30/01/2010: catanzaro: SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI PHONEMEDIA IN LOTTA!
Cronaca mattinata del 7 gennaio 2010.
Siamo arrivati al call center verso le 9.45. Troviamo circa 200 lavoratrici e lavoratori incazzati con l’azienda e solidali con l’okkupazione (cosa inaspettata dagli stessi lavoratori occupanti), una decina di crumiri capeggiati dal loro signorotto cisl-fistel CANINO (scherniti e isolati a dovere dalla maggior parte dei presenti), c’è anche, ovviamente, lo stato maggiore della digos e dei caramba. La giornata è importante, il giorno prima a seguito di mediazioni la catena era stata tolta e i crumiri erano entrati a “beggiare”, cosa che ha fatto incazzare gli occupanti e ha fatto crescere la loro determinazione nel portare avanti una occupazione reale e senza mediazioni, non una specie di pantomima simbolica e inefficace. Dopo poco arrivano i pompieri: è il segnale che si potrebbe procedere al taglio della catena (comunque inutile dato che i cancelli erano barricati molto bene). Gli occupanti scendono nel cortile incordonati e incatenati con in mano una tanichetta e si vanno a posizionare proprio dietro il cancello dicendo che se avessero proceduto allo sgombero si sarebbero dati fuoco. Ci viene chiesto allora di posizionare sul cancello barricato lo striscione di solidarietà che avevamo realizzato poco prima e che tenevamo ben visibile e ci mettiamo anche noi la davanti. Tempo qualche secondo e arrivano poliziotti in borghese che con fare intimidatorio si rivolgono a un lavoratore proprio davanti al cancello chiedendogli i documenti. Noi siamo affianco a lui e subito inizia il teatrino poliziesco “chiamate la scientifica, identifichiamo e facciamo i rilievi di tutti quanti!!” Da notare l’utilizzo di paroloni (scientifica, rilievi… come se fossero appena usciti da una fiction televisiva!!!) nel tentativo di intimidire i meno determinati, quelli con meno esperienze di lotta e noialtri solidali. Qualche momento di tensione verbale quando ci mettono in faccia la loro telecamera, prendono i documenti ad un compagno anarchico dicendo che lo avrebbero portato subito in questura. Noi siamo rimasti fermi davanti al cancello “pensate di intimidirci con questi mezzucci?”. I documenti ritornano e i digossini fanno retro-front, ma non prima di aver provato a intimorire anche gli occupanti “state commettendo un reato, si va sul penale, lo sgombero è obbligatorio da parte nostra, adesso arrivano i pompieri e saremo costretti a sgomberare”. A questo punto un bel gruppo di donne lavoratrici si incatena davanti al cancello, e un altro bel gruppone di lavoratori e lavoratrici si mette davanti a loro a difendere il picchetto. Arriva un furgone di celere che nemmeno prova a schierarsi e dopo poco i pompieri se ne vanno. E’ segno che la tattica è efficace, loro stanno prendendo tempo, la determinazione degli occupanti e dei lavoratori all’esterno li spiazza, continuiamo a occupare e resistere e si applaude in segno di vittoria. Nessun crumiro riesce ad avvicinarsi all’entrata. Si va avanti così per tutta la mattinata fra cori e “ribbeddhu”.
Alla fine arriva il commissario che, al contrario di prima, quando si era posto con tono intimidatorio, inizia a fare buon viso agli occupanti dicendo che per lui “personalmente” non si stava facendo nulla di male ma ammonendo che nel momento in cui i proprietari lo richiederanno, loro arriveranno con tutte le loro forze a fare lo sgombero ma… “con ambulanze e assistenti sociali in quantità…” (IL BASTONE E LA CAROTA?).
Nel primo pomeriggio la polizia se ne va e il presidio/picchetto di lavoratori incazzati e altri solidali si scioglie piano piano. Insomma, per oggi forze dell’ordine e crumiri hanno dovuto fare dietro-front. Non sono passati! Il call center è occupato e a decidere sono i lavoratori e le lavoratrici che hanno alzato la testa dimostrando dignità e coraggio!!! Certo, non è stata vinta la guerra, ma un primo passo verso una lotta determinata e concreta è stato fatto, la prima piccola battaglia è stata vinta. Ora si tratta di resistere e lottare fino a che non si vedranno risultati reali.
collettivo riscossa
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Cronaca corteo e blocchi del 20 gennaio 2010.
Arriviamo in piazza verso le 8.45. Ancora poca gente, il presidio era convocato per le 9. Piano piano la parte superiore di piazza Matteotti inizia a riempirsi di lavoratrici e lavoratori del call center. Vengono appesi striscioni, gridati slogan, e noi del collettivo Riscossa appendiamo il nostro striscione alla scala della piazza. Verso le 10, quando il presidio si era già ingrossato, ci si muove spontaneamente in corteo verso il corso cittadino (cosa assolutamente vietata dato l’accordo-pacco sui cortei in città siglato tra cisl-uil-ugl locali e le autorità). Si va sul corso in direzione del Palazzo Alemanno, sede della presidenza della giunta regionale. Una volta arrivati ad assediare Palazzo Alemanno girano diverse voci, chi dice che Loiero sia la dentro barricato, chi dice che sia a Roma. In assenza di notizie certe e data la volontà di continuare a far casino, il corteo spontaneo continua. Si imbocca la rotatoria e ci si dirige verso il ponte Morandi bloccando i tratti di strada percorsa e mandando in tilt il traffico cittadino. Dopo due ore di blocco sul ponte torniamo indietro rallentando il traffico. E’ proprio in questo frangente che avviene una pesante provocazione da parte della polizia. Un digossino prova ad acchiappare dalle spalle un compagno che formava il cordone di chiusura dicendo in maniera abbastanza nervosa “tu ora vieni con noi”. Un po di tensione e qualche spintone ma il compagno rimane nel corteo. Ritornati nel centro cittadino, in piazza Matteotti, si blocca il traffico a singhiozzo ancora per una mezzoretta, dopodiché, verso le 13:30 autonomamente e in maniera tranquilla, ci sciogliamo e la mattinata di lotta si conclude. Fra i cori più cantati: (e st'annu vi vota u cazzu = e quest'anno vi vota il cazzo) (se-non-cambierà/bloccheremo-la-città) (lotta-dura/senza-paura) (loiero pezzo di merda) (il call center non si tocca lo difenderemo con la lotta) (senza soldi non si fatica) (chiediamo diritti ci danno polizia è questa la loro democrazia)
pirati alla riscossa (collettivo riscossa)
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Comunicato del coordinamento di lotta phonemedia di Catanzaro sulla giornata del 20/01/2010.
ONDATA PHONEMEDIA
Ci siamo ritrovati in piazza Matteotti alle ore 9.00 per il presidio di protesta indetto da noi lavoratori del call center Phonemedia (Omega), oramai lasciati da mesi senza retribuzioni, senza possibilità di lavorare e prospettive per il futuro. Il presidio,a cui hanno partecipato circa 500 lavoratori, si è trasformato spontaneamente in un corteo compatto e determinato che ha attraversato il corso cittadino ed è arrivato a Palazzo Alemanno (sede della presidenza della regione Calabria) per il tanto atteso incontro con Agazio Loiero che per l’ennesima volta si è "dato latitante". Vista l’assenza del Presidente e la volontà dei lavoratori di continuare la protesta, il corteo spontaneo si è spostato verso il ponte Morandi paralizzando il traffico della città per diverse ore. Verso le 13.00, dopo l’occupazione del ponte, il corteo è ripartito alla volta del centro cittadino continuando a mandare in tilt il traffico anche nelle vie più centrali, già affollate e congestionate per l’orario di punta.
Le proteste di oggi sono il risultato dell’esasperazione a cui ci ha portato l’assenza di risposte concrete da parte dell’ azienda e delle istituzioni. Ci teniamo a precisare che le proteste dei lavoratori non termineranno qui, che l’occupazione della sede lavorativa (iniziata il 4 gennaio) continuerà ad oltranza e che intraprenderemo altre iniziative di lotta nei giorni a seguire fino alla risoluzione positiva della vertenza.
E tutto ciò nonostante i continui comunicati deliranti ed offensivi di personaggi interni alla fistel/cisl di Catanzaro, che non condividendo la protesta intrapresa dalla maggioranza dei lavoratori stanno provando a dividerci ed illuderci facendo "proposte indecenti" del tipo: passare il badge e far finta di lavorare, o annunciare pagamenti di spettanze arretrate che non arrivano mai facendosi così portavoce del ricatto aziendale in atto.
COORDINAMENTO DI LOTTA PHONEMEDIA
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Volantino di solidarietà del collettivo riscossa:
E’ da oltre un mese che i lavoratori del call-center Phonemedia di Catanzaro stanno conducendo una lotta seria e determinata per ottenere i loro stipendi arretrati da quasi quattro mesi e per avere certezze sul futuro lavorativo dell’azienda, da poco ceduta alla società inglese Omega (una società fantasma che conta nel proprio curriculum oltre trenta fallimenti e non ha alcuna sede o referente aziendale).
Quella dei call-center è la realtà lavorativa più importante della nostra città ed è il lavoro precario per eccellenza; spesso di passaggio, magari per mantenere gli studi, ma che altrettanto spesso finisce per diventare l’occupazione della vita: basti pensare che solo nel call-center Phonemedia di Catanzaro lavorano 2 mila dipendenti.
E così, dopo tante manifestazioni, blocchi stradali, richieste d’intervento alle istituzioni ed alla politica locale, muta o ipocritamente solidale, i lavoratori, non avendo ricevuto finora adeguate risposte alla drammatica situazione economica che stanno vivendo, hanno fatto un passo in avanti, occupando la sede lavorativa.
Oggi i lavoratori scelgono di rimanere all’interno della loro azienda in maniera permanente, condividendo gli stessi spazi durante il giorno e la notte, dando così vita a momenti di socialità e di discussione, ragionando in modo assembleare e paritario sul proprio presente. Non più facce rivolte al muro con gli occhi fissi sullo schermo di un computer o facce disperate rinchiuse fra quattro mura, bensì facce di persone che si guardano negli occhi prendendo decisioni e ragionando su ciò che bisogna fare per difendere i propri diritti.
Dietro una scelta così forte non intravediamo solo il senso della disperazione, ma anche e soprattutto la dignità e la volontà di riscossa di persone che hanno scelto la lotta quale unica via per riprendersi ciò che gli spetta: il diritto al lavoro.
E’ per questo motivo che siamo vicini e solidali a chi, senza aspettare la manna dal cielo e senza delegare nessuno, in questi giorni si sta auto-organizzando ed ha capito che solo in questo modo si possono ottenere e raggiungere risultati vincenti.
Da studenti e lavoratori di questa città siamo vicini a questa lotta perché riguarda anche noi, e crediamo debba toccare tutti i lavoratori di Catanzaro (e non solo), perché la prepotenza padronale e gli effetti devastanti di questo sistema economico sempre più in crisi, se oggi colpiscono chi sta a Phonemedia, domani potrebbero riguardare qualsiasi altro settore o azienda.
Questa non è solo una lezione per quei lavoratori dello stesso call-center che, credendo ancora alle favole, sono rimasti finora a guardare e che invece bene farebbero ad unirsi ai colleghi. Questa è una testimonianza ed una strada da seguire per chi ogni giorno mastica precarietà e sfruttamento rimanendo passivo, isolato e non riesce a fare niente per fronteggiare la situaizone.
Sentiamo il bisogno di stringerci attorno ai lavoratori del call-center Phonemedia ed invitiamo tutti a farlo, mostrando sensibilità e partecipando attivamente alla causa.
Crediamo che la solidarietà di classe, quella attiva e complice, sia l’unica strada percorribile per rafforzare il nostro potere contro chi, sfruttandoci ogni giorno, aumenta il proprio profitto con le nostre misere paghe e non si fa scrupoli a lasciarci in mezzo alla strada una volta che ha succhiato tutto il possibile.
Costruiamo dal basso una forza di lotta solidale e auto-organizzata di lavoratori, disoccupati e studenti in città!
NON LASCIAMOLI SOLI!!!
Collettivo Riscossa (CZ) – riscossa_cz@hotmail.com
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LINK ALLE NOTIZIE SU INDYMEDIA (FOTO)
7/01/2010: http://calabria.indymedia.org/article/4215
20/01/2010: http://calabria.indymedia.org/article/4310
MANIFESTO DI SOLIDARIETA': http://calabria.indymedia.org/article/4257
riscossa_cz@hotmail.com
http://www.autprol.org/