22/06/2009: INNSE PRESSE MILANO: arriva l'Esercito per sgomberare


E' stata direttamente la Polizia ad informare le maestranze in agitazione della decisione intrapresa dal Prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi.
Sarà direttamente l'Esercito, autorizzato dai provvedimenti di La Russa e Maroni in materia di sicurezza ed ordine pubblico, ad entrare in azione per sgomberare la fabbrica occupata da lavoratori e lavoratrici che non intendono assolutamente lasciare dismettere senza lottare "una fabbrica sana, unica in Europa ad eseguire certe lavorazioni particolari, possibili soltanto con i macchinari presenti all'interno dell'azienda", specifica un operaio e delegato RSU INNSE PRESSE.
L'atto giudiziario che prevede lo sgombero della fabbrica da operai/e resistenti e macchinari è nelle mani del Prefetto di Milano, che ha deciso di procedere, in data ancora da definirsi (almeno per quanto concerne le maestranze in lotta, probabilmente nell'ambiente attorno alla Questura una data c'è già).
Ciò a seguito della vendita da parte dell'ex-proprietario e rottamaio, Silvano Genta, di 4 macchinari alla "MPC S.R.L." di Santorso, comune del vicentino. L'azienda è in attività dal 1970 e, come riporta il sito ufficiale della ditta, "è in grado di offrire, oltre alla lavorazione meccanica di fresatura alesatura e tornitura, la gestione di forniture complesse che comprendano l’esecuzione di carpenterie, il montaggio, il collaudo dimensionale e strutturale e la certificazione dei componenti" lavorando "ogni tipo di materiale metallico o lega, sia di struttura generica che speciale, con dimensioni comprese tra pochi decimetri e 12 metri per 4.5 metri e pesi fino a 50 ton.". Tutte lavorazioni che la ex-INNocenti Sant'Eustachio ha affrontato per oltre mezzo secolo, e che ancora può affrontare senza nessun tipo di problema.
I/le 50 dipendenti, ora purtroppo divenuti 49 a seguito della scomparsa di un Compagno, sono persone di provata competenza, operai altamente specializzati come pochi in Italia, a dispetto della forte richiesta e presenza di personale straniero all'interno di aziende che richiedono competenze estremamente specifiche nel settore.
"L'azienda è sana, siamo noi stessi a portare avanti le lavorazioni e le commesse" mi spiega Sergio, RSU INNSE-PRESSE.
Nulla di tutto questo è valso qualcosa per fare cambiare idea alle Istituzioni: il 10 febbraio scorso le Forze dell'Ordine hanno caricato pesantemente gli/le operai/e al presidio, coinvolgendo nello scontro persino il Consigliere Regionale di Rifondazione Comunista, Luciano Muhlbauer, ed il Consigliere Provinciale di Milano, Luca Guerra, del Partito dei Comunisti Italiani, attivissimi nella difesa della fabbrica e dei posti di lavoro che contiene e che potrebbe ulteriormente contenere.
Dopo più di un tavolo di incontro tra Comune, Provincia, Regione, il rottamaio Genta e le maestranze in agitazione, sembrava che la situazione stesse prendendo un'altra piega: le Istituzioni avevano finito per diffidare Genta ed i suoi scagnozzi dall'intraprendere ulteriori iniziative in senso unilaterale, difendendo, anche se solo parzialmente, il presidio in Via Rubattino. Ovviamente, il rottamaio ha trovato nuove occasioni per sabotare lo stabilimento, sottraendo e devastando fusibili e componenti elettriche indi rallentando notevolmente il lavoro dei/delle 49 Compagni/e.
In clima elettorale (la Provincia di Milano va al secondo turno di votazioni, a causa del ballottaggio tra Penati e Podestà) evidentemente è tempo di intervenire, per mostrare una faccia dura quanto meschina ed arrogante: si scomoda addirittura l'Esercito, come durante gli anni più bui dell'Argentina piduista di Videla e Massera, od il Cile di Pinochet.
Nell'Italia piduista di Silvio Berlusconi non ci si discosta dalla buona tradizione neofascista, infarcita e non poco di una distinta quantità di speculazione edilizia collegata all'EXPO-2015. Diversi miliardi di euro che circoleranno tra palazzinari, politici collusi e mafiosi di Milano e dintorni: gli unici a non guadagnare saranno proprio gli operai INNSE, decisi comunque a resistere duramente in nome del lavoro e della dignità.
La nuova grande conquista mafiosa del 2015 (allora saranno 21 anni dalla presa del potere Istituzionale) sottrarrà a breve una fabbrica storica del milanese e dell'Italia intera. Anche se dovrà fare i conti con l'organizzanda resistenza operaia che farà di tutto per difendere la cultura della pace e del lavoro. E non è poco.

da lombardia.indymedia.org/node/19236

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