31/10/2009: Missioni di guerra e produzioni di morte: investimenti bipartisan


Il 28 ottobre il governo Berlusconi vara, con provvedimento d’urgenza, il rifinanziamento delle operazioni di guerra all’estero, chiamate eufemisticamente “interventi di cooperazione allo sviluppo dei processi di pace”
Il 29 ottobre La FIOM di Torino lancia un allarme tutt’altro che antimilitarista e pacifista.
Nel silenzio più assoluto delle opposizioni presenti in Parlamento, il Governo ha dato il via libera al rifinanziamento delle missioni militari togliendo altri 225 milioni di euro dalle disastrate casse dello Stato, mentre – per fare solo due esempi - in due anni il taglio del Fondo Nazionale Politiche Sociali è stato del 50%: dai 953 milioni di euro del 2007 ai 517 di oggi.
Il Fondo nazionale per la non Autosufficienza è stato abolito: 400 milioni risparmiati sulla pelle di portatori di handicap gravi, malati terminali, diversamente abili.
In questa situazione dalle pagine economiche de “La Repubblica” di venerdì 30/10 leggiamo le preoccupazioni di Giorgio Airaudo, segretario della FIOM di Torino, a causa delle mancate commesse all’ALENIA di Caselle (To) per la costruzione di componenti del famigerato F-35 Jsf.
L’operazione politico/imprenditoriale sarebbe quella di costruire il “quarto polo” dell’aeronautica nel varesotto, attorno all’Aermacchi. Cameri (provincia di Novara) diverrebbe il centro produttivo di questo polo, per volontà della cordata PdL /Lega lombarda. A discapito della zona industriale torinese.
“Nessuno mette in discussione Cameri – sostiene Airaudo nell’intervista – ma ai sindacati si era promessa una cosa diversa: costruzione e riempimento ala (dell’F-35 Jsf n.d.r ) nello stabilimento di Caselle, allestimento a Cameri (Novara). Ora quest’impegno sembra venir meno per pressioni politiche”.
Così, mentre le truppe professionali sono lautamente stipendiate dal contribuente italiano per occupare e devastare paesi come l’Afghanistan, per i lavoratori italiani la FIOM difende posti di lavoro nelle aziende che producono armi di distruzione di massa.
Gettate alle ortiche ogni ipotesi di critica e superamento dell’attuale sistema di sviluppo, il più grande sindacato dei metalmeccanici difende l’occupazione a prescindere da ciò che si produce, anche bombardieri nucleari di ultima generazione, come in questo caso.
Il cerchio si chiude, facendo emergere il contesto entro il quale si concretizza quotidianamente le famigerate politiche bipartisan, funzionali sino ad oggi solo ad aprire la strada ad una destra tra le più reazionarie del mondo.

Mercoledì 4 novembre il movimento contro la guerra scenderà in piazza in tutta Italia contro le vergognose parate militari che osanneranno le forze armate, trasformatesi in truppe di mercenari al servizio degli interessi delle grandi aziende italiane e delle politiche aggressive e guerrafondaie della NATO e degli USA.
Nessun finanziamento, nessuna arma per questo esercito.
Occorre ritirare immediatamente le truppe da tutti i paesi occupati, stornare i milioni di euro verso le fasce sociali colpite dalla crisi, riconvertire le fabbriche di morte in luoghi di produzione di benessere sociale, ricchezza collettiva, per una società emancipata dalle guerre di rapina.

La Rete nazionale Disarmiamoli!

338 1028120 - 338 4014989
http://www.disarmiamoli.org


http://www.autprol.org/