10/09/2009: Lettera dal carcere di Benevento


Buongiorno. Ho ricevuto la vostra lettera del 31 luglio. Sto bene grazie. Poi prima di iniziare vi voglio ringraziare anche per la vostra visita in carcere. Sono rimasto molto contento. Sinceramente in questi giorni una visita dai compagni mi ha alzato il morale. Pensavo di essere rimasto solo in questo paese perduto… Avevo scritto anche ai compagni nuoresi, che mi sentivo come un orfano.. Ecco, la vostra visita mi ha dimostrato che ovunque mi trasferiscono troverò sempre compagni, che mi hanno sostenuto, che non mi hanno lasciato solo per ben 5 anni e 5 mesi!
Cari compagni, passano i tempi, sono passati anche per me. Oggi siamo arrivati ad un punto molto critico. E’ una contraddizione, dovrei essere liberato, forse dopo 5-6 mesi, però non avrò la possibilità di godere la libertà… E la libertà che ognuno di noi farebbe qualsiasi cosa per ottenerla… Però io, dopo la mia lunga carcerazione, non sarò “libero”. Io, uno straniero, anzi un pericoloso straniero, verrò riarrestato di nuovo e messo in un campo di concentramento che è conosciuto come CPT, e poi, dopo, i due paesi amici, tratteranno sulla mia pelle, come merce di scambio, la mia espulsione verso il fascismo… Dove mi aspetta non un giardino con i fiori, una casetta vicino al mare o uno stato che mi accoglie con tanti regali. Un bel sogno, però la realtà è molto diversa, solo per pensarla vengono a uno i brividi. Ecco la realtà è che mi aspetta un giardino, però questo è il giardino della morte, un giardino che quando viene scavato escono fuori le ossa degli uomini, che erano dispersi da anni, che sono stati massacrati dalla contro-guerriglia… Mi aspettano le “casette” che in Turchia sono conosciute come celle tipo-F, chi entra dentro viene torturato e costretto ad abbandonare le proprie idee e i propri pensieri. Chi non accetta viene lasciato in isolamento, per marcire, per dimenticare tutto il suo passato, la sua gioventù… Se esce vivo dopo tutta questa tortura, uscirà come un morto che cammina… Sì, mi aspetta uno stato, però è lo stato che permette tutto questo. Uno stato fascista che non rispetta i diritti umani, che premia i torturatori e i massacratori…
Cari compagni, la realtà che mi aspetta è questa. Siamo arrivati alla fine di questa carcerazione. Come ho detto, voi mi avete sostenuto dall’inizio, contro la ingiustizia che abbiamo subito. Abbiamo lottato insieme contro la richiesta della mia estradizione, voi mi avete dato la forza di resistere in carcere, mentre voi protestavate fuori, io ero con voi… e voi avete subito la mia carcerazione. Oggi abbiamo più bisogno della solidarietà di tutti i compagni, degli antifascisti, dei sinceri democratici, associazioni e istituzioni che difendono i diritti umani. Ritengo che dire tante parole è inutile. Ma sono sicuro che con la vostra solidarietà e sacrificio vinceremo, tutti insieme. Prima di chiudere vi vorrei aggiornare sulla situazione della salute della compagna Guler Zere. Come vi ho accennato nell’ultima lettera la compagna Guler Zere è una prigioniera politica che si trova da 14 anni nelle carceri turche. Ha 37 anni, ha trascorso la sua gioventù nelle carceri e in isolamento. Guler sta morendo lentamente perchè ha il cancro nella gola e in bocca. Il cancro è maligno e si espande molto velocemente. Guler ha adesso problemi molto gravi, se non verrà ricoverata adesso in un ospedale morirà. Ci sono certificati del medico che non può stare in carcere e deve essere curata e operata fuori dal carcere. Però lo stato ignora il suo problema di salute e la fa morire. In tutta Europa e anche in Turchia c’è una campagna in corso per salvare la vita di Guler. Noi saremo la voce di Guler anche in Italia.
Salviamo la vita di Guler Zere! Guler Zere non deve morire! Stop all’isolamento! Viva la solidarietà internazionale!
Cari compagni vi ringrazio in anticipo per la vostra solidarietà. Vi saluto tanto e vi mando un bacione. A presto. A pugno chiuso

Avni
Benevento, 03/08/09

http://www.autprol.org/