26/04/2003: Sul corteo di roma del 25 aprile


I sionisti abbandonano "sdegnati" la piazza di Roma...un successo per tutti gli antimperialisti!

Alcuni gruppi sionisti presenti questa mattina a Roma al Campidoglio hanno abbandonato la piazza "sdegnati" poichè un gruppo è giunto in piazza sventolando le bandiere della Palestina e cantando "Israele prima della lista". Questo riferisce il telegionale nazionale di Rai3 delle ore 14.

E' giusto precisare a tutti i compagni che, oltre alle bandiere palestinesi, il nostro striscione portato in piazza recitava "Dai Gap al popolo arabo, contro l'imperialismo la resistenza continua!" e che la canzone citata è quella "chi semina terrore è il vero terrorista, USA ed Israele i primi della lista!".
Aldilà degli slogan e dello striscione, ambedue doverosi a nostro avviso, ciò che merita una menzione è l'ennesimo tentativo di annacquare il significato storico della Resistenza antifascista ed il suo legame diretto con la Resistenza antimperialista ed antisionista dell'oggi.

Dopo le aspre polemiche per la caratterizzazione troppo "filo-palestinese" delle manifestazioni del 25 aprile dell'anno scorso, polemica fomentata sempre dagli stessi gruppi di pressione filo-israeliani, se anche quest'anno i filo-imperialisti ed i sionisti presenti nelle piazze hanno trovato una significativa ostilità nelle parole e nelle bandiere dei compagni, ed hanno dovuto abbandonare la piazza, questo è da considerarsi un piccolo ma significativo successo per tutti coloro che si vogliono opporre fermamente alla guerra imperialista permanente ed alle politiche di sfruttamento e repressione dei governi capitalisti nei nostri paesi.

Questo "abbandono" della piazza non è uno "strappo da ricucire" e non ha niente a che vedere con gli aspetti "religiosi" del problema, come qualcuno va irresponsabilmente dicendo, ma esplicita semplicemente una verità che ipocritamente si cerca di celare: non c'è nessuna simmetria possibile tra gli occupanti colonialisti imperialisti e sionisti ed i popoli arabi che resistono.
Nessuna equidistanza è possbile tra oppressi ed oppressori, questo ci hanno insegnato i combattenti partigiani impugnando le armi contro i fascisti ed i nazisti!
Caratterizzare le nostre piazze con gli slogan antimperialisti ed antisionisti non è un crimine ma da un significato politico più alto a manifestazioni che altrimenti, a nostro avviso, rischiano di rimanere "incolori" e poco combattive a dispetto della gravità del momento.


i compagni e le compagne dell'Assemblea Nazionale Anticapitalista

Roma 25 aprile 2003

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