25/11/2009: La lotta non si arresta, La solidarietà non si processa
Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad una nuova ondata repressiva che colpisce indistintamente studenti, lavoratori, migranti, precari... Dagli stabilimenti in stato di agitazione, alle rivolte nei CIE, alle rivendicazioni degli studenti, la risposta dello Stato è sempre la stessa: carcere, denunce, sgomberi, manganelli.
In primavera ci siamo “stupiti” delle cariche agli operai che difendevano il proprio posto di lavoro, quest’estate le rivolte nei CIE di tutta Italia sono state soffocate nel sangue e seguite da una serie di arresti e condanne. Ora, al primo accenno di mobilitazione studentesca, nel giro di cinque giorni abbiamo assistito all’arresto di nove studenti. Alcuni, colpevoli di aver sottratto delle fotocopie alla libreria dei padroni di questa regione, Comunione e Liberazione, sono stati prelevati dalle loro case e messi agli arresti. Altri, rei di essersi opposti allo sgombero dell’ultimo Liceo serale pubblico di Milano, e di aver dato solidarietà ai loro compagni, sono stati malmenati in strada e arrestati.
Ancora una volta, siamo pienamente e assolutamente solidali con chi, organizzando le proprie lotte dal basso, viene duramente represso. Riteniamo che la solidarietà attiva sia un’arma per rompere l’isolamento perché mette in crisi quella strategia che ci vuole divisi tra buoni e cattivi, tra compatibili e incompatibili.
A questo punto non si è arrivati per caso.
Il sistema capitalista è in crisi: dopo il crollo finanziario ora tocca a produzione e occupazione, e mentre il peggio deve ancora venire, lo stato si preoccupa di non far nascere saldature tra le situazioni più conflittuali e le realtà antagoniste già attive. La crisi non è finita, cresce il numero di quelle persone che non hanno una fonte di reddito sufficiente, e i fondi per la cassa integrazione di ogni tipo non sono infiniti. Ciò non significa un’imminente fine della struttura economica e sociale attuale, ma può significare la possibile apertura di interessanti spiragli di cambiamento radicale dell’esistente.
Prima che ciò possa accadere lo Stato cerca di mettere a tacere quelle realtà isolate e divise che cercano di smascherare le contraddizioni del sistema capitalista. Consapevoli che ora la repressione colpisce sempre più forte e sempre più indistintamente è necessario riflettere su pratiche e modalità, senza smettere di portare avanti i propri percorsi di lotta.
Unica nota positiva degli avvenimenti degli ultimi giorni è la risposta unitaria (e non così scontata) a cui abbiamo assistito e che speriamo possa diffondersi e diventare pratica abituale.
SOLIDALI E COMPLICI CON TUTTI GLI ARRESTATI!!
LIBERI TUTTI LIBERI SUBITO!!
I compagni e le compagne di Como
http://www.autprol.org/