15/10/2009: Attachi militari e repressione in Kurdistan


Nelle province kurde l’ondata repressiva contro le strutture politiche del partito di sinistra pro-kurdo, DTP, come anche contro la popolazione kurda prosegue con la solita durezza.

Operazioni militari
Mentre il governo turco nelle sue dichiarazioni, relative alla questione kurda, parla sempre di apertura democratica, la situazione invece mostra tutti i segni della guerra. Per esempio, il parlamento ha approvato il mandato per un’estensione delle operazioni nel nord-Irak contro la guerriglia kurda, contrarie al diritto e alla libertà di movimento internazionali, ha rinnovato l’alleanza militare con l’Iran e conduce stabilmente nelle province kurde, come pure nel nord-Irak, pesanti attacchi che colpiscono innanzitutto la popolazione civile. Questi attacchi consistono in bombardamenti aerei, di artiglieria e mortai e nell’impiego di truppe da terra. Nella regione Yuesekova le truppe turche, secondo testimonianze oculari, questa settimana hanno collocato almeno 90 mine.
A Lice, nei pressi di Diyarbakir, il 13enne Ceylan Onkoel, è morto presumibilmente per un colpo di mortaio partito dalla base della gendarmeria. Da altre regioni, come da Dersim, giunge l’informazione che greggi interi sono stati uccisi dai colpi d’artiglieria. Tutto questo accade mentre la guerriglia kurda, per parte propria, si attiene all’armistizio. Secondo recenti comunicati del presidente del KCK, Murat Karayilan, non è ancora chiaro quando verrà messo fine a questa situazione.

Repressioni contro la popolazione civile
La popolazione civile è pesantemente colpita da limitazioni e repressioni. Solo nella provincia di Diyarbakir sono state compiute 8 operazioni repressive a Van, in cui sono state arrestate 20 persone dell’amministrazione comunale, fra le quali, il sindaco, membro del DTP.
Tutte le persone arrestate fino ad ora non hanno potuto incontrare l’avvocato e sono tenute in isolamento. Si tiene conto della possibilità di altri arresti.

Le prospettive
La guerriglia ha ripetutamente ribadito che le prossime settimane saranno decisive per la prosecuzione dell’armistizio. Da mesi il governo turco lavora in senso contrario con l’esercito, la gendarmeria, la polizia e le guardie di villaggio allo scopo di impedire una soluzione politica con l’inclusione della parte kurda.
Vengono offerte esclusivamente riforme cosmetiche quali l’impiego di nomi kurdi per le località.
L’impegno politico della popolazione viene comunque colpito dalla pesante repressione. Le rivendicazioni politiche quali “Pace e Libertà” spesso vengono criminalizzate come fossero iniziative terroristiche. Lo stato turco non offre, in particolare ai giovani, nessuna possibilità legale per concretizzare le richieste politiche. Questo si rispecchia anche nella continua crescita delle adesioni alla guerriglia. Di fronte a questo comportamento dello stato turco i giovani kurdi riprendono a salire in montagna per difendere le proprie volontà politiche e i diritti umani.

da de.indymedia.org/2009/10/262952.shtml

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