04/06/2009: Belgio: movimento anticarcerario


Negli ultimi anni in Belgio è divampato un gigantesco potenziale di conflitto attorno alle condizioni di prigionia.
Siccome su questo terreno i prigionieri sociali e i circoli anarchici mirano allo stesso scopo, c’è materia su cui riflettere. Questo è esattamente quel che manca nella lotta anticarceraria nella Rft.
Le carceri belghe sono, in parte, totalmente nelle mani e controllate da guardie che spesso entrano in sciopero. I pestaggi sui prigionieri sono numerosi. Anche per questo da anni scoppiano rivolte alla quali lo stato non ha dato risposta.
Lo stato belga funziona anche per il riuscito contenimento del conflitto fra fiamminghi e valloni. In ogni caso i continui scandali che marchiano le carceri, nell’ambiente della sinistra hanno sviluppato una sensibilizzazione per la problematica. Questo sviluppo include anche i Centri di espulsione, contro i quali esistono, rispetto alle carceri, tante più proteste.
Alcuni prigionieri, innanzitutto di origine africana, in seguito alle rivolte, sono stati dichiarati nemici dello stato. Ne è un esempio Farid Bamouhammad. Farid è considerato il nemico principale dell’apparato carcerario belga, poiché ha preso parte a diverse azioni e rivolte. Lui ha espropriato numerose banche ed è stato infine condannato a 17 anni per aver ucciso il violentatore della sua donna.
Un altro prigioniero contro il quale si è accanita la Frazione Legge e Ordine, è Nordin Benallal (www.sueddeutsche.de/thema/Nordin Benallal).

Nelle carceri belghe la resistenza dei prigionieri è molto più robusta che nella Rft, il tradimento è più disprezzato. Il Belgio ha reagito a questa situazione con la costruzione di nuovi bracci ad alta sicurezza nelle vecchie carceri ed anche costruendone di nuove. Le condizioni dentro queste nuovi bracci e galere possono essere soltanto prese in considerazione come tortura dell’isolamento. Quel che venne sviluppato negli anni 70, adesso è diventata realtà per non poche persone in carcere. Negli ultimi anni si è sviluppata un’incredibile crescita degli ammutinamenti, delle rivolte e di attacchi contro le guardie. Regolarmente i prigionieri distruggono intere sezioni. Nel corso di ogni rivolta fuori vengono compiute immediatamente azioni di solidarietà.

Per saperne di più: suieetcendres.blogspot.com/

21 maggio 2009
da de.indymedia.org/2009/05/251227.shtml

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Strasburgo: 3 anni di carcere ad un compagno

Il processo di Strasburgo contro un compagno di 26 anni si è concluso con una condanna di 3 anni, di cui 2 con la sospensione condizionale. Occasione dell’arresto è stato un episodio accaduto nel corso dell’intervento di polizia contro il folto gruppo di clown che si muoveva all’interno della protesta contro il vertice NATO di inizio aprile.
Quando quel giorno la polizia iniziò a spingere ai bordi del campo l’esercito dei clown e cominciò ad arrestare indiscriminatamente tanta gente, il giovane di Strasburgo si trovava nei paraggi con il suo scooter. Lui è stato accusato di aver aiutato uno, al quale avrebbe anche passato l’accendino, seduto sul sedile posteriore della sua moto, il quale aveva lanciato un petardo in direzione della polizia. A causa di questo petardo presero fuoco i calzoni di un poliziotto, che sarebbe anche rimasto ferito ad un piede. Mentre il presunto lanciatore non è mai stato identificato, il giovane di Strasburgo è rimasto in galera un mese in attesa del processo.
Oggi, 12 maggio, si è aperto il processo davanti al “tribunale di prima istanza” di Strasburgo in cui il giovane era accusato di “complicità nell’aggressione”. Il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 12-18 mesi. Nella sua requisitoria ha fatto chiaramente riferimento al fatto che il giovane è originario di una periferia. In gioco è entrata anche l’aggravante (recidiva), perché, l’accusato era già stato condannato 6 volte, da qui la richiesta parziale della condizionale. Dal pubblico ministero è stato esposto l’argomentazione stereotipata, secondo la quale l’accusato avrebbe utilizzato la protesta del vertice soltanto come palcoscenico per esercitare le aggressioni contro i poliziotti. Solo un’osservazione del pm sugli attivisti è stata spregevole, in generale si è attenuto alla definizione “attaccabrighe, chiassoni”. Effettivamente in questo processo non c’è nessun tipo di valutazione ufficiale dell’accusa contro un black block responsabile dell’eskalation della violenza. Gli atti violenti sviluppati nelle manifestazioni sono gettati esclusivamente sulle spalle dei giovani delle banlieus pronti alla violenza.
L’imputato ha contestato con veemenza la pretesa del pm, secondo la quale lui avrebbe agito assieme ad un altro.
La sua condanna in effetti è stata fondata su indizi rimasti inadeguati. Il voluminoso video-materiale accolto dai poliziotti colpiti dal petardo, oggi non è stato visto perché il video-proiettore era guasto. Perciò la ricostruzione del giudice, che ha visto il video-materiale della polizia, non è stata ancora assunta. L’imputato ha ribaltato l’affermazione dell’accusa secondo la quale lui avrebbe avuto un socio sulla moto così facilitato a compiere il lancio del petardo. Sorprendentemente nel corso del processo sono comparse testimonianze dei poliziotti in contraddizione con le precedenti. Per esempio, in una prima ricostruzione, anche filmata, i pantaloni dei poliziotti, fra i quali è caduto il petardo, risultavano bruciati soltanto in fondo, nelle testimonianze diffuse oggi si dice di pantaloni bruciati fino alla coscia.
L’avvocato dell’imputato ha messo in rilievo che il suo cliente non avrebbe nessuna vicinanza politica alle manifestazioni, che le sue azioni non sono frutto di un desiderio aggressivo, che sono, al contrario, soltanto sciocchezze. Effettivamente la dura condanna a 3 anni di carcere per il possesso di un accendino e per la “tendenza al furto” di un “recidivo” non può essere considerata separatamente dalla dura repressione nelle banlieu.
Oltre ad 1 anno di carcere e altri due anni di condizionale, il cittadino di Strasburgo dovrà pagare i danni ai poliziotti. Infine il giudice ha deciso che la condanna diventi immediatamente esecutiva.

12 maggio 2009
da de.indymedia.org/2009/05/250405.shtml

http://www.autprol.org/