18/07/2009: Comunicato dalla Sezione di Alta Sicurezza di Rebibbia (Roma)
Sordi ad ogni richiamo...
Sordi al richiamo della Costituzione, sordi a qualsiasi forma e sostanza di buon senso.
Lo abbiamo più volte ribadito: le carceri sono diventate discariche dove rinchiudere esseri umani indesiderati.
Adesso si aggiungono anche i così detti clandestini colpevoli, a dire del governo, di essere privi di documenti… Nulla importa se non hanno commesso alcun reato e se cercano solo un posto dove sopravvivere.
Sicurezza non è garanzia di lavoro, garanzia di assistenza sanitaria, di educazione scolastica, diritto ad una vita dignitosa e non pura sopravvivenza. Sicurezza è solo, per coloro che vivono nell'agio dei Palazzi di potere, repressione e reclusione.
Senza sconti, senza possibilità di ricostruirsi una vita, senza affettività, senza progetti per il futuro. Adesso con il così detto "pacchetto sicurezza", con il reato di clandestinità, limitando la possibilità di usufruire dei benefici o di misure alternative alla custodia cautelare (con la scusa, infatti, di assicurare il carcere a coloro che commettono l'infame reato dello stupro hanno escluso da quella possibilità tanti imputati di vari altri reati) le carceri sono rigonfie di persone (perché di persone si tratta!) sempre più stipate.
Così per noi sarà sempre più ridotta la possibilità di lavorare e, forse è bene ricordare che il carcere, la detenzione, costa. Senza soldi in carcere non si vive. I costi di qualsiasi prodotto sono ben più elevati di quelli esterni dato che, a differenza dei consumatori che sono fuori da queste mura, noi detenuti-clienti non possiamo "punire" il commerciante di turno privandolo dei nostri acquisti e/o rivolgendoci ad altri. Come dire: chi lucra sui detenuti non teme concorrenza!
A ciò si aggiunga che lo stipendio mensile di un detenuto lavorante è chiamato "mercede" (termine medioevale) che rispecchia esattamente la realtà retributiva: una miseria regolata da non si sa quale contratto sindacale!
E adesso siamo al colmo!
Per rendere più "sicura" la società vogliono costruire ancora più carceri e così si è pensato bene di far pagare gli stessi detenuti recuperando i soldi necessari a questi "grandiosi progetti edilizi" dalla Cassa delle Ammende. Una tassa che viene prelevata dalle nostre "mercedi" (se definitivi e lavoranti) e fino ad oggi utilizzata per progetti di reinserimento dei detenuti.
Di fatto la Gozzini è tecnicamente cancellata. Al di là da qualsiasi ipocrisia democratica è lo stesso articolo 27 della Costituzione che viene totalmente beffeggiato! Niente benefici, alcun programma di formazione lavorativa, nessuna prospettiva di riprendere il filo di una vita sospesa. Solo la cinica ironia per noi detenuti di rivendicare la nostra partecipazione economica per ogni mattoncino del nuovo braccio, che conterrà decine di nuovi reclusi.
E poi c'è da sperare che i reclusi non siano minori di anni tre! Altra aberrazione di questo sistema. Tutti si scandalizzano nessuno fa' nulla di concreto oltre che blaterare false promesse per la soluzione di questa ignobile situazione.
Però il ministro della Giustizia con evidente soddisfazione su qualche TG annuncia che il 41 bis, strumento di tortura (e non perché lo diciamo noi detenuti ma così definito in varie sedi istituzionali europee e da varie associazioni per i diritti umani), prolungato per quattro anni (!!!), sarà anche più duro. Nel 41 bis non ci sono solo i nomi famosi, sempre sbattuti in prima pagina come giustificazione della tortura applicata in cotanto democratico Paese; a regime 41 bis ci sono persone che vivono come fantasmi murati... Privati non solo di qualsiasi relazione affettiva (almeno che non si ritenga che un'ora di colloquio e 10 m di telefonata mensile possano anche lontanamente servire a mantenerla) ma a restrizioni assurde che nulla hanno a che fare con la pericolosità sociale (una sola doccia al giorno anche durante l'enorme calura, nessun pacco alimentare né possibilità di cucinare).
Ci dicono sempre che non è il momento, che nessuno è interessato ai diritti delle persone detenute, eppure vogliamo continuare a farci sentire sapendo bene che le nostre voci, da sole, possono ben poco, se non riusciamo a sensibilizzare coloro che sono fuori da queste mura.
Per questo e tanto altro abbiamo deciso di procedere con una forma di protesta pacifica che consisterà nella rinuncia agli acquisti tramite "domandina" e "sopravvitto" (dal 10 al 19 luglio) e a una battitura giornaliera (dalle 15 alle 15,30) dal 10 al 15 luglio.
Roma, 10 luglio 2009
Detenute della Sezione di Alta Sicurezza di Rebibbia Roma"
http://www.autprol.org/