20/11/2009: Ravenna: invece che chiudere l’Intempo, condannati gli attivisti della Rete per la sicurezza sul lavoro!
7 attivisti della Rete per la sicurezza sul lavoro di Ravenna sono stati denunciati dal presidente della Compagnia Portuale di Ravenna, Rubboli, per avere occupato l’agenzia interinale Intempo. Per parlare con gli articoli del codice borghese: concorso in reato (art. 110), violenza privata (art 610), invasione di terreni o edifici (art 633)- danneggiamento (635) del c.p.
In questi giorni è arrivato il decreto di condanna a cui presenteremo opposizione.
Ricordiamo i motivi per cui avevamo occupato le sede dell’agenzia Intempo al Porto di Ravenna il 13 marzo del 2007: denunciare all’opinione pubblica il ruolo di questa agenzia di sfruttatori di questi caporali al servizio dei padroni del Porto, dalla Compagnia Portuale ai terminalisti, una banda di trafficanti di esseri umani che ha mandato a morire gli operai Luca Vertullo a Ravenna e Denis Zanon a Porto Marghera, morti che rivelano, ancora una volta, il nesso causale tra precarietà e rischio-sicurezza per i lavoratori. Operai morti per il profitto dei padroni.
Volevamo che si mantenesse alta l’attenzione su questi temi perché conosciamo bene come vanno queste cose: impunità dei padroni ai processi, solitudine dei famigliari, silenzio stampa sulla vicenda.
Il processo per la morte di Vertullo a Ravenna, come sappiamo, è terminato con lo scandalo delle assoluzioni di 8 imputati, dai dirigenti della Compagnia Portuale ai responsabili della sicurezza. Scandalo perché pur riconoscendo che questa “morte è dovuta ai ritmi velocissimi”, dall’ “ottica meramente intesa a un aumento della produttività”, che ha mandato dentro la pancia di una nave 9 stivatori, di cui 4 al primo giorno di lavoro, di cui uno, Luca Vertullo, ha trovato la morte, pur riconoscendo tutto questo, i veri responsabili del sistema di sfruttamento che ha il suo centro nel comando padronale, non faranno neanche un secondo di galera, secondo la giustizia dei padroni.
Le motivazioni della sentenza dicono quello che, come Rete, stiamo denunciando e combattendo: è la ricerca del profitto che trasforma i lavoratori – e la loro vita - a merce. Eppure questa agenzia interinale è ancora lì. Al Porto di Ravenna dalla Mecnavi a Vertullo niente è cambiato. O almeno sembra. Perché la nostra azione, quel 13 marzo di 2 anni fa, entrava nel vivo dei problemi e voleva – e vuole - mettere fine allo stillicidio di infortuni con la postazione fissa dell’ispettorato o dell’Ausl al Porto, con l’elezione ed il rafforzamento degli Rls, con le lotte e gli scioperi. I confederali si sono dimostrati parte del problema (caporali, gestione dell’Agenzia interinale) e non riusciranno certo a salvarsi l’anima con i convegni sulla sicurezza in occasione della strage della Mecnavi al Porto.
Ora questa richiesta di condanna per l’iniziativa della Rete suona come una rappresaglia: non solo l’impunità nelle aule dei tribunali per padron Rubboli e per i suoi caporali, ma anche l’arroganza di chi vorrebbe isolare, criminalizzare chi si batte contro gli omicidi di operai nei luoghi di lavoro.
Sul piano legale ci opponiamo, ma la battaglia va condotta anche sul piano politico e sociale. Serve che chi è stanco di parole ipocrite in materia di sicurezza sul lavoro prenda una posizione chiara e netta, serve che rafforziamo la Rete a livello locale e, perché no?, lavorare fin da subito per una manifestazione cittadina che sia il vero processo popolare ai padroni del Porto, contro tutti i padroni assassini.
Chiudere l’agenzia della morte, l’Intempo!
Giustizia per Luca Vertullo!
No alla criminalizzazione della lotta per la sicurezza nei luoghi di lavoro!
Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro
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