05/08/2009: Lettera dal carcere di Poggioreale


UN MIO RIASSUNTO
(…)idealmente sono di ideologia comunista, anche se simpatizzo per l’anarchia rivoluzionaria.
Io venni arrestato a Firenze il 24 ottobre del 2003 per rapina aggravata e lesioni aggravate divenute poi tentato omicidio. In primo grado venni condannato a 6 anni e mezzo, confermati in appello, in poco tempo divenne la condanna definitiva perché l’avvocato non ricorse in cassazione. All’epoca mi trovavo detenuto presso il carcere di Fossombrone 2003/2004, la direzione del carcere chiese al D.A.P. la mia declassificazione al regime speciale (E.I.V.) elevato indice di vigilanza, perche è con il mio comportamento e le mie proteste turbavo l’ordine e la sicurezza dell’istituto e in quanto soggetto socialmente pericoloso. Così dal 2004 al 2007 mi sono trovato in regime speciale. Il 20 settembre 2007 uscì grazie all’indulto, dopo 4 anni di galere. Il 1° febbraio rivengo arrestato a Lucca per il residuo di una condanna di un anno per oltraggio e minaccia ad un magistrato. Dopo 5 anni vengo declassificato dal regime E.I.V. e messo in un reparto di osservazione, per comuni, media sicurezza, reparto (torino).
Giunto in questo reparto subito mi sono fato l’idea di che aria tirava. Non è consentito passare da cella a cella nessun piatto col mangiare, né giornali, perchè subito vieni minacciato che ti portino alle celle. 2 docce a settimana, martedì e venerdì, mentre il passeggio è un ora al mattino e un’ora al pomeriggio e le altre 22 ore vengo fatte trascorrere CHIUSI. A chi è sottoposto alla media sicurezza non è consentito lavorare.
Il vitto dell’amministrazione è immangiabile, l’unica cosa che puoi prendere dal carrello sono insalata, mozzarella, frutta e pane. I detenuti che si trovano nel mio stesso padiglione provengono dal reparto psichiatrico padiglione avellino, altri hanno problemi con la droga e altri sono sieropositivi, tra l’altro quest’ultimi sono spesso soggetti a discriminazioni, per esempio le docce le fanno dopo che le hanno fatte i così detti sani e per ultimi i sieropositivi, quando le docce sono sporche ed intasate, non è discriminazione questo? Qui per ogni cagata che dici contro una guardia ti portano in isolamento, è anche facile essere presi a schiaffi, o di essere minacciato di applicare l’art. 14 bis se promotore di sommosse come è già accaduto ad un detenuto che si era reso promotore della sommossa nel carcere di poggio reale, il quale e’ stato portato in media sicurezza.
Quindi il clima repressivo si fa sentire ed anche la tensione che è vissuta anche nelle altre diramazioni, per esempio mi è stato raccontato che se un detenuto dice buongiorno alla guarda, gli viene risposto buongiorno al cazzo, questo comportamento che hanno le guardie ce l’hanno solo con i detenuti comuni e non con quello sottoposti a regimi speciali per reati associativi. Si sa che il carcere di poggioreale è dal 1980 che mantiene questi atteggiamenti di aggressività verbale e non verso i detenuti, periodo che lo rese famoso per i pestaggi e per le altre angherie che facevano le guardie, come sputare nel vitto dei detenuti ed altre ancora,di questi atteggiamenti ne è anche responsabile il ministero e il D.A.P. che hanno interessi a mantenere inalterata questa situazione.
Le celle sono prive di manutenzione, di imbiancature, l’intonaco che cade a pezzi, le celle sovraffollate, che di conseguenza porta tensione e risse fra i detenuti, o atti di disperazione e panico come autolesionismo e tentativi di suicidio. Tutte notizie che la direzione non divulga ma le tengono a tacere. Un altro carcere che ha fatto discutere per i suoi pestaggi è secondigliano, anche se alcuni detenuti della zona dicono che ora a secondigliano i detenuti stanno un po’ meglio (all’apparenza). I signori del D.A.P. e il ministro Alfano di queste cose ne sono a conoscenza, ma continuano a fingere che nulla succeda nelle carceri., purtroppo è sempre stata l’infania della loro politica, quando all’epoca in cui c’era il ministro Martelli, che in tutte le carceri esisteva l’art. 90.
Se analizziamo bene le cose notiamo come non esistano più rivolte nelle carceri ma piccolo proteste passive, tipo lo sciopero della fame, battiture, piccole proteste che hanno un inizio ed una fine in tempi brevi. Parliamoci chiaro non c’e’ più quella forza di unione che poteva esserci 20/30 anni fa. Chi sta nel luogo cerca di rimanerci, poi c’e’ la paura del 14 bis ecc..
Qui c’era un compagno dei disoccupati di Napoli, fuori era una persona troppo scomoda per le istituzioni territoriali, lo hanno arrestato per una condanna di 20 anni fa e meno di 48 ore dopo lo hanno trasferito perché troppo scomodo anche per l’amministrazione carceraria, come lo potrei essere anche io, perché mi potrebbero ritenere pericoloso non per le azioni ma per le mie potenzialità, per esempio quello dello scrivere e del divulgare notizie all’esterno del carcere, o anche solo perché sono un detenuto politicizzato di appartenenza all’estrema sinistra di ideologia comunista libertaria ma molto vicino alle idee anarchiche.
Mi domando se qui è mai venuta una commissione igienica, se la cucina detenuti è a norma di legge, se il vitto che viene distribuito abbia scadenze. Nelle celle oltre ad esserci formiche , ogni tanto si vedono scarafaggi, e nel passeggio c’era uno scorpione. Queste sono le carceri che vuole il ministro Alfano, il suo collaboratore braccio destro Roberto Maroni, l’intera politica della destra della banda Berlusconi, Di Pietro e perché no, anche del partito democratico padri e padroni (…)
Questa lunga lettera ha anche lo scopo di rivendicare il diritto di non tacere di fronte a tante evidenze, la ma è una rivendicazione politica, quello di denunciare non più alle istituzioni, ma a coloro che hanno orecchie per udire questo mio richiamo d’aiuto, anche per trovare un’intesa organizzativa comune di lotta tra noi e voi fuori. Mi rivolgo ai compagni di Napoli, all’associazione dei disoccupati di Napoli, a tutte quelle famiglie proletarie dei detenuti, ai precari, agli operai, a tutte quelle associazioni che lottano per i nostri diritti e al garante dei diritti dei detenuti. Questo è il mio slogan: ROMPERE LA GABBIA, CREARE E ORGANIZZARE LA NOSTRA RABBIA.

Un mio saluto lo porgo a tutti voi che ci leggete e ci ascoltate

ROSSETTI BUSA MAURO
FERRARA MANUELE

CARCERE DI POGGIOREALE
PADIGLIONE TORINO
MEDIA SICUREZZA
29-07-2009

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