22/06/2009: Lettera dal carcere di Nuoro
Cari compagni,
il 19 giugno del 1986 nelle carceri del Perù sono stati massacrati 300 prigionieri politici.
Questa è la data in cui noi prigionieri politici ci sentiamo colpiti da questo massacro.
I massacri che sono successi nelle carceri peruviane, tedesche, spagnole, inglesi, turche ecc. non erano i primi e non saranno neanche gli ultimi…
Perché i sovrani considerano gli oppositori, i rivoluzionari, gente che lotta contro l’ingiustizia e che lotta per l’indipendenza, la democrazia e i diritti umani, come il nemico…
Cercano di eliminarli o di isolarli dal resto del mondo. Sotto la parola magica “lotta al terrorismo” tutti i diritti umani vengono cancellati.
Questa parola magica consegna agli imperialisti e ai loro collaboratori il diritto di torturare, di isolare e di massacrare. Per cui i prigionieri politici sono sempre nel mirino.
I massacri e gli isolamenti dei prigionieri nelle diverse carceri (tedesche, peruviane, turche, inglesi, spagnole, ecc.) sono le strategie che fanno parte dell’attacco generale dei sovrani contro i popoli oppressi.
Vengono costruite sempre nuove carceri di isolamento tipo Stammheim, F-type, Guantanamo, Mesa ecc.
I problemi dei prigionieri diventano giorno dopo giorno sempre di più simili in qualsiasi parte del mondo. Perché il metodo dell’isolamento che applicano i sovrani nei confronti dei prigionieri nelle diverse carceri sono uguali. Per cui il problema delle carceri non può essere affrontato come una questione locale, bensì come un problema internazionale.
Cercano di creare una società unica, che obbedisca ai loro ordini, una società che non ha le idee, senza pensiero.
Quindi iniziano questa “opera” con i prigionieri politici. Perché i prigionieri politici sono il popolo, sono i proletari, che hanno lottato e lottano per una prospettiva di superamento dell’attuale società.
Cari compagni oggi abbiamo bisogno dell’unità tra gli oppressi, le vittime del capitalismo e del concetto di globalizzazione imperialista.
Oggi abbiamo più bisogno della vostra solidarietà, della solidarietà dei nostri amici, parenti e compagni.
La vostra solidarietà che ci rende più forti, così noi sappiamo che non siamo mai soli.
Viva la solidarietà internazionale!
Contro l’isolamento, le torture e i massacri compiuti nelle carceri in ogni angolo del mondo.
Viva la resistenza dei compagni nelle carceri peruviane, turche, spagnole, francesi, italiane, tedesche, in tutto il mondo.
La solidarietà è un’arma!
A pugno chiuso
Avni Er
Nuoro, 12/06/2009
lasolidarietaeunarma@libero.it
http://www.autprol.org/