23/09/2009: Aggiornamenti dalla lotta contro i C.I.E.


Rivolta al Cie di Bologna
22/09: ha preso una lunghissima rincorsa, ma alla fine è esplosa pure Bologna. A fare da scintilla un recluso disabile: stava male, da questa mattina, ma nessuno si degnava di dargli ascolto. Così ha cominciato a tagliarsi e le gabbie si sono riempite di sangue. In solidarietà con lui, intorno alle 13, in tutto il Centro è cominciata una battitura, forte e disperata, ed altra gente ha cominciato a tagliarsi e ad urlare, mentre i solidali di fuori spargevano la voce.
Dopo una mezz’oretta è intervenuto il garante dei detenuti di Bologna che ha costretto i funzionari del Centro a prendersi carico del ragazzo disabile - che intanto, a detta dei suoi compagni, stava “morendo dissanguato”. Troppo tardi per calmare gli animi, però: oramai in rivolta, i reclusi hanno accumulato materassi e masserizie nei cortili ed hanno dato fuoco a quel che hanno potuto. Ora che scriviamo - e sono le 14,00 - la situazione è di attesa. I reclusi stanno litigando furiosamente con gli operatori del Centro, presentando loro una lista - lunghissima - di rimostranze. A presto aggiornamenti.

Ascolta una diretta su Radio Blackout con un recluso di Bologna su
http://www.autistici.org/macerie/?p=19793

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Aggiornamento ore 15.00. Quando un gruppone di solidali è arrivato fuori dalle mura di via Mattei i reclusi hanno ricominciato con le urla e con la battitura chiedendo che qualcuno di loro potesse entrare dentro a visitarli. Alcuni compagni si sono presentati alla porta ma ovviamente non sono stati fatti entrare. Ora la polizia pattuglia i dintorni del Centro, aiutata anche dagli operatori della Misericordia, che forniscono loro indicazioni sulla posizione dei solidali.

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Verso le 13 di oggi, 22 settembre, è iniziata una protesta all'interno del Cie di Bologna. Un recluso tunisino, con un grave handicap, ha richiesto una visita medica che gli è stata rifiutata. Per richiamare l'attenzione si è ferito a una gamba, perdeva molto sangue ma i soccorsi continuavano a non arrivare. Da dentro i compagni di reclusione hanno iniziato a battere sulle sbarre e hanno chiamato il numero dei solidali fuori e di Radio Black out. Solo con l'intervento della garante dei detenuti, avvertita da chi aveva ricevuto l'informazione dall'interno, si è riusciti a far portare in infermeria il ferito. Ma dentro gli animi si erano ormai surriscaldati e chi ha potuto ha portato nel cortile alcuni materassi per poi incendiarli.
In seguito la situazione si è un po' calmata ma continuava la discussione accesa dei reclusi con i responsabili del mancato soccorso. Da dentro hanno chiesto un colloquio con una delle compagne presenti all'esterno delle mura che ha tentato ma non è riuscita ad ottenerlo, anzi quasi quasi veniva trattenuta anche lei nel Centro mentre i detenuti continuavano a battere contro le sbarre. Da fuori ci si è arrampicati sulle mura e urlato con il megafono fino all'arrivo della Digos. La situazione verso le 17.30 era più calma e la notizia dell'arrivo della celere veniva smentita. Dicevano che era arrivata altra polizia ma senza interventi pesanti.
Verso le 18.30 un gruppo entrava, con volantini e braccia segnate dalla vernice rossa per richiamare l'attenzione sugli episodi di autolesionismo, alla Misericordia di Modena che gestisce il Centro di Bologna e Modena. Alla presenza di tre operatori e del segretario venivano lasciati, e un po' buttati ovunque, volantini che raccontavano degli ultimi episodi di violenza contro i reclusi mentre qualcuno sbatteva in faccia ai presenti, capetti e volontari, la loro complicità nell'esitenza di questi lager. Giovanardi, accusando il colpo per l'invasione della "sua" sede, non ha perso tempo nel mandare la sua versione dei fatti che ovviamente assolve lui e i suoi compari da qualunque responsabilità.

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Gradisca, il giorno dopo
Questa foto è stata scattata nell’ospedale di Goriza, intorno a mezzogiorno di oggi, il giorno dopo la rivolta al Cie di Gradisca, e ritrae uno dei feriti del massacro di ieri. Dai racconti dei reclusi emerge come al massacro abbiano preso parte sia poliziotti in assetto antisommossa, inviati in mattinata prima della perquisizione\mattanza, sia soldati dei contingenti presenti nel centro. Al momento non sono note le condizioni del ragazzo fotografato, qualcuno già ieri parlava della possibile perdita dell’occhio.
Nel frattempo, il sindacato di polizia Sap denuncia ”errori di progettazione” nel Cie di Gradisca, che faciliterebbero azioni di protesta da parte dei reclusi. Il sindacato chiede quindi di ”valutare concretamente altre possibilita’ quali la chiusura del Cie e la sua totale conversione in centro di accoglienza richiedenti asilo”. Per il Sap, ospitare è più facile che trattenere. Certo, aggiungiamo noi. Ma demolire è più efficace che giocare con le parole.

guarda la foto su http://www.autistici.org/macerie/?p=19813

ilsalasso@gmail.com

http://www.autprol.org/