18/07/2009: Prove tecniche di guerra. Arresti preventivi per il G8
Gli arresti dei 21 studenti – accompagnati da perquisizioni in mezza Italia – per gli scontri al G8 Università del maggio scorso sono un fatto grave. Che siano arresti preventivi rispetto al G8 de L’Aquila lo dicono gli stessi inquirenti. Come accadeva in occasione delle visite pubbliche di Sua Eccellenza Benito Mussolini, un po’ di dissidenti vengono tolti dalla piazza per ostacolare l’opposizione agli 8 Grandi che si stanno incontrando nel capoluogo abruzzese.
Per lo stesso motivo, due anarchici erano stati arrestati alcuni giorni prima (anche in quel caso con 40 perquisizioni in diverse città e province).
Ma se l’occasione specifica è il G8, il clima che favorisce simili operazioni repressive è ben più generale.
Il governo ha appena aperto ufficialmente la caccia all’immigrato e al povero con il “pacchetto sicurezza”.
Dopo aver militarizzato i siti di discariche e inceneritori in Campania e sguinzagliato i soldati in diverse città italiane, ora lo Stato ci intima che il nucleare si farà, se necessario con l’esercito.
Che lo si voglia vedere o meno, sono le ricadute interne di un sistema in guerra. Che le misure di guerra possano varcare i confini della democrazia, d’altronde, lo rivela la gestione militare dei campi de L’Aquila: gli abitanti vengono infantilizzati e resi passivi dalla Protezione “civile” e controllati dai soldati per impedire ogni forma di autorganizzazione (non possono distribuire volantini, riunirsi in assemblea, cucinare da soli, bere vino o caffé né mangiare cioccolato).
Lager per immigrati, lager per terremotati, carcere per i ribelli: prove tecniche di gestione del conflitto sociale. Il modello sembra quello della democrazia israeliana: da una parte i muri, i check-point, le carceri a cielo aperto, dall’altra i giardini incantati, gli hotel di lusso, l’aria condizionata.
In una società ogni giorno più precaria, razzista e irreggimentata, non c’è più spazio per la mediazione.
Il vento soffia verso il manganello e la guerra tra poveri.
Sta a noi soffiare in direzione ostinata e contraria. Verso la solidarietà e la rivolta contro il potere.
Di fronte alla repressione, né buoni né cattivi, né colpevoli né innocenti. Tutti liberi.
anarchici
(volantino distribuito a Trento il 10 luglio 2009)
da informa-azione.info
http://www.autprol.org/