18/07/2009: Bologna: La solidarietà è un'arma. Puntiamola contro il Nemico!


Un’opinione pubblica forgiata dai media, specchio di una socialità plasmata sulle esigenze di un mercato in crisi. Una massa impassibile alla guerra esterna a cui si è tristemente abituata, arrivando ad applaudire il dilagare delle strategie militari sul fronte interno.
Dalle discariche di Napoli alle piazze di diverse città italiane, dalle tendopoli dell’Aquila passando dai lager per immigrati senza permesso di soggiorno fino ai dispositivi di “protezione dei vertici internazionali”: situazioni permanentemente emergenziali controllate dall’esercito “impiegato con funzioni di ordine pubblico”, chiari banchi di prova di una società lanciata ad alta velocità verso scenari sempre più totalitari.
Non c’è da stupirsi se chi difende armi in pugno questa desolante realtà reprime con crescente frequenza ed intensità chi non si lascia sottomettere, chi si ribella, chi insorge.
Il 10 giugno 6 persone sono state arrestate tra la Sardegna, Roma e Genova dalla digos in quanto sospettate di voler “fare qualcosa di grosso” contro il G8. Tutti sono stati accusati di detenzione di armi, associazione a delinquere con finalità di terrorismo e banda armata, guarda a caso a due giorni dalla sentenza contro i comunisti arrestati il 12 febbraio 2007, arrestati anche questi strategicamente a ridosso di una grande manifestazione contro la base militare americana Dal Molin.
All’alba di venerdì 3 luglio 40 abitazioni di anarchici perlopiù abruzzesi e laziali sono state perquisite dai carabinieri del ros. Per tutti l’accusa di associazione sovversiva. Sergio e Alessandro, due compagni di Perugia, sono stati arrestati per tentato sabotaggio di una linea ferroviaria dell’alta velocità.
Alle prime luci di lunedì 6 luglio la digos ha arrestato 21 studenti attivi nelle mobilitazioni studentesche in tutta Italia, accusandoli di aver partecipato e organizzato gli scontri avvenuti durante il G8 dell’università a Torino.
Nella sera di venerdì 10 luglio una strada di Bologna è stata bloccata con copertoni incendiati e nelle vicinanze sono state danneggiate due banche, azione accompagnata da imbrattamenti a vernice tra cui una scritta incompleta: “Bloccare quando meno se l’aspett…”. Di lì a poco sono stati arrestati dalla polizia due compagni anarchici, Robert e Mattia. I due compagni sono stati portati in questura e da lì subito nel carcere della Dozza. A partire da quelle ore è scattata la “caccia all’anarchico”: sia che stesse mangiando un gelato in centro sia che stesse portando il cane a passeggio è stato condotto in questura e trattenuto per ore.
Questi attacchi non sono che l’ultimo atto di un clima repressivo pesantissimo: a fine maggio a Bologna un compagno anarchico è stato condannato a 6 mesi di carcere per aver reagito all’ennesimo fermo di polizia, altri compagni sono stati denunciati per concorso in danneggiamento aggravato per aver affisso dei manifesti a colla sui muri (solo per citare alcuni esempi). Per non parlare del clima di esasperante repressione di Ferrara dove arresti, fermi, perquisizioni ed intimidazioni non si contano più. Giovedì 9 luglio notte 6 compagni della città estense sono stati trattenuti per ore in questura per delle scritte contro il G8.
Inquadrare questi ultimi arresti nel contesto più generale di sterilizzazione sociale è fondamentale affinchè si colga l’importanza di difendere insieme ai compagni le pratiche per le quali sono stati arrestati: arretrare significa spianare il terreno all’avanzata del nemico; diversificare ed allargare la solidarietà è il modo migliore per rilanciare le lotte.
Non a caso questi arresti sono arrivati nel periodo del G8 dell’Aquila: chi ci comanda manda un messaggio intimidatorio evidente: “ Guai al dissenso che osa frantumare la barriera del consentito” - a cui aggiungono, con cinico realismo- “entro i binari dell’ordine costituito protestate pure”. E’ chiaro cosa lì spaventa.
DALLA PARTE DI CHI, SCHIACCIATO DA UN CIELO PLUMBEO, SCEGLIE DI PROCURAR TEMPESTA.
LIBERI TUTTI, LIBERI SUBITO!

Anarchici bolognesi

***

Obbligo di dimora per i due compagni arrestati a Bologna

Lunedì 13 luglio l'udienza per la convalida degli arresti di venerdì notte si è conclusa con il rigetto della richiesta del Pm e con l'obbligo di dimora per i due compagni nelle rispettive città di provenienza: Mattia ad Ascoli Piceno e Robert a Renon (Bz). È caduta l'aggravante dell'incendio che prevedeva la custodia cautelare in carcere. I capi d'imputazione rimasti sono: danneggiamento aggravato in concorso, imbrattamento e deturpamento senza finalità di terrorismo. Comunque i due compagni sono stati rilasciati alle 23 e 30 dopo 11 ore di attesa davanti al carcere dei genitori e dei solidali.

Mar, 14/07/2009 – 10:39
da informa-azione.info

http://www.autprol.org/