28/05/2009: Bologna: Comunicato sull'arresto di Nicu
Nella notte di martedì 26 maggio alcuni compagni che trascorrevano la serata passeggiando per le vie di Bologna sono stati fermati dalla Digos davanti allo Spazio di Documentazione Fuoriluogo in via San Vitale per una “normale” identificazione. Questo fermo si è trasformato, per due di loro - un ragazzo e una ragazza – in arresto, e di lì a poco, in processo per direttissima per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. L’esito del processo ha confermato i capi d’accusa arrivando fino alla condanna, con una pena effettiva di sei mesi di carcere per il ragazzo, e di tre mesi – momentaneamente sospesa – per la ragazza.
Le pene suddette trovano la loro presunta ragion d’essere nella resistenza al fermo – che perfino negli atti del processo è stata definita blanda – da parte del ragazzo, che essendo già noto e stranoto alle forze dell’ordine, non vedeva ragioni per le quali dovesse essere identificato di nuovo anche in quel momento, e nel possesso di uno spray urticante e di un coltellino che la ragazza portava con sé. La giustizia di Stato, in vena di rappresaglie, ha fatto il suo corso con la mano abbastanza pesante.
Ma in questo come in mille altri casi non c’è vittimismo che tenga: non ha alcun senso perdersi nelle solite considerazioni, più o meno lagnose, più o meno rassegnate, su quanto sia bastarda la polizia e su quanto faccia schifo la repressione. Spesso si sente dire che la polizia e le forze dell’ordine in generale “fanno semplicemente il loro lavoro”, e chi sostiene questo, in buona o in malafede, ha ragione. Questo lavoro, il più indifendibile, servile e merdoso che sia dato di svolgere su questa terra, consiste appunto nella difesa armi alla mano dell’ordinamento sociale vigente, nella salvaguardia degli interessi degli sfruttatori, nel controllo di ogni forma di “devianza” sociale; senza dimenticare la repressione di coloro che si oppongono coscientemente al sistema dominante nella sua totalità e senza mediazioni. Per levare di torno questi ultimi, i cani da guardia del potere si aggrappano talvolta anche alle bazzecole più insulse, come è avvenuto in questo caso, davvero intollerabile, in cui sono stati dati 6 mesi di carcere senza che uno sbirro uno si sia pigliato – cosa assai auspicabile – una mazzata in testa, né un cazzotto ben assestato, né alcunché di simile.
A queste condanne, che dovrebbero valere come monito contro tutti gli oppositori, ha senso rispondere in un solo modo: non arretrando di un millimetro ed esprimendo la massima inimicizia verso l’infamia dell’esistente e di chi lo difende, che è anche la miglior maniera di portare la propria solidarietà al compagno incarcerato. Alla fantasia e alle inclinazioni di ognuno la maniera più adeguata per farlo.
NON UN PASSO INDIETRO DI FRONTE AI SERVI DELLO STATO E DEL CAPITALE!
NICU LIBERO! LIBERI TUTTI!
anarchici
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Roman Nicusor
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