10/10/2009: Milano: Contro le violenze del razzismo di stato, presidio al processo Corelli!


Martedì 13 ottobre ci sarà la sentenza del processo ai detenuti di Corelli che, dopo una settimana di lotta dentro il CIE, vennero arrestati la notte del 13 agosto.
Un processo che si è svolto interamente a porte chiuse (nelle ultime tre udienze, è stato addirittura bloccato l’accesso al Tribunale agli antirazzisti intervenuti), segno della precisa volontà di spezzare il legame fra i detenuti e i loro sostenitori esterni.
Il processo, nel suo insieme, ha assunto un carattere severamente deterrente delle future rivolte.
I detenuti hanno fatto di tutto per far emergere il vero volto del CIE, rivendicando le ragioni della loro protesta e denunciando a più riprese maltrattamenti, pestaggi e violenze sessuali.
Le richieste del Pm – avanzate nell’ultima udienza dell’8 ottobre – sono pesanti, nonostante le evidenti contraddizioni, emerse nel corso del dibattimento, dell'impianto accusatorio, come a voler affermare risolutamente che lo Stato non tollera che l’ingranaggio dei CIE possa essere messo in discussione.
Ma l'accanimento della giustizia di Stato non si ferma qui.
Nel corso del processo si è delineata anche una chiara matrice maschilista: il Pm ha chiesto gli atti necessari a incriminare per calunnia una delle processate, Joy, per aver denunciato in aula ripetute molestie sessuali da parte di Vittorio Addesso (ispettore capo del CIE), e la compagna per averla aiutata a respingere il suo ultimo tentativo di violenza sessuale in una colluttazione che aveva dato l'avvio alla rivolta di quest'estate nella sezione femminile di via Corelli.
E c'è di più: la giudice, la Pm, i giurati sono rimasti impassibili di fronte alle parole di tutte le detenute che raccontavano il tipo di trattamento da esse subito dopo la rivolta: nude (esse stesse si erano denudate nell'estremo tentativo di impedire l'irruzione nella sezione femminile dei poliziotti in forze), sono state fatte inginocchiare sul pavimento dove sono poi state insultate e manganellate per ore.
E d'altra parte, nessun organo di stampa ha rilevato l'estrema gravità dei fatti raccontati e la matrice totalitaria cui essi rispondono.
Ciò che emerge è un proposito forsennato – corroborato dalla cattiveria sanguinaria e deliberata del ministro dell'interno Maroni e del governo nel suo insieme – di annichilimento di chiunque si ribelli o intralci questo sistema di violenza, contro il quale non si contano ormai le proteste, le rivolte, i tentativi di evasione che si susseguono ormai con cadenza quotidiana, da Gradisca a Crotone, Torino, Milano, Roma, Bari, Brindisi, Lamezia.
Incalliti sostenitori della chiusura definitiva dei CIE, della cancellazione del pacchetto sicurezza e di tutte le leggi razziali in vigore in questo paese (e non solo) riteniamo doveroso continuare a far sentire la nostra solidarietà ai ribelli di Corelli nel giorno delle arringhe dei loro avvocati difensori e della sentenza.
Invitiamo tutti/e gli/le antirazzisti/e a farlo con noi.

Martedì 13 ottobre, dalle ore 9
Presidio sotto il tribunale di Milano

http://www.autprol.org/