13/03/2010: Internet: Nuova boccata d'ossigeno per l'egemonia degli Stati Uniti
Internet è nato negli Stati Uniti. Nel 1969, l'Advanced Research Projects Agency (Agenzia per Progetti di Ricerca Avanzati - ARPA) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha sperimentato il primo PSN al mondo (rete di commutazione a pacchetto) per collegare quattro università degli Stati Uniti. Il mondo ha visto una notevole espansione delle dimensioni e del numero di utenti di Internet tra la fine degli anni 1970 e i primi anni del 1980. Nel settembre del 1989, l'Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN) è stata fondata con una sovvenzione da parte del Dipartimento del Commercio statunitense per amministrare i root server Internet. Negli ultimi 40 anni, gli Stati Uniti, con il vantaggio di essere il luogo di nascita della tecnologia, hanno dominato Internet in tutto il mondo.
Ci sono 13 root server nel mondo che tengono in funzione Internet, con un server master e nove dei 12 server secondari situati negli Stati Uniti. Dal punto di vista tecnico, la rete di un paese scomparirebbe da Internet, se il nome del suo dominio registrato venisse bloccato o eliminato dal terminal server. Questo tipo di condotta non dipende dalla legge di alcun paese, ma è prerogativa di ICANN. Nell'aprile 2004, la Libia è sparita da Internet per tre giorni dopo l’annullamento del nome di dominio "LY" in seguito a una controversia sull’amministrazione del dominio.
Preoccupazioni circa il monopolio degli Stati Uniti del sistema DNS (Domain Name Server) sono cresciute tra le altre nazioni parallelamente alla loro dipendenza da Internet per le questioni che vanno dalla politica e l'economia alla difesa e la società in generale. Anni fa è stato proposto che Internet venisse amministrato dalle Nazioni Unite o nell'ambito della cooperazione internazionale. L'Unione Europea ha insistito sul fatto che il World Wide Web fosse una risorsa internazionale da gestire congiuntamente da tutte le nazioni. Alcuni paesi in via di sviluppo hanno sottolineato che nella fase iniziale dell'evoluzione di Internet, i paesi sviluppati avevano accaparrato grandi quantità di nomi di dominio lasciandone pochi a loro, e hanno insistito sulla condivisione con gli Stati Uniti dell'amministrazione di Internet. Il governo statunitense era contrario alla proposta.
Il numero di marzo 2005 dell'US Defense Strategy Review ha affermato che lo spazio Internet dovrebbe avere la stessa priorità delle giurisdizioni continentali, marine, e dello spaziali, in modo che gli Stati Uniti mantenessero il loro vantaggio. Una dichiarazione da Washington il 30 giugno 2005, ha chiarito che il governo degli Stati Uniti avrebbe mantenuto il controllo su DNS per sempre, precisando che il trasferimento della gestione alle Nazioni Unite o l’uso di modelli di cooperazione internazionale avrebbero ostacolato il libero flusso di informazioni e portato a facili manipolazioni di Internet e quindi reso più difficile la sorveglianza globale.
Nel tentativo di contrastare il Vertice Mondiale sulla Società dell'Informazione tenutosi a Tunisi nel novembre 2005, l'allora Segretario di Stato USA Condoleezza Rice aveva scritto al Ministro degli Esteri britannico, all’epoca Presidente dell'Unione Europea, che il suo governo a Washington sosteneva l'amministrazione e il coordinamento di Internet da parte dell'ICANN (una presunta ONG che è in realtà un’organizzazione quasi governativa legata al Dipartimento del Commercio statunitense). Secondo Rice, la gestione da parte delle imprese private avrebbe garantito la sicurezza e la stabilità di Internet, mentre la scelta alternativa di un meccanismo intergovernativo sarebbe stato un ostacolo allo sviluppo della Rete. Allo stesso tempo, il Congresso USA aveva approvato una legge votata all'unanimità sollecitando un atto da parte della Casa Bianca affinché il controllo statunitense di Internet fosse garantito. Il deputato John Taylor Doolittle, un Repubblicano della California, ha dichiarato che gli Stati Uniti avevano inventato Internet e l’ha descritto come un dono al mondo reso possibile con il denaro dei contribuenti statunitensi. Si è anche dichiarato contrario a qualsiasi tentativo di trasferire il controllo esercitato dagli Stati Uniti alle Nazioni Unite.
Il controllo di Internet ha un ruolo strategico per gli Stati Uniti. Usando Internet, gli Stati Uniti possono intercettare informazioni attraverso la rete, esportare le idee e i valori statunitensi, sostenere una "Rivoluzione Colorata", appoggiare gli oppositori dei governi anti-USA, interferire negli affari interni di altri paesi ed effettuare attacchi proattivi contro le reti di comunicazione e di direzione dei loro nemici. James-Adams, un noto esperto militare, ha scritto nel suo libro intitolato "La Prossima Guerra Mondiale" queste parole: "Il computer è l'arma della guerra del futuro e non c'è una linea reale di un fronte, come nella battaglia tradizionale; il byte prenderà il posto del proiettile per ottenere il controllo."
Le imprese statunitensi si preparano per assicurarsi il futuro controllo delle informazioni a livello mondiale, sotto la direzione del governo degli Stati Uniti. Già nel 2002, un complotto spionistico della CIA attraverso Internet è stato divulgato dai media britannici, sostenendo che la CIA aveva cercato di rubare informazioni da colossi societari, banche, organi governativi e organizzazioni in tutto il mondo. Sotto la copertura di un’impresa privata high-tech, la CIA ha collaborato con una società che sviluppava software nella Silicon Valley per progettare dei “software bug" per sottrarre informazioni via Internet. Il software spia, in grado di legarsi con software normale, si installava automaticamente non appena un utente iniziava a utilizzare il software normale.
In un articolo pubblicato nel dicembre 2005, il New York Times ha rivelato che la CIA aveva collaborato con le imprese di telecomunicazione statunitensi per inventare un programma per computer in grado di intercettare le comunicazioni via Internet. La Columbia Broadcasting System (CBS TV) ha dichiarato l'11 gennaio 2006 che la CIA aveva fondato un istituto speciale per l'intercettazione di informazioni provenienti da altri paesi utilizzando strumenti ad alta tecnologia. Il responsabile di questo istituto ha detto in un'intervista alla CBS che la CIA aveva ottenuto una grande quantità di informazioni di notevole importanza. Nonostante l'Iran avesse cercato di nascondere la sua ricerca nucleare e le attività di sviluppo, la CIA aveva trovato dei modi di ottenere informazioni di prima mano e anche foto della produzione di armi nucleari. L'adozione della tecnologia di intercettazione ha aiutato la CIA a entrare nel circuito della sperimentazione nucleare segreta in Iran dopo l'esecuzione di un informatore della CIA. Egli ha aggiunto che la CIA non aveva mai smesso il suo controllo di vigilanza sull'Iran dopo l'adozione di Internet e che aveva costruito tre archivi di nastri per conservare le informazioni raccolte.
Secondo le parole del New York Times , i siti di social networking, una delle attività preferite dagli utenti di Internet nel 21° secolo, hanno svolto un ruolo importante nelle proteste in Giorgia, in Egitto e Islanda. La fallita "rivoluzione colorata" in Moldova dell'aprile 2009 è stata anche chiamata "twitter revolution" a causa del coinvolgimento di Twitter, un sito statunitense di social networking. Alcune persone che lavorano al Soros Open Society Institute negli Stati Uniti hanno il compito di promuovere il cosiddetto "movimento democratico" in una "società chiusa". L'Iran è precipitato in una situazione turbolenta dopo le elezioni nel giugno 2009, perché il partito di opposizione stava diffondendo messaggi falsi, sfogando il loro malcontento e organizzando delle proteste attraverso siti di social networking come YouTube e Twitter. Il governo degli Stati Uniti ha reputato questo strumento così efficace contro l'Iran che ha persino chiesto a Twitter di rinviare la data di manutenzione ordinaria del 15 giugno, dicendo: "L'Iran è in un momento decisivo e Twitter sta giocando un ruolo fondamentale. Non potete lasciare funzionare il sito come al solito?" Il fondatore di Twitter si sentiva felice di vedere che il sito era diventato "uno strumento politico" del governo degli Stati Uniti.
Secondo il Segretario alla Difesa USA Robert Gates, Twitter e altri siti di social networking sono "risorse strategiche di grande importanza", perché "queste nuove tecnologie rendono più difficile per il 'regimi dittatoriali' controllare l'informazione". Secondo un ex funzionario dei servizi segreti, l'incanalamento della ideologia via Internet è molto più facile che l'invio di spie o il reclutamento e formazione di agenti locali che si identificano con l'ideologia degli Stati Uniti. E’ probabile che la presa di posizione del governo degli Stati Uniti nel giugno del 2009 - quando ha contrastato la decisione del governo cinese di installare il software di filtraggio “Green Dam” e ha messo il governo cinese sotto pressione per aver interferito con la libertà di comunicazione via Internet - sia legata alla sua intenzione di infiltrarsi in Cina.
Secondo un’agenzia di stampa di Hong Kong, la CIA sborsa decine di milioni di dollari ogni anno a "traditori via Internet" che possono infiltrarsi nella rete degli utenti cinesi e diffondere l'ideologia degli Stati Uniti. Questi frequentano i principali forum e portali cinesi. Un sito web chiamato "Wazhe Online" (cinese pinyin) è una missione segreta creata con la collaborazione di istituzioni governative degli Stati Uniti e anche "organizzazioni secessioniste tibetane" all’estero, con il compito di agitare, ingannare, infiltrare e istigare gli utenti di Internet in Cina, diffondendo voci false per promuovere sommosse e raccogliere informazioni via Internet. Un giovane tibetano che in passato ha lavorato con una di queste organizzazioni ha detto che l’organizzazione è un'agenzia online di spionaggio, finanziata dagli Stati Uniti, controllata dagli Stati Uniti e al servizio degli Stati Uniti. In un articolo sul gruppo Ta Kung Pao di Hong Kong, si legge che sono le agenzie di spionaggio statunitensi e giapponesi che assoldano persone estremamente preparate per pubblicare in rete informazioni delicate relative alla politica della Cina.
Il Segretario di Stato degli Stati Uniti Hillary Clinton ha anche dato grande importanza a Internet dopo aver assunto il suo incarico. Clinton ha sostenuto che con i paesi che respingono i media statunitensi la forza di Internet serve, in particolare facendo uso di Facebook, YouTube, Twitter e Flicker per inviare le voci provenienti dagli Stati Uniti.
Nel 2002, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha diramato una direttiva presidenziale sulla sicurezza nazionale (NSPD-16) con lo scopo di istituire la prima forza hacker della storia statunitense (e del mondo). Con i vantaggi della tecnologia, il Dipartimento della Difesa USA (DdD) ha avanzato l'idea di combattere una guerra cibernetica nel 2004. Nell'estate dello stesso anno, Bush ha firmato un documento segreto che ha consentito al DoD di avviare un'aggressione 'cyberwarfare' (cfr: http://it.wikipedia.org/wiki/Cyberwarfare, ndr) contro i computer nemici. All'inizio del 2008, Bush ha permesso ancora una volta che le forze statunitensi potessero sferrare attacchi cibernetici, inizialmente con il proposito di dare al DoD un maggiore potere sulla rete. Ha richiesto di disporre delle forze necessarie per conseguire la capacità di accedere a qualsiasi rete di computer a distanza, sia aperta o chiusa, e quindi di operare occultamente per "sottrarre informazioni" utili a distruggere i sistemi informatici nemici, annientare il loro sistema di comando, e persino controllare le loro reti governative e commerciale. L'Air Force Cyber Command è stato fondato il 18 settembre 2008, con la missione di difendere la propria rete e attaccare quelle degli altri.
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha ripetutamente sottolineato l'importanza di Internet durante la sua campagna elettorale. Ha chiesto ai servizi competenti di valutare la sicurezza della rete statunitense e di prepararsi per l'attuazione dell'egemonia informatica per continuare l'opera di controllo della nuova generazione di Internet Root Servers. Il rapporto di valutazione pubblicato dal governo degli Stati Uniti il 29 maggio 2009, ha detto che le minacce del cyberspazio erano diventate una delle più gravi minacce economiche e militari contro gli Stati Uniti. La relazione ha sottolineato che gli Stati Uniti dovevano dimostrare al mondo che stavano rispondendo alla sfida in modo serio. In questo contesto, Microsoft ha annunciato la chiusura dei servizi di MSN per Cuba, Iran, Siria, Sudan e la RDPC. Ma l'opinione pubblica mondiale ritiene che questa non sia una risposta a un attacco, quanto invece una sanzione.
Secondo un articolo apparso nel New York Times il 31 maggio 2009, quasi tutte le grandi imprese militari - tra cui Northrop Grumman, General Dynamics, Lockheed Martin, e Raytheon - hanno contratti di rete con le agenzie di intelligence delle forze armate statunitensi. Le prime due imprese sono impegnate in una "guerra cibernetica offensiva", che comprende il furto di informazioni sensibili da altri paesi o paralizzando le loro reti con lo sviluppo di strumenti software dopo aver individuato le vulnerabilità nei loro sistemi informatici.
Il 23 giugno 2009, il Dipartimento della Difesa ha annunciato un piano per istituire un Commando Cibernetico USA per assicurare il dominio cibernetico degli Stati Uniti e ottenere un vantaggio in questo campo. Whitman, portavoce del Pentagono, ha dichiarato che l'obiettivo è "concentrato sulla protezione". Solo loro stessi ci credono. E' chiaro che l'obiettivo del nuovo Commando è quello di integrare unità militari high-tech in diverse parti del paese e rafforzare la difesa. Ancora più importante, esso mira a migliorare la capacità offensiva e di lanciare un attacco preventivo cibernetico contro "paesi nemici", se necessario. Per lungo tempo nel passato, il Pentagono ha sottolineato che Internet è parte della guerra ed è un "fronte militare". Prima della prima guerra del Golfo, la CIA aveva piantato un chip "virus" nelle stampanti acquistate da parte dell'Iraq. Hanno attivato il virus utilizzando delle tecnologie di comando a distanza prima di lanciare il loro bombardamento strategico. Il sistema di difesa aerea iracheno fu messo fuori gioco. Secondo la stima dell’esperto militare Joel Harker, che ha studiato il programma hacker dell'esercito degli Stati Uniti per 13 anni, gli Stati Uniti ora impiegano circa 80.000 persone nella guerra cibernetica. In termini di "armi" usate nella guerra informatica, hanno sviluppato più di 2.000 virus che potrebbero essere utilizzati in attacchi informatici come Worm, Trojan, Logic Bombs e virus "backdoor" (cfr: http://it.wikipedia.org/wiki/Trap_door, ndr).
22/01/2010
in www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - linguaggio e comunicazione - 03-02-10 - n. 304
da Chinadaily.com.cn
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
http://www.autprol.org/