01/12/2016: Curarsi è sempre più difficile... figuratevi in carcere!


CURARSI E' SEMPRE PIU' DIFFICILE …FIGURATEVI IN CARCERE!

Oggi siamo qui per dare voce, forza alla protesta dei detenuti nel carcere di Opera (dove sono concentrati oltre 1.200 prigionieri, di cui un centinaio nel padiglione riservato a chi sottoposto al regime 41bis) contro le condizioni di prigionia, comprese quelle sanitarie, in crescente peggioramento.
Responsabili di questa situazione sono la direzione del carcere e l’ospedale S. Paolo - che ha nelle sue mani il centro clinico dentro il carcere e i reparti per prigionieri, compreso quello riservato al 41bis ricavati nell’ospedale. Il reparto 41bis è stato costruito nel 2011 a danno di altri servizi importanti per la salute pubblica e ha portato con sé anche una militarizzazione che condiziona la libertà di movimento, di lavoro, del personale sanitario, della gente che viene in ospedale per essere vicina alle persone ricoverate.
I tagli finanziari che hanno colpito il Sistema Sanitario Nazionale, comportano: la riduzione dei posti letto, l’impossibilità dei medici di prescrivere esami, la privatizzazione delle prestazioni, con relativo aumento dei ticket; i tagli delle risorse ai Comuni, fino a compromettere i servizi medici territoriali (per esempio, chiusura del SERT); l’aumento dell’orario di lavoro del personale, da 36 a 38 ore settimanali (oltre agli straordinari ormai inevitabili per la cronica carenza degli organici). Il ‘diritto alla salute’ in generale risulta gravemente colpito, come sottolinea con scioperi, manifestazioni chi negli ospedali ci lavora.
Anche nelle carceri, è chiaro, i tagli alla sanità comportano un peggioramento, come scrivono dal carcere di Opera: “Qui ci negano il diritto alla salute e per un semplice Aulin o Tachipirina dobbiamo chiederne la prescrizione medica (prima di ammalarci), senza contare i lunghi mesi di attesa per visite specialistiche a persone gravemente ammalate e con gravi patologie tutto questo è inaccettabile.” In una lettera successiva, descrivono che: “C’è un ragazzo che sta morendo, è malato di cirrosi epatica-AIDS: è alto 1,88 e ora pesa solo 52 kg. La mattina e la sera ci preoccupiamo noi se è vivo e a dargli da mangiare. Oltre a lui, che ora sta morendo, ci sono altri ragazzi. Tutta la sezione non gli fa mancare niente ma le guardie vorrebbero spezzare la solidarietà.”
La situazione nel reparto ospedaliero riservato ai detenuti ammalati del regime 41bis è ancor più grave, come ci ricorda uno che c’è passato: “L’area sanitaria era da brividi e sotto le direttive dei GOM (Gruppo Operativo Mobile, gruppo paramilitare delle guardie carcerarie), i dottori non facevano niente per timore di questi signori.” I prigionieri in 41bis vengono trasferiti in ospedale quando si trovano nello stadio terminale della malattia. In concreto, qui viene semplicemente registrata la loro imminente morte. Appunto: il 41bis è tortura e morte, una quotidianità composta di privazioni, compresa la lettura dei libri, restrizioni che nel tempo, con forme e nomi diverse, sono state applicate anche nelle altre sezioni.
Contro questa realtà a Opera, dall’inizio dell’anno, ha preso vita una mobilitazione iniziata nel 1° Padiglione in cui sono state raccolte oltre 100 firme a sostegno di precise richieste, riportate sul retro di questo volantino. La direzione ha risposto con un dispiegato utilizzo dell’art. 14bis, cioè l’isolamento, con la censura e le aggressioni fisiche. Allo stesso tempo vengono colpiti anche i famigliari che si recano a colloquio, come racconta in una lettera un detenuto: “…hanno spogliato nudo mio figlio, levandogli il pannolino e lasciandolo nudo su un tavolo tutto sporco, e dicendo a mia moglie che, se non gli stava bene ‘di non venire ai colloqui’ o, ‘di non portare qua suo figlio.”
Contro 41bis - 14bis! Contro ogni tortura!
Per cure sanitarie dedicate – anche in carcere – alla prevenzione e riabilitazione effettive!

Milano, dicembre 2016
Associazione Ampi Orizzonti CP 10241 – 20122 Milano
www.autprol.org/olga – olga2005@autistici.org

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“Dalla Caienna di Opera”

Noi sottoscritti detenuti di Opera del 1° Padiglione Sezioni A-B-C quarto piano, con la seguente vogliamo rendere pubblica ogni violazione sui diritti dei detenuti a cui siamo sottoposti attraverso abusi-umiliazioni-ricatti e falsi rapporti.
Chiediamo che:
1. ci venga dato il diritto di avere una commissione di detenuti per il controllo del vitto come previsto dagli art. 12 e 27 o.p. (ordinamento penitenziario) perché oltre questo non vengono rispettate le tabelle ipocaloriche e la maggior parte dei detenuti sono costretti allo sciopero della fame forzato e il vitto da anni è sempre uguale;
chiediamo che:
2. ci sia garantito il diritto alla salute così come sancito dall’art. 32 stabilito dalla Costituzione della Repubblica italiana per la tutela e il diritto alla salute dell’individuo e della collettività. Qui ci negano il diritto alla salute e per un semplice Aulin o Tachipirina dobbiamo chiederne la prescrizione medica (prima di ammalarci), senza contare i lunghi mesi di attesa per visite specialistiche a persone gravemente ammalate e con gravi patologie tutto questo è inaccettabile;
chiediamo che:
3. noi detenuti del 1° Padiglione di avere il diritto di usufruire dei colloqui estivi all’aria aperta come il 2° Padiglione perché tutti i bambini e famigliari sono uguali e invece la direzione usa i colloqui estivi come un’arma di “premio-ricatto”;
chiediamo che :
4. venga abolito l’art. 41 bis o.p. dove il seguente articolo dice che: si richiede l’impiego della forza fisica e dei mezzi di coercizione verso i detenuti. Questo ignobile articolo giustifica e rende impuniti abusi-violenze e pestaggi sia a Opera che in tutti i penitenziari italiani;
chiediamo che:
5. la direzione la finisca di non concedere l’uso dell’ascensore ai lavoranti spesini-portavitto e costringerli (come schiavi) a trasportare centinaia di kili per le scale sino al 4° piano dato che veniamo pagati con 60 miseri euro mensili.
Per concludere:
abbiamo mille ragioni per rappresentare e scrivere il trattamento discriminatorio e disumano a cui siamo sottoposti al 1° Padiglione. Questo nostro comunicato vuole essere solo l’inizio di una serie di iniziative volte ad ottenere i nostri diritti e il ripristino di quel trattamento che non cade in condizioni disumane e degradanti come quello attuale.

In fede i detenuti
(la lettera, di fine febbraio 2016, era firmata da 128 detenuti delle sezioni A-B-C del carcere di Opera).


olga2005@autistici.org

http://www.autprol.org/
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