20/11/2009: Arese: La Fiat conferma la deportazione dei lavoratori e delle produzioni
I lavoratori non chineranno la testa!
SARA’ LA LOTTA A DECIDERE.
Aspettiamo che le istituzioni battano un colpo.
Aspettiamo che la magistratura e le toghe rosse aprano i capitoli nascosti su questo grosso scandalo a cielo aperto.
La chiusura dell’Alfa Romeo di Arese e la sua deportazione a Torino, oltrechè per i lavoratori e’ uno SFREGIO per tutta MILANO; se continua così ci porteranno via anche la Scala.
Lapo Elcann e tutta la famiglia Agnelli si preparano a festeggiare a Milano – sponsor Formigoni, Moratti e Podestà - il centenario dell’Alfa Romeo.
Se pensano di banchettare sulla pelle di 1.000 lavoratori di Arese buttati sulla strada si sbagliano di grosso ed li consigliamo di cambiare programma.
Ad Arese vogliono solo speculare con Expo 2015 sulla enorme area di 2 milioni e 350mila mq.
Altro che alberghi di lusso, ville con piscina e il centro commerciale più grosso d’Europa!
IL BISCIONE DEVE RIMANERE AD ARESE
Lo Slai Cobas e i lavoratori dell’Alfa si opporranno con la lotta e con tutte le loro forze contro la chiusura di Arese.
Venerdì alle ore 9.30 una prima iniziative di lotta alla portineria sud ovest;
lunedì prossimo alle 9.30 assemblea e iniziativa di lotta di tutti i lavoratori e sindacati dalla portineria centrale dell’Alfa;
7 dicembre manifestazione alla Scala.
Arese, 18 novembre 2009 Slai Cobas Alfa Romeo
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QUANDO LA MERDA DEBORDA
ARESE: ALFA ROMEO KAPUT
Dopo trent’anni di manfrine, l’Alfa Romeo di Arese chiude. L’ultimo rimasuglio, il Centro Stile, va a Torino. I lavoratori, a casa.
Questo è l’esito di una logorante vicenda, in cui si sono sparate, a danno dei lavoratori, tutte le possibili balle: prima il nazionalismo italiota (contro la Ford) poi il campanilismo meneghino (contro i «torinesi»), passando per la balla spaziale dell’auto ecologica del Furmiga. E molti si son fatti infinocchiare (anche grazie a Cgil e Fiom), mentre Arese passava da 16mila lavoratori alle poche centinaia di oggi, contando anche i cassintegrati.
Sulla vicenda, Corrado Delle Donne dello Slai-Cobas – afferma: «[...] l’Alfa Romeo è stata regalata alla FIAT a suon di tangenti, e Torino, dopo aver incassato 2 mila miliardi per Arese a fondo perduto vuole chiudere tutto». Secondo Delle Donne, «al danno si aggiunge la beffa, perché Fiat se ne va da Arese ma lascia a comandare l’area un suo ex manager, Luigi Arnaudo [presidente del CdA di Immobiliare Estate sei, la società proprietaria dei 2milioni e 300mila mq dell’area dell'Alfa Romeo di Arese]».
Mercoledì 18 novembre, nel corso della manifestazione dei lavoratori superstiti dell’Alfa di Arese davanti alla sede di Assolombarda, è stata posata la riproduzione di un bonifico da 4 miliardi di lire eseguito l’11 marzo 1992 da Credito Italiano alla Banque Internationale de Luxembourge a favore del cliente 'Gabbiano'. «Quel Gabbiano – ha spiegato Delle Donne - era Bettino Craxi e l’assegno fu staccato da Cesare Romiti perché l’Alfa venisse ceduta alla FIAT, anziché alla Ford».
Ricordiamo alcuni passaggi di questa sporca storia, che è perfettamente al passo con l’attuale evoluzione del modo di produzione capitalistico, all’insegna delle più sfacciate speculazioni.
Nel 1986, l’IRI di Romano Prodi regalò alla FIAT l’Alfa Romeo, mandando a casa i signori della Ford , che la stavano comprando, a suon di dollari. Lo stabilimento maggiore (più di due 2milioni di mq) era quello di Arese (Milano), che allora contava circa 16mila lavoratori. Via via la produzione di automobili e quindi l’occupazione sono andate scemando, per cessare del tutto nel 2005, grazie a una strategia di tagli, scorpori e delocalizzazioni, che ha visto la FIAT disattendere sistematicamente accordo su accordo. Attualmente, i lavoratori sopravvissuti ad Arese, meno di un migliaio, tra una cassa integrazione e l’altra vengono occupati in attività sostanzialmente occasionali, tra cui il centro ricerca e sviluppo design di FTP Powertrain Technologies. Nel frattempo, la FIAT ha congelato la realizzazione del Centro Direzionale. L’area è ormai matura per la speculazione immobiliare.
D’altro canto, nell’attività di FIAT Group, oggi l’automobile rappresenta ormai poco meno del 50%, coinvolgendo poco più di un quarto (55mila), dei 198mila dipendenti complessivi. In espansione, è il settore delle macchine per l’agricoltura e le costruzioni, dove sussistono possibilità di guadagni, legati alle speculazioni fondiarie e immobiliari, in cui FIAT Group è ben presente, grazie alla IFI (Istituto Finanziario Industriale), oggi EXOR Group, nato il 1° marzo 2009, proprio quando prendevano corpo le trattative per Chrysler.
Con 18mila dipendenti, EXOR Group è la vera holding operativa di FIAT Group. Per curiosità, nel consiglio di amministrazione di EXOR Group, in carica dal 7 luglio 2009, non appare Sergio Marchionne, ritroviamo invece tutta la vecchia cosca sabauda di corso Marconi. Da sempre, addetta Speculazioni & Affini.
Milano, 19 novembre 2009
dinoerba@libero.it
http://www.autprol.org/