01/06/2009: Torino: Per i compagni libertà, estendiamo la solidarietà!


Lunedì 1 giugno ci sarà a Torino l'udienza del tribunale del riesame per Domenico e Alessandro. Fuori dall'aula (l’udienza è a porte chiuse) ci sarà un presidio di solidarietà dalle ore 9.00, tribunale di corso Vittorio.

Sui fatti di Torino
Come Compagni e Compagne per la Costruzione del Soccorso Rosso in Italia ci stringiamo solidali attorno a tutti i compagni colpiti dalla repressione in queste ultime settimane a Torino e facciamo appello a tutti per sostenere e rafforzare con le proprie forze e capacità le mobilitazioni che il movimento torinese promuove per la libertà dei compagni.
I fatti che hanno portato agli arresti e la situazione in cui si collocano mostrano ancora una volta (e sempre più frequentemente negli ultimi tempi) che sempre più il carcere e la lotta contro di esso, l’organizzazione della solidarietà di classe attorno ai colpiti, la difesa della lotta e dell’identità degli arrestati sono parte integrante della lotta e della ribellione dei compagni e dei proletari che alzano la testa.
I fatti ci parlano di lotte di operai, di studenti, di antifascisti e ci parlano anche di forte repressione e criminalizzazione: un segno chiaro di come ai padroni e al loro stato serva usare la mano pesante perché, dentro la crisi prodotta dal loro sistema, non hanno altre soluzioni da offrire a chi protesta.
Il 19 maggio a Torino vengono arrestati Domenico, compagno operaio torinese, accusato di detenzione, fabbricazione e porto di materiale esplodente e infiammabile e Alessandro, compagno studente universitario a Milano, accusato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale e porto di oggetti atti ad offendere. Il fermo di Domenico è avvenuto per un controllo, in una piazza limitrofa a quella del concentramento della manifestazione contro il G8 delle università, dove aveva appena parcheggiato l’auto.
I compagni sono poi stati portati in questura e alla fine tradotti in carcere in attesa della decisione sulla loro custodia cautelare. Giovedì 22 maggio sono stati convalidati gli arresti e rifiutate le misure alternative al carcere.
I fermi sono avvenuti nel contesto delle giornate di mobilitazione degli studenti contro il G8 delle università in corso a Torino che sono state caratterizzate da episodi di tensione e scontri tra il movimento e le forze dell’ordine che hanno caricato gratuitamente e pesantemente a più riprese. Giornate che sono seguite alla manifestazione degli operai di tutto il gruppo Fiat in cui si è espressa con forza tutta la rabbia dei lavoratori che, giustamente, hanno a più riprese contestato i vertici sindacali e per questo sono stati criminalizzati da mass media e politicanti vari che hanno spacciato una accesa discussione con Rinaldini (Fiom) come un’aggressione rispolverando la solita storia del “terrorismo”.
La rabbia operaia, degli studenti e di tutti i proletari aumenta sempre più dentro la crisi e, proprio per tale ragione, la borghesia utilizza la repressione come arma per sedare le proteste e creare terrore. Decine, infatti, sono i giovani che in questi giorni di dissenso sono stati fermati dagli sbirri e portati in questura e altri due compagni sono stati fermati per antifascismo. In questa lunga settimana di lotte a Torino i padroni, i loro servi e il loro Stato, attraverso una collaudata strumentazione, hanno tentato di dividere il movimento tra buoni e cattivi, per controllarlo meglio, portando avanti la tesi dei "violenti infiltrati" alle manifestazioni anticapitaliste e nelle lotte sociali. Fanno in questo modo perché vorrebbero impedire all’infinito che dalle lotte sociali e di classe nasca la coscienza della necessità della lotta rivoluzionaria per il cambiamento della società, sanno che dentro ad ogni lotta cresce questa possibilità e crescono i compagni che la possono tenere aperta.
A questo scopo il 19/5 “Il Giornale”, il giorno stesso in cui poi sono avvenuti gli arresti, ha pubblicato un articolaccio in cui Vincenzo Sisi, operaio rivoluzionario di Torino, sotto processo a Milano per la famigerata “Operazione Tramonto”, veniva praticamente accusato di essere il "burattinaio" che oggi muove i fili e le trame nascoste dietro alle proteste operaie e di malcontento popolare. Vincenzo, è certo, non ha potuto determinare le lotte di questi giorni (è in carcere ad Opera), ma sicuramente se non fosse stato sequestrato dallo Stato e rinchiuso in galera sarebbe stato in piazza con i suoi compagni di lavoro
La solidarietà e l’unita del movimento contro gli arresti (tra l’altro Domenico è parente di Vincenzo Sisi) sono le sole armi per respingere queste squallide operazioni.
Domenico quest’arma l’ha impugnata dal giorno dell’arresto di Vincenzo partecipando a tutte le battaglie dell'Associazione Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati il 12/02/07 e più in generale nel portare solidarietà e nel difendere l'identità dei rivoluzionari rinchiusi nelle galere e ostaggi dello Stato.
Ora Domenico, operaio in cassaintegrazione, dovrà affrontare anche l’attacco del padrone che minaccia il licenziamento dopo il suo arresto.

27/5/2009
Compagni e Compagne per la Costruzione del Soccorso Rosso in Italia

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