14/04/2003: Non è un caso
Non solo esprimiamo tutta la solidarieta' al corteo contro la guerra e antifascista di torino cosi' selvaggiamente caricato dalla polizia, e sottoposto alla provocazione delle squadraccie fasciste di Forza Nuova, ma non possiamo fare a meno di notare che le cariche hanno coinciso con un eccezionale partecipazione delle comunita' immigrate e arabe torinesi alla manifestazione.
Non e' un caso! Che la polizia abbia scatenato una dura repressione proprio nel giorno in cui uomini, donne e giovani immigrati prendevano parte ad un corteo nowar formando uno spezzone di ben 5000 manifestanti.Non e' un caso! Che al primo tentivo di riprendere parola e protagonismo da parte di un soggetto sociale massacrato dalla repressione quotidiana, i lor signori abbiano deciso di lanciarsi in una feroce aggressione che vorrebbe zittire e riallacciare le catene ai polsi che per un giorno
gli\le immigrat* della citta' erano riusciti a spezzare. Non e' un caso! E lo diciamo con determinazione!
La legge bossi-fini, nella situazione odierna sta funzionando come AGGRESSIONE PREVENTIVA ai danni degli immigrati. I cortei nowar, tranne in alcuni casi, non hanno visto quella partecipazione di massa da parte dei giovani e delle donne immigrat* che negli appuntamenti passati era riuscita a spezzare dinamiche di autorappresentazione e di semplice testimonianza, portando nelle strade le ragioni reali e le pratiche sociali del conflitto.Precarieta', imperialismo e controllo sociale venivano smascherati nei nostri territori a forza di "INTIFADA PURE QUA!".Oggi mentre comunichiamo rabbia contro l' aggressione dell' esercito USA agli uomini e alle donne irakene e mentre tentiamo di infilare granelli di sabbia nella macchina di guerra imperialista non sentiamo il calore ribelle di quelle parole: le metropoli, qui in italia, nell' Europa di Schengen, sono divenute sempre piu' campi di internamento a cielo aperto, per noi che ci viviamo da sempre e con perversa crudelta' per chi e' scappato dalla propria casa, per chi lascia le proprie terre tentando di vivere dignitosamente altrove.La legge bossi-fini vuole le catene ai polsi, la legge bossi-fini, esplosione di un razzismo istituzionale decisamente mal celato dai passati governi di "sinistra", ha istituito e messo a regime un nuovo esercito di schiavi.
Cosi' nel resto del pianeta! A legittimare questa nuova offensiva del capitale, che si gioca nella riorganizzazione della societa' in tutto il mondo e' bastato il sangue dell' 11 settembre:con il terrorism act l'operazione schiavitu' infinita e' divenuta legge generalizzata a tutte le metropoli occidentali, ogni atto di ribellione, di messa in discussione dell' esistente da parte del soggetto immigrato puo' divenire facilmente una questione da risolvere in tribunale, ovvero un frammento di conflitto da rinchiudere nelle carceri, o impacchettare nei lager etnici, e rispedire al mittente lungo le vie delle neo-deportazioni.Dalla segregazione metropolitana nei ghetti, e dalla costituzione di quartieri fortificati (reale urbanizzazione della divisione di classe) alle carceri di stato e alle pratiche di internamento ed espulsione, il passo non e' mai stato cosi' breve! Stessa sorte per quei movimenti politici che tentano percorsi di liberazione dal dominio capitalistico o che in questa terribile stagione di neocolonialismo lottano per l' autodeterminazione, qui in Europa come nel resto del mondo.Siamo convinti che il movimento contro la guerra e contro il nuovo dominio
americano sul pianeta debba avere la capacita' di uscire da questa fase di semplice testimonianza di indignazione per allacciarsi a tutti quei sogetti sociali che conosco fin troppo bene il senso della "guerra infinita", quei soggetti che le dinamiche di controllo, repressione e sfruttamento messe in atto e ristrutturate nel post 11 settembre le assaggiano quotidianamente sulla loro pelle. Riprendere da qui l'iniziativa: tentare di FARE SPAZIO tra una quieta e quanto mai ideale indignazione e la tendenza all'autorappresentazione di se stessi, per creare spazi di autonomia sociale dove tutto il peso dei rapporti sociali in via di ristrutturazione possano esplodere in una carica di liberazione ribelle.Questi soggetti devono prendere parola e protagonismo!
FACCIAMO SPAZIO!!! Ma facciamolo per bene! Come compagne e compagni di outofcontroll siamo impegnati da tempo nella denuncia, e sulla ricerc-a-zione approposito di controllo sociale e repressione, siamo convinti che in questa fase sia decisivo per il movimento acquisire conoscenze capaci di restituire densita' politica e di iniziativa alla frase "guerra infinita". Per questo nella ricerca continueremo ad evolvere una produzione di saperi adeguati all' autodifesa dal controllo e della repressione: CONTROCONOSCENZA E' CONTROPOTERE!
FACCIAMO SPAZIO! Ma facciamolo sul serio! Radicare nei territori le ragioni della lotta antimperialista contro il nuovo ordine mondiale, inseguire il potere nella metropoli, nelle nostre strade, sui nostri corpi, per spezzare le catene che ci costringono nella produzione di morte e avere la capacita' di conquistare spazi e tempi autonomi, liberati, dove poter connettere lotte e soggettivita', QUI ED ORA! Significa lottare per l' abolizione dei lager etnici e per i luoghi di internamento, producendo dal basso degli
strumenti di supporto attivo all' immigrazione autonoma, per la liberta' di movimento, comunicazione e installazione.E ancora fare dei confini metropolitani e di frontiera, del nazionalismo in tutte le sue espressioni (mai estirpata radice del patriottismo, fascismo e razzismo) TERRA BRUCIATA, su cui riaprire pratiche di autogestione e di ridefinizione della propria identita' non piu' su basi etniche, religiose o culturali, ma sul terreno reale del conflitto di classe.
NO-BORDER NO-NATION NO-PRISON
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