26/07/2009: RFT: 30 agosto 2009 giornata di mobilitazione in tutto il paese contro l’espulsione


Care compagne e cari compagni!
L’estate si avvicina e con essa anche il 30 agosto giorno di commemorazione delle vittime della politica razzista dell’emigrazione condotta dalla RFT.
Il 30 agosto dello scorso anno si sono tenute almeno in 19 città manifestazioni e azioni dirette, per far si che in questa giornata non vengano compiute espulsioni.
Anche nel 2009 vogliamo gettare sabbia negli ingranaggi della macchina dell’espulsione. Proponiamo di fare della settimana dal 24 al 30 agosto 2009 una settimana di molteplici iniziative contro l’espulsione, da organizzare e realizzare in diversi luoghi: carceri, lager, zone di confine, aeroporti, sedi istituzionali, imprese che ne traggono profitti ecc.
La data è buona, ci offre tante possibilità, poiché è posta una settimana prima delle elezioni comunali nel Nord Reno Westfalia è un mese prima delle votazioni politiche per il parlamento federale.
Nella stessa settimana, in parallelo, ha luogo il Campo NoBorder a Lesvos in Grecia. Noi sosteniamo le idee di questo appuntamento e facciamo appello a prendervi parte. Tutti quelli che restano qui li chiamiamo a prendere parte con proprie iniziative alla settimana di mobilitazione contro l’espulsione.
Siamo solidali con le lotte contro l’obbligo di residenza e il piazzamento nei lager, come con le iniziative per il diritto a restare e la campagna per una legalizzazione! Nel senso di una riunificazione delle forze, da impiegare nella settimana della mobilitazione, vi invitiamo a preparare e a rendere pubbliche, carte con le rivendicazioni per uguali diritti e il diritto a restare.
Un punto critico dello scorso anno fu che queste iniziative vennero poste troppo poco l’una in relazione all’altra. Quest’anno vogliamo cambiare. In proposito avete idee? Scriveteci.

A Bueren, dove da 15 anni, dal 1994, è in funzione un carcere di espulsione i compagni e le compagne stanno preparando una manifestazione per il 29 agosto.
La protesta non è rivolta alla presenza di un simile carcere, bensì vuole mettere in questione l’espulsione in quanto tale. L’espulsione è parte di una “legislazione per gli stranieri” fondamentalmente razzista, con la quale, i non-tedeschi, vengono sottoposti ad un trattamento giuridico speciale. Lo scopo di questo trattamento è di rendere la vita difficile, in Germania, a profughi e migranti e di espellerle, espellerli il più rapidamente possibile.
In seguito a questa situazione a Bueren si sono succedute rivolte, proteste, tentati suicidi e scioperi della fame. Per gli arrestati, le arrestate, c’è una sola priorità: vogliono vivere in libertà.

Minacciate espulsioni in massa
Per quest’anno e nel 2010 sono state minacciate espulsioni di massa di persone che vivono qui da anni, che qui hanno cercato sicurezza. Le autorità tedesche non fanno una piega, sia di fronte ad espulsioni in territori di guerra che di crisi. Sono preoccupati, per esempio, i Rom provenienti dal Kossovo, iracheni, siriani. Se alla fine dell’anno entrerà in vigore il regolamento che dispone verifiche di permessi di soggiorno concessi da decine di anni, migliaia di persone saranno prese di mira e minacciate di espulsione. Le richieste di un tempo adesso possono essere respinte.
Soltanto con una resistenza coordinata e decisa sarà possibile impedire le espulsioni violente.

Regime sui confini e gestione dell’immigrazione
La politica dell’immigrazione si trova sempre più nelle mani dell’Unione europea (Ue). L’RFT ha fatto in modo di standardizzare sul piano europeo prassi restrittive per quel che riguarda la sicurezza sui confini e il diritto d’asilo. I controlli ai confini dell’Ue vengono effettuati da anni, adesso gli stati membri non disdegnano la collaborazione di stati torturatori come la Libia.
Un’immigrazione legale nella RFT non è proprio più possibile, i tentativi di ingresso illegali con l’attraversamento pericoloso del mare spesso si concludono mortalmente. Allo stesso tempo con la militarizzazione sui confini l’Ue cerca di prendere la strada dell’immigrazione selettiva. Dell’immigrazione africana, chiamata “immigrazione-kleenex” (usa e getta), la scelta dell’Ue vuole fare in modo di combinarne le grandi possibilità di utilizzo con i costi bassi. Le utilizzatrici sono le imprese che ricevono su chiamata lavoratrici e lavoratori capaci e a buon mercato

No borders, no nations, no prisons!
Anche se tante competenze si spostano sul piano europeo, alla fine sono gli stati nazionali ad esercitare le misure contro l’immigrazione e la sicurezza sui confini. In quest’ambito vengono costruiti e messi in moto anche i meccanismi razzisti di esclusione. Un rapporto umanamente dignitoso con i profughi deve per forza cozzare contro gli interessi particolari degli stati-nazione.
Noi siamo convinti che ogni essere umano ha il diritto di vivere dove gli piace. Il diritto alla libertà di movimento, però, non deve essere mendicato, ma la contrario, ottenuto con la lotta. Il controllo dell’immigrazione è già un processo violento, spesso mortale. Noi esigiamo che l’espulsione sia cancellata; solo in seguito sarà possibile pensare ad altre forme di controllo sul movimento e sui confini.

In memoria di Rashid Sbaai
Il 30 agosto ricorre l’anniversario della morte del marocchino Rashid Sbaai, il quale morì soffocato in una cella del carcere di espulsione di Bueren. Le fiamme e la sua morte in cella non vennero impedite. Alle sue urla di richiamo non fu dato ascolto, poiché a prendere la sua chiamata non c’era nessuno. Ricordiamo Rashid come simbolo di tutte le vittime della politica dell’immigrazione tedesca e esigiamo:
- la soppressione del carcere d’espulsione!
- il diritto alla libertà di movimento! Per mettere fine ai controlli sui confini e sui movimenti!

Chi vuole venire, deve venire!
Chi vuole restare, deve restare!

www.gegenabschiebung.de

da abschiebefrei.bloqsport.de/2009/02/20/
(Comunicato in rete da alcuni mesi, raccolto oggi, 25 luglio 2009)

http://www.autprol.org/