05/07/2009: DA BRUSHWOOD A SHADOW, STESSI INQUIRENTI, STESSA STAMPA
L’informazione funziona così: Il Messaggero: Pronti all’attentato al treno, arrestati (titolo) Sorpresi dai carabinieri vicino la Orte-Ancona.Trovati con i ganci per strappare la linea elettrica(sottotitoli). Chi legge pensa subito a ieri, invece no, 16 mesi fa!
Seconda mega-operazione a caccia di anarchici in Umbria in due anni, ancora una volta gestita dai ROS, ancora una volta c’è la Procura di Perugia, ancora una volta il PM è Manuela Comodi, ancora una volta il GIP è Nicla Flavia Restivo, ancora una volta l’accusa è “associazione sovversiva con finalità di terrorismo anche internazionale e di eversione dell’ordine democratico”, ancora una volta gli stessi reati contestati sempre dagli stessi (scusate la ripetizione, ma qui tutto si ripete) inquirenti, sono ben al di sotto di quella accusa. Insomma una storia già vista.
All’indomani del disastro ferroviario di Viareggio, dell’approvazione delle Ronde e dell’impunità per i servizi segreti, in piena emergenza securitaria, in piena emergenza terremoto, in piena emergenza economica, gli stessi ROS, lo stesso PM, lo stesso GIP mettono in campo una nuova accusa contro due giovani, Alessandro 23 anni, e Sergio 27 anni, che vedranno rovinata la loro vita. Da quello che abbiamo letto sembra di essere di fronte alla replica della vicenda che ha interessato i 4 giovani ragazzi di Spoleto, con una sola certezza per ora, che i due pagheranno sicuramente per la loro militanza politica.
Ancora una volta non c’è un attentato, ma giovani anarchici che “avevano in programma di compierli”!
Gli articoli dei giornali sono la replica esatta di quelli del 24 ottobre 2007; non è certo una carta a favore della credibilità dell’operazione. Stessi anche i cronisti che non soddisfatti di ripetere le informazioni degli inquirenti tentano degli accostamenti, che diffidiamo formalmente, fin d’ora di continuare a fare.
Si distinguono in questo senso ancora una volta i giornalisti de Il Messaggero che inventarono l’immagine dei “baby terroristi” di Spoleto, Italo Carmignani e Vanna Ugolini.
Scrivono i due. 40 perquisizioni, “tra Perugia, Terni, Torino, Viterbo, Aquila e Milano. Tutti componenti e affiliati di una cellula eversiva quasi una fotocopia quella spoletina condotta da Michele Fabiani, ora sotto processo per una serie di attentati e per pallottola mandata in busta alla Presidente Lorenzetti. La nuova inchiesta parte proprio da quel fascicolo e dai simpatizzanti del gruppo di Fabiani messi sotto controllo dai carabinieri all’indomani degli arresti. L’ultima cellula aveva un suo vangelo, un manuale clandestino”.
Italo e Vanna con qualche problema di grammatica di troppo per essere dei giornalisti, tornano quindi alla carica, quasi fossero l’Ufficio Stampa dei ROS, con una serie di allusioni che passano anche stavolta il segno (una cellula eversiva fotocopia di quella condotta da Fabiani; i simpatizzanti del gruppo di Fabiani; l’ultima cellula…), allo scopo di intorbidire la realtà, senza citare un fatto, uno, che sia a sostegno delle loro nuove provocazioni.
Ma anche il Corriere dell’Umbria in un articolo a firma pat.ant. cerca di intorbidire la situazione: “Il doppio arresto della scorsa notte, se verrà confermato l’impianto accusatorio, potrebbe aggravare la posizione dei 4 giovani spoletini (Michele Fabiani, Andrea Di Nucci, Dario Polinori e Damiano Corrias). Pat.ant. ci dovrebbe spiegare quello che scrive, visto che i ragazzi spoletini nel marzo 2008 erano agli arresti domiciliari, e Michele era nel supercarcere di Sulmona; e perché le 40 perquisizioni non hanno interessato in alcun modo Spoleto. Fantasia, superficialità o che altro ?
Mentre le affermazioni contenute nell’ordinanza del GIP sull’operazione “shadow”, riportato da La Nazione: “ le condotte illecite documentate, in tale scenario, vanno correttamente inquadrate in un più ampio progetto eversivo collegato ad aggregazioni ‘affini’ dell’area di ispirazione anarco-insurrezionalista, attive sia in Umbria che in altre località del territorio nazionale, con cui Fabiani in particolare, vantava stretti e consolidati rapporti”, sono semplicemente una menzogna.
Ma a Spoleto questa volta non hanno potuto inquinare la realtà, perché la rete di protezione popolare sorta intorno a loro, a tutti i livelli (l’intera città si è schierata a loro fianco e perfino le Istituzioni), li ha resi inutilizzabili per altre avventure dei Reparti Militari Speciali dello Stato.
Non ci stiamo comunque a subire in silenzio la propaganda di certi giornalisti.
Sugli arresti come detto, non possiamo che giudicare a partire dall’esperienza vissuta a Spoleto. Date alterate, informazioni dei VVFF rovesciate, dichiarazioni false, ci hanno insegnato che certe operazioni, in mancanza di fatti reali, non hanno alcuna credibilità.
Le informazioni dei giornali non hanno detto nulla di concreto, hanno anche in questo caso parlato di anarco-insurrezionalisti, di manuali clandestini (mille modi per sabotare il mondo), di partecipazioni alla manifestazione del giugno 2007 contro Bush a Roma, di ganci di materiale povero, di attentati che dovevano avvenire nel marzo 2008. Fatti alla luce delle cronache, nessuno.
Viene spontaneo chiedersi se erano così pericolosi ed è tutto vero, perché li hanno arrestati dopo 16 mesi. L’unico fatto che riusciamo a vedere è, ma sono gli stessi giornali a dirlo, che tra pochi giorni ci sarà il G8 a L’Aquila.
Ora i due ragazzi sono nel carcere di Spoleto; come Movimento che si è battuto per la libertà delle giovani vittime dell’operazione Brushwood e come spoletini, non possiamo dire altro che nei giornali di oggi abbiamo rivisto il film del 23 ottobre, con altri protagonisti nel ruolo delle vittime, esprimiamo perciò la nostra piena solidarietà ai due giovani e ne chiediamo l’immediata scarcerazione.
COMITATO 23 OTTOBRE
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