28/05/2009: Sanità Veneto. Continuano privatizzazioni e consulenze faraoniche… pagate con denaro pubblico
La spesa sanitaria in Italia è salita dal 2002 al 2007, del 5,17% l’anno.
Proprio con la scusa di contenere la crescita della sanità pubblica in rapporto al “Prodotto interno lordo” del nostro Paese e, quindi con la motivazione dei vincoli finanziari, si fa sì che la spesa sanitaria privata acquisisca sempre maggior rilievo, ottenendo però alla fine ulteriori lievitazioni di esami e cure, prestazioni erogate dal privato accreditato e posti letto nelle cliniche private convenzionate.
E la sanità, a parere della Corte dei Conti, è uno dei settori più esposti agli sprechi.
Nella nostra Regione Veneto la sanità è del 70% pubblica, in rapporto al restante 30% del privato, comunque anch’esso pagato con denaro pubblico.
Più del 50% della spesa per farmaci è ormai a carico dei privati.
Solo per consulenze ed incarichi esterni le Asl del Veneto bruciano 28 milioni di euro all’anno, una fettona pari al 17,59% dei duecento milioni bruciati dalle Asl a livello nazionale: 2.186 consulenti per 2.865 incarichi (anni 2006/’07 e primo semestre ’08).
Alcuni giorni fa una delibera della Giunta Regionale del Veneto ha previsto la designazione di tre esperti, di caratura nazionale, che costeranno al fondo sanitario regionale ben 150 mila euro per un massimo di otto mesi di lavoro.
I tre tecnici sono incaricati di valutare l’esito delle quattro sperimentazioni gestionali “miste” - con patrimonio cioè pubblico-privato -, in scadenza nel Veneto e relative:
- all’Ospedale “Codivilla Putti” di Cortina - 51% di azioni all’Usl 1 di Belluno e 49% alla «Giomi» spa di Roma -, che scadrà il prossimo 30 giugno ‘09;
- al “Polo Riabilitativo” di Motta di Livenza - binomio Usl 9 di Treviso-Casa di cura di Abano -, che scadrà il prossimo 31 dicembre ‘09;
- all’ex Nosocomio di Cavarzere - azioni divise tra Usl 14 di Chioggia, Comune e privato -, ora trasformato in plesso con Rsa, Casa di Riposo, Poliambulatori e Punto di Primo Soccorso, con proroga fino al 15 dicembre 2010;
- alla “Sersa” di Belluno - spa tra Usl e Comune -, Rsa per anziani, malati di Alzheimer e di Sla, forte di 500 letti, sperimentazione già scaduta lo scorso 31 dicembre 2008.
I professionisti dovranno valutare i risultati conseguiti dalle sperimentazioni e dire se conviene prorogarle, renderle definitive o interromperle.
Apprendiamo dalla stampa che il problema più rilevante è l’Ospedale Codivilla di Cortina. E’ al centro infatti di un’inchiesta penale con tredici indagati per truffa e falso, e di una della Corte dei Conti: l’accusa è di aver falsificato le schede di dimissioni ospedaliere per ottenere rimborsi maggiorati dalla Regione.
La situazione è esplosiva ed è una gestione che dura dal 2003.
Il lievitamento dei DRG, “Diagnosis Related Groups”, che sono un sistema di classificazione dei ricoveri negli ospedali per acuti costruiti a partire dalla scheda di accettazione/dimissione ospedaliera attraverso i quali il Servizio Sanitario Nazionale rimborsa le spese alle Aziende Ospedaliere - più gli interventi sono complessi, più i Rimborsi Pubblici sono alti, - è lo stesso che ha permesso il raggiungimento di OTTIMI PARAMETRI di bilancio alla Clinica Privata Santa Rita di Milano, premiata dalla Regione Lombardia nel 2003, prima dello scandalo degli Orrori.
L’introduzione del sistema delle tariffe è entrato in funzione in Italia dal 1/01/1995 e sta trasformando la salute in business: la politica ospedaliera tende a contenere i costi di produzione al di sotto dei livelli definiti dalle tariffe, aumentando la probabilità’ che un paziente possa essere dimesso in condizioni di salute non perfettamente ristabilite.
Attualmente nella nostra Regione i posti letto nel settore pubblico sono circa il 40% di quelli di trent’anni fa: la drastica riduzione non solo non ha portato risorse per la prevenzione e la riabilitazione, ma sono anche aumentati i costi medi per ricovero e per posto letto, con i Pronto Soccorso presi d’assalto.
In realtà tutte le privatizzazioni e gli appalti, assicurando profitti ai privati, sollecitano attività lucrative, sperperi di denaro e corruzione, facendo inoltre scadere la qualità dei servizi sanitari e delle forniture.
E’ di questi giorni lo scandalo relativo alle ultime truffe sui farmaci, di cui un famoso salvavita. Ricordiamo inoltre le continue gare d’appalto “annullate” dalla magistratura, le mazzette per favorire le strutture private, quelle per pilotare le bonifiche delle aree e lo smaltimento dell’amianto sino alla falsificazione dei valori delle discariche di alcune ditte.
E’ assolutamente urgente rilanciare politiche sanitarie che mantengano pubblico il sistema, che lo finanzino adeguatamente con strutture e mezzi, a partire da sufficienti dotazioni organiche e non appalti alle cooperative.
La gestione imprenditoriale degli Ospedali mortifica medici ed operatori tutti.
Solo chi non conosce la vita dei reparti può, infatti, inventarsi campagne contro i presunti fannulloni.
In realtà… questi fannulloni sono l’unica umanità rimasta nei servizi sanitari,
sempre più mercificati da appalti miliardari e burocrazia.
18 maggio 2009
COBAS Sanità Venezia
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