22/12/2009: ALZANO LOMBARDO (BG): SERATA DELLA “RETE OPERAIA” COI LAVORATORI DELLE CARTIERE “ PIGNA”


La sera dell’11/12 si è svolta all’Auditorium del Parco Montecchio di Alzano Lombardo (BG) una serata della “Rete Operaia” coi Cassintegrati Autorganizzati delle Cartiere Pigna, una delle fabbriche più significative del territorio, attorno alla quale è in pieno svolgimento una partita immobiliare e speculativa che potrebbe lasciare sul terreno molte vittime tra i lavoratori. Circa un terzo dei dipendenti (130) sono ancora in CIGS, scadenza 15 febbraio 2010, e ad oggi attendono di sapere quale sarà il loro futuro.
Nei giorni scorsi, in Regione, è stato siglato il nuovo “Piano Pigna” tra Formigoni, l’A.D. della Pigna Iannone, gli Enti Locali ed i sindacati Confederali. I giornali locali si sono soffermati a lungo sul progetto, sottolineando le dichiarazioni di Iannone sui futuribili 400 (!!!) posti di lavoro…
Nella stessa giornata dell’11/12 si è pure svolta una “rassicurante” assemblea in Pigna, dove i Confederali hanno promesso, a breve, notizie certe ai cassintegrati, deplorando che qualcuno di loro (cioè tutti) si sia fatto coinvolgere dagli “sciacalli” di turno… cioè la Rete Operaia. In questo clima, dopo un paziente lavoro di recupero di operai lasciati nell’isolamento per mesi dai sindacati, la Rete li ha convocati per discutere il da farsi, rimarcando il valore dell’autorganizzazione e dell’indipendenza di classe.

La serata si è aperta con l’intervento introduttivo di un cassintegrato Pigna che, pur riportando le formali assicurazioni dei Confederali sull’occupazione, ha tenuto a precisare quanto segue: la determinazione, sua e dei suoi compagni, di seguire passo per passo tutti gli sviluppi della vicenda, per evitare di trovarsi “spiazzati” dall’avvicinarsi della scadenza della Cassa (ricordiamo che l’Accordo Pigna di un anno fa NON PREVEDE ricollocazione certa e numericamente definita per gli operai collocati in CIGS); la valorizzazione della loro mobilitazione, che necessita sempre di più di darsi degli strumenti autonomi d’intervento e dei progetti. Dunque NESSUNA ILLUSIONE. L’operaio ha altresì evidenziato come l’azienda abbia da un lato chiuso il reparto Cartiera, ma che lasci in funzione i macchinari, con tutto ciò che concerne e per i costi e per l’impatto ambientale… A che prò?

La parola è quindi passata ad un esponente della Rete Operaia, il quale ha cercato di fare il punto dell’attività della Rete dopo un anno di crisi. Riportiamo l’intervento nei suoi tratti essenziali: Dopo Nembro, eccoci qui ad Alzano, attorno agli operai della Pigna in cassa integrazione, scadenza nel febbraio del 2010.
Questi lavoratori si chiedono e chiedono quale sarà il loro futuro prossimo. E lo chiedono con forza a tutti, senza il cappello in mano. Vengo dal presidio della Frattini di Seriate, dove da 2 mesi i lavoratori sono davanti ai cancelli per non farsi portare via i macchinari, e con essi le loro residue possibilità di dare uno sbocco alla loro situazione. Sono circa 150 lavoratori buttati in strada dal padrone, ed è semplicemente scandaloso che solo pochi giorni fa, dopo cinque mesi di attesa, sia stata firmata loro la Cassa Integrazione Straordinaria!!! Cinque mesi in cui sono dovuti sopravvivere con miseri,ridicoli anticipi del TFR… non dico altro.
Questa fabbrica, però, nonostante tutto, unica finora nel nostro disastrato quadro provinciale, ha dimostrato e dimostra, avendo respinto un Accordo-spezzatino di aziende speculative, CHE REAGIRE SI PUO’!!!
Gruppi di questi lavoratori (Frattini e Pigna), insieme ad altri operai di fabbriche ella zona (Promatech, Honegger, Comital) si sono incontrati ed hanno cominciato a ragionare ALZANDO L’ORIZZONTE COMUNE: non più ognuno per sé, ogni fabbrica per sé…poi si vedrà… ma TUTTI INSIEME, dandosi aiuto e reciproca solidarietà, informandosi ed ascoltandosi a vicenda… PER “FARE MURO” E MARCIARE INSIEME; pur partendo ognuno da casi specifici, che vanno ovviamente affrontati per ciò che sono.
Questo si può fare, secondo noi, senza i filtri ed il “politichese” degli apparati; facendo partecipare i diretti interessati alla loro storia. PARTECIPARE E DECIDERE, con o senza l’unità dei sindacati di riferimento, con o senza questo o quel sindacato. Vale anche per i lavoratori della Pigna: o essi affronteranno come protagonisti, e non come sudditi, tutto il percorso che si trovano davanti, oppure rischiano tutti grosso, compresi quelli che attualmente sono in fabbrica.
Qualcuno di voi in sala potrebbe obbiettare che il compito di mettere assieme i lavoratori è proprio del sindacato, soprattutto se questo sindacato si chiama “Confederale”, cioè Unione di tutte le Categorie del lavoro per obbiettivi comuni. Già… Ma dobbiamo però chiederci che cosa è da noi, in questi anni, in questo anno di crisi, il sindacalismo “ufficiale” italiano…
Trattasi di organizzazione DEI lavoratori PER i lavoratori? Trattasi di organismi che lottano e contrattano coerentemente per difendere chi vive del salario?
Se il sindacalismo italiano è questo, noi qui stasera stiamo perdendo tempo.
Ma se così non è, e noi della Rete crediamo che così non sia, la situazione attuale c’impone alcune riflessioni. Premettendo che noi non crediamo che tutti i gatti siano neri perché c’è buio, e che quindi distinguiamo certamente una FIOM o una F.P. della CGIL dalla CGIL stessa, come distinguiamo una CGIL (oggi orfana del Governo “amico”) da una CISL e da una UIL, mi sento di mettere giù alcuni punti:
1)la crisi morde sempre di più decine-centinaia-migliaia-milioni di lavoratori, in vario modo (licenziamenti, cassintegrazione, precarietà, caduta del potere d’acquisto )… Chiedo: è stata messa in campo dal sindacato, dai sindacati, tutta l’energia e l’organizzazione necessarie per difendere i lavoratori?
2) La crisi pone all’ordine del giorno un nuovo modo di fare le lotte, la necessità di azioni di contrasto partendo dai territori, l’importanza di perseguire (perseguire, non proclamare!!!) obiettivi unificanti al di fuori della singola azienda dopo un confronto continuo coi lavoratori. Percepiamo noi operai, da parte dei Confederali, una marcia in questa direzione, un’attenzione ed un ascolto adeguati a queste EMERGENZE ? Le nostre risposte sono in entrambi i casi negative. No.
3) Nella provincia di Bergamo centinaia di aziende e decine di migliaia di lavoratori sono da mesi senza prospettiva alcuna. Eppure da un lato CISL e UIL firmano col Governo, senza far decidere ai lavoratori, un Accordo sulla contrattazione nazionale che esalta i contratti aziendali, gli Enti bilaterali, le deroghe localiste… sfociando negli “aumma-aumma” che ben conosciamo. Questi sindacati chiedono al Governo detassazioni egli aumenti salariali aziendali e delle 13esime, sgravi fiscali per le famiglie… COME SE SI FOSSE NELLA PIU’ TOTALE NORMALITA’… e senza peraltro preoccuparsi neppure, vedi recente Finanziaria, di mettere in campo u8na benché minima mobilitazione. Proprio compagni di merenda…
Dall’altro lato la CGIL, ritenuta “l’opposizione sociale”, è invischiata in una logica concertativa molto radicata, da cui non esce. E quello che sta preparando è un Congresso Nazionale scontato, dove la Segreteria uscente continuerà per la sua strada di voler mettere comunque tutti d’accordo, ad ogni costo. Fa niente se qui ci stanno togliendo la terra sotto i piedi. Comunque sia, il Congresso CGIL è a maggio… ed i lavoratori italiani non possono attendere ancora 6 mesi per vedere se ci sarà o no qualche cambiamento significativo dal più grosso sindacato italiano!
Intanto dentro la CGIL ci sono categorie che vanno per i fatti loro e le “teste calde” della FIOM e della F.P. si sono viste respingere la sacrosanta richiesta di sciopero generale perché secondo Epifani “non c’è tempo per prepararlo…”! Se non fosse tragico, sarebbe ridicolo!!!
Secondo noi è venuto il tempo di superare NEI FATTI le vecchie 3P sindacali che ci hanno veramente stancato: PROCLAMI- PIATTAFORME-PASSEGGIATE.
La CGIL di Bergamo ha un attivo di bilancio nel 2008 di 110.000 euro sul 2007. Perché non fa le casse di resistenza? Cioè quando gli operai lottano non rimangono senza salario, quindi sono più liberi e più forti nella lotta. Essa spende l’87,3% del suo bilancio in stipendi per i funzionari, eppure sindacalisti disponibili a rischiare in proprio coi lavoratori non ne vediamo molti…
Fatto è che troppo spesso il ruolo dei sindacalisti è quello di fare i notai o i liquidatori del padrone. Sarà anche un linguaggio brusco ma ne assumo la responsabilità personale, dopo essere stato liquidato con “regolari” Accordi sindacali!
Vorrei citare un caso recente, che serve per tutti i suoi simili e che supporta quanto ho appena detto. Qui vicino, alla EUTRON (elettrotecnica), il 2 dicembre scorso è stato firmato un Accordo in cui è prevista la CIGS per 12 mesi di 95 dipendenti su 191, fra gli stabilimenti di Pradalunga e Treviolo. Gli “esuberi” sono stati individuati nel numero di 38 lavoratori, da far uscire con la “volontarietà” e sotto “incentivi” (da 11.000 a 17.000 euro). Ma, è stato chiesto in assemblea, “se questa volontarietà non si trova? “. “Opzione da approfondire…” ha risposto il sindacalista di turno! La vogliamo chiamare faciloneria? O peggio? Eppoi: su 191 votano 114, di cui 96 favorevoli all’Accordo. “Approvato a stragrande maggioranza”, dice il sindacalista. Giusto. Dovrebbe però spiegare che fine hanno fatto quegli 87 non presenti al voto. Hanno già capito che aria tira? Un’aria tipo la Comital, tanto per essere chiari?
Decisivo è dare indicazioni di lotta, e motivazioni, ai lavoratori; non portarli a fare qualche passeggiata in attesa che gli Ammortizzatori Sociali tappino temporaneamente qualche buco e giustifichino lo stipendio del sindacalista. Ma se si parte “sperando” nel nuovo padrone e “sperando” di limitare i danni, si sfascia tutto in partenza. Si smobilita. Troppo facile poi, a danno avvenuto, dare addosso ai lavoratori “che non ci sono”!
IL PROBLEMA VERO E’ CHE SI DA’ PER SCONTATO CHE LA CRISI DEBBA COMUNQUE MIETERE LE SUE VITTIME TRA GLI OPERAI!!! Poi, quando la divisione tra le nostre file è prevalsa, è facile far passare il “meno peggio”… che alla fine… prepara il peggio!
Questo sindacato deve invece, d’ora in avanti, fare i conti coi lavoratori. Lavoratori organizzati e motivati, non divisi e sfiduciati! Molti di loro hanno ancora la tessera, ma non sono disposti più a farsi imbrogliare dai chiacchieroni di professione.
Occorre prepararsi, perché tra non molto alle “delizie” di un lavoro che mancherà sempre di più e ad una precarietà che crescerà di tre volte rispetto a quella attuale, si aggiungerà un debito pubblico da risanare che, vedi recente esproprio del TFR della Finanziaria, ricadrà anch’esso sulle spalle dei lavoratori.
E siamo stanchi di doverci rivolgere ai nostri “eroi” parlamentari (a partire da quelli che da queste parti vanno per la maggiore, i “duri” della Lega) che sono capaci di tutto fuorchè di tutelare un solo posto di lavoro… perché sono i padroni che li comandano! Altro che il federalismo, i “padroni a casa nostra” e balle varie. QUI SOLO DISOCCUPATI!!! Così è scritto davanti alla Frattini.
In conclusione una precisazione importante, affinchè anche i sordi sentano ed i ciechi vedano: a noi della Rete interessa la politica, facciamo politica, ed anche ben a sinistra! Con una precisazione: riteniamo sia giunto il tempo che invece di portare gli operai al “partito” (quale?), dev’essere il singolo partito a misurarsi con gli operai e coi loro problemi. Che ogni partito ci dica cosa pensa e cosa sta facendo sul salario garantito ai disoccupati, sui licenziamenti, sul precariato ecc. ecc. Se saprà tessere sui contenuti operai avrà acquisito il diritto di parlare come “partito operaio”; in caso contrario che vada a farsi fottere, non se ne può più di quelli che parlano “in nome di…”. Vi spettiamo alle nostre riunioni numerosi e convinti che non tutto è perduto".

La serata è continuata con l’intervento di un’ altro lavoratore Pigna, uno dei promotori della Rete, che ha illustrato la sua esperienza in quella fabbrica, soffermandosi in particolar modo sulla funzione devastante e ricattatoria delle cooperative in Pigna e sul futuro dei magazzini, in cui ha lavorato fino a poco fa. Questo compagno ha ribadito l’importanza, ora più di prima, di rafforzare l’autorganizzazione operaia.

E’ stata poi la volta di una compagna delle “Brigate di Solidarietà Attiva”, un gruppo di giovani studenti che ha iniziato ad operare durante il terremoto dell’Abruzzo e che ha svolto e sta svolgendo un ruolo fondamentale di supporto e di sprone al presidio Frattini nei settori “logistici”: raccolta viveri e fondi per i lavoratori in lotta, cucina, richiesta di solidarietà alla popolazione, taze-bao ed altro… Questa compagna ha ribadito la stessa disponibilità del gruppo qualora i lavoratori Pigna decidessero iniziative di lotta.

Gradita la presenza di lavoratori della INNSE di Milano, i quali, dopo aver ricordato per sommi capi ai presenti la loro bella lotta, hanno richiamato il principio che li ha guidati in 15 mesi di scontro ad oltranza contro il padrone: non accettare di smobilitare in cambio di Ammortizzatori Sociali che, che finiscono e che ti lasciano in mutande… Resistere occupando le fabbriche e impedendo lo smantellamento dei macchinari, CHE SONO DEGLI OPERAI DAL MOMENTO CHE SONO GLI OPERAI A FARLE VIVERE E PRODURRE. Se la situazione non vi convince, dicono i compagni della INNSE, non perdete tempo: decidete il da fare organizzatevi e fatelo. Non aspettate sindacati che non ci sono o che arrivano dopo la musica…
Costringete i sindacati a fare ciò che VOI volete fare!

La riunione, molto partecipata, anche da compagni di altre realtà, si è chiusa con un invito a tutti di partecipazione alla prossima riunione della Rete perché i lavoratori hanno bisogno di chiarirsi gli obbiettivi per muoversi al più presto.

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Aderiamo e invitiamo i lavoratori, la popolazione e le forze sindacali di classe ad aderire al presido deciso, dopo una patecipata assemblea, dai LAVORATORI AUTOCONVOCATI PIGNA, e previsto per MARTEDI 22 DICEMBRE A BERGAMO, IN VIA PAPA GIOVANNI XXIII, dalle 15 30 alle 19, DAVANTI AL "PIGNASTORE".
I lavoratori indicono un "PRESIDIO DI LOTTA E INFORMAZIONE alla cittadinanza sulla loro "precaria condizione" di cassaintegrati a rischio mobilità e licenziamento, condizione che condividono con oltre 70.000 lavoratori della bergamasca".
La Rete Operaia sostiene la lotta e le ragioni dei lavoratori autoconvocati Pigna, che ritengono che "l'accordo sulla PIGNA, condiviso e sottoscritto da REGIONE, PROVINCIA, COMUNE DI ALZANO LOMBARDO, CONFINDUSTRIA, DIREZIONE PIGNA, IMMOBILIARE LEONARDO (proprietaria dei terreni su cui sorge la cartiera) CGIL, CISL, UIL e rsu aziendale, da per scontata la CHIUSURA DEFINITIVA della DIVISIONE CARTIERA, cioè della produzione della carta ad ALZANO LOMBARDO, con la perdita di 133 posti di lavoro, accetta l'esternalizzazione dei MAGAZZINI PIGNA, riduce a un terzo i terreni destinati ad attività produttiva ad ALZANO LOMBARDO, il tutto senza che l'AZIENDA abbia presentato un credibile piano industriale che metta in sicurezza i 400 posti di lavoro tanto promessi nelle dichiarazioni ufficiali". Essi altresì ritengono "che in realtà siamo di fronte ad un operazione speculativa enorme che intendono condurre distruggendo posti di lavoro!".
Il presidio "sarà quindi solo un primo momento di mobilitazione e informazione sulla reale situazione della cartiera e invitano tutti a partecipare".
Maggiori dettagli a questo link:

http://www.bergamoblog.it/modules.php?name=IndyNews&file=article&sid=8642&mode=&order=0&thold=0

20/12/09

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SOSPESO IL PRESIDIO DAVANTI AL PIGNASTORE

I lavoratori autoconvocati Pigna, avendo ottenuto una nuova assemblea generale in fabbrica, allo scopo di tenere uniti i lavoratori cassintegrati con quelli attivi, hanno momentaneamente reputato di sospendere il presidio. Valuteranno inoltre nel frattempo le appropriate iniziative anche in funzione del nuovo incontro tra le parti previsto per domani in Regione, rispetto al quale hanno ottenuto l'impegno di essere consultati.

21/12/09

gruppoprecbg@gmail.com

http://www.autprol.org/