04/09/2009: Lettera dal carcere di Viterbo
Salve! So che suona un po’ impersonale, ma non vi conosco e quindi ho ritenuto che fosse la formula migliore…
Mi è capitato di leggere, del tutto casualmente, perché passatomi da un’altra persona che non ha interessi specifici, il vostro opuscolo n° 35 e l’ho trovato interessante e ben fatto, oltre a costituire un utile veicolo di informazione fra i prigionieri e anche di contro-disinformazione, che è quella che regna qui dentro.
Vi scrivo da Viterbo che è un istituto di massima sicurezza diviso in tre: il blocco 41-bis (con circa 50 detenuti) lontano e recintato (in pratica un carcere al cubo!) e i blocchi D-1 e D-2.
Il blocco D-1 nel quale mi trovo, consta di cinque piani –piano terra “matricola”, magazzino, celle d’arrivo, ufficio comandante, inoltre:
1° piano: “educatori”, magistrati, avvocati, biblioteca, ufficio medico, barberia;
2° piano: tossicodipendenti;
3° e 4° piano: prigionieri a minima sicurezza.
Il blocco D-2: piano terra simile a quello del D-1, dal 1° al 4° piano prigionieri definitivi divisi fra penale e regimi AS 1, 2, 3.
La struttura è semi-nuova, degli anni ’80, ma è sovraffollata, com’è di moda oggi. Siamo a quota 900 presenze, contando anche l’isolamento (40 posti in 20 celle) e le sezioni “rossa” e “blu” (10 posti l’una) destinate, la prima ai reati a sfondo sessuale e lòa seconda agli infami. Le stanze sono di circa 5x2 con un mini bagno con tazza, bidet e lavabo e con due letti a castello. L’acqua è razionata in misura di 80 litri al giorno per due persone; il cibo, scarso e di pessima qualità; una doccia al giorno eluse le domeniche e festivi … La spesa interna scarsa e con prezzi alti.
Totale assenza di “educatori”, volontari, lavoro, attività ludiche. Del magistrato di sorveglianza nemmeno parlarne; l’acerrima Carpitella, questo è il suo nome, si vanta pubblicamente di non aver concesso una “misura alternativa” negli ultimi 12 anni!!
Le guardie sono tranquille anche se la squadretta interna nell’ultimo mese ha provveduto a tre pestaggi, il loro metodo è il muro di gomma: tu puoi chiedere ma nessuno ti risponde…
Infine, la presenza di prigionieri stranieri è circa al 60%, ed è in aumento.
Dopo questo lungo excursus vi dico di me: sono Maurizio, ho quarantasette anni e sono “ricorrente” su di una condanna a otto anni e due mesi per rapina e tentato omicidio.
La ragione che mi ha spinto a scrivervi è che sarei interessato a ricevere il vostro opuscolo e, se possibile, anche dei libri, visto che qui la biblioteca è di difficile accesso. Ritengo valido ed utile il lavoro che state facendo, anche se qui il clima attuale è di generalizzata rassegnazione e sopportazione, un po’ come di chi subisce il vento e la pioggia, non so se mi sono spiegato… tranne qualche isolato che fa casino, ci si sbrana fra di noi con somma gioia dei mastini. Ritengo molto utile far girare notizie su quanto sta accadendo in questa dimensione, anche perché fra di noi c’è tantissima ignoranza sugli avvenimenti esterni. Per esempio: nei giorno scorsi, fine luglio - a Lucca ci sono stati cinque gravi casi di autolesionismo fra prigionieri stranieri, il 1° agosto a Ivrea una sezione dell’istituto è stata gravemente danneggiata durante una protesta e l’altro ieri al C.I.E. di Gradisca d’Isonzo c’è stato un grosso scontro fra prigionieri e guardie…
Potreste assumere altre informazioni e metterle sul prossimo opuscolo?
Ritorno sull’argomento di prima: potrei ricevere dei libri che avete a disposizione e sceglierne? Avete qualcosa su Jacob e Bonnot? Visto il mio tipo di “lavoro” li considero degli antesignani e dei colleghi… Per ora è tutto.
Mi scuso per la grafia, ma ho una grave forma di “oculopatia degenerativa”, tipo cellophane all’occhio dx ed ho già subito due interventi in 18 mesi che sono qui e mi rimane il sinistro… sarà un segno?
Con simpatia, saluti Maurizio
Viterbo, 12 agosto 2009
http://www.autprol.org/