacchetto Treu).
Il governo Berlusconi sta completando l'opera.
Quando si tratta di aumentare lo sfruttamento nelle fabbriche sembra che qualsiasi opposizione sparisca.
OCCUPAZIONE
Escludendo il polo industriale di Colleferro, l'industrializzazione della Valle del Sacco è iniziata nei primi anni '60. Centinaia di miliardi furono regalati ai padroni dalla Cassa per il Mezzogiorno, per incentivare gli insediamenti industriali soprattutto del settore chimico.
Nel 2000, con la fine della Cassa per il Mezzogiorno, abbiamo assistito ad una miriade di serrate che hanno lasciato nel lastrico centinaia di famiglie.
Linostar, Rotostar Arcese, Scala, Schlumberger, Rhodia, Winchester Browning, per nominarne alcune.
La Schlumberger è un caso emblematico di come gli operai siano stati presi in giro da padroni, sindacalisti venduti e istituzioni. Nel 1998 gli operai Schlumberger, dietro la pressione di sindacalisti e padroni si ridussero lo stipendio di circa 180 euro al mese, soldi che dovevano servire al riadeguamento tecnologico dei vecchi macchinari.
Fu firmato un accordo da padroni e sindacalisti. Due anni dopo chiuse per scarsa competitività degli impianti..
Che fine hanno fatto i sindacalisti venduti che firmarono l'accordo truffa?
Alla Rhodia di Paliano gli operai dopo essere stati spremuti e avvelenati per anni, si sono ritrovati in mezzo ad una strada. Anche qui gli accordi (Sindacati/padroni/governo) avevano promesso un nuovo compratore. Gli operai hanno affidato 13.000 euro a questo progetto. Il nuovo compratore è fallito!
Che fine hanno fatto i nostri soldi? Che dicono istituzioni e sindacalisti corrotti che avevano fatto da garanti?
SALARI E SALUTE
I governi cambiano ma le menzogne restano. L'inflazione secondo il governo sarebbe al 2,5%.
L'entrata dell'euro ha praticamente dimezzato il potere di acquisto dei salari. Le richieste di aumenti avanzate dai sindacati (max 9%)diventano ridicole di fronte a questo dato.
Il salario garantisce sempre meno un tenore di vita dignitoso per noi e le nostre famiglie.
I contratti di formazione lavoro, a tempo determinato e in affitto e le cooperative hanno aumentato sia il livello di sfruttamento che la ricattabilità e la divisione all'interno delle fabbriche. Il rinnovo di un contratto dipende sempre di più dal grado di sottomissione al caporeparto e dalle esigenze congiunturali.
Quelle che sembravano conquiste consolidate vengono cancellate dalla necessità dei padroni di garantirsi i profitti .
I prodotti chimici usati si aggiungono alla consunzione da fatica che noi operai subiamo in fabbrica.
Al posto di amianto, cloruro di vinile ecc. che tanti operai hanno ammazzato nel passato ci ritroviamo altre micidiali sostanze: ammine aromatiche, polimeri, PVC, fibre di roccia, bituminosi e poliuretani, cromo ecc..
L'Italia è al primo posto in Europa per il numero di operai morti in incidenti sul lavoro.
O la salute o il lavoro questa è l'alternativa che padroni e sindacalisti venduti ci mettono di fronte.
Morire di fame o di malattia professionale!
Operai tocca a noi andare oltre questa condizione di silenzio e sottomissione che ingrassa i padroni e i loro servi mentre porta noi alla rovina!
Senza delegare più a nessuno il controllo e la gestione della nostra sorte dobbiamo dotarci di strumenti che ci consentano di capire cosa è meglio per noi.
Perciò, dove è possibile usare a nostro favore le strutture sindacali, costituire comitati di fabbrica per la salute. Anche il singolo operaio che si ribella al terrore instaurato dai capetti se vuole resistere deve mettersi in contatto con altri operai ribelli della sua o di altre fabbriche.
Operai se rimaniamo divisi e isolati prima o poi il padrone ci schiaccerà, la nostra forza sta nel collegarci reparto per reparto fabbrica per fabbrica. Il "Circolo Operaio Valle del Sacco" non vuole essere l'ennesimo sindacatino, ma una forma indipendente di collegamento della resistenza tra gli operai combattivi che non intendono arrendersi all'arroganza dei padroni.
CIRCOLO OPERAIO VALLE DEL SACCO
scrivere a Corso Vittorio E.,7- 00033 Cave (Roma) e.mail iskraria@libero.it Aprile 2003 fip
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http://www.autprol.org/