20/05/2009: Milano-Monza andata e ritorno


Credevano, loro, che la la voce di chi non si rassegna alla deriva autoritaria dei nostri tempi potesse essere zittita con una razione di brutalità poliziesca; credevano, loro, che le botte e le denunce distribuite dalla Polizia Locale, ormai nuova milizia territoriale, potessero garantire la tranquillità dello struscio monzese; credevano, loro, che la Croce Rossa Italiana potesse continuare a far bella mostra di sé nell'anestesia generalizzata.
Ma si sbagliavano...

Domenica pomeriggio, una cinquantina di antirazzisti hanno attraversato ancora le strade di Monza, non solo per denunciare l'aggressione del giorno precedente, ma anche e soprattutto per ribadire le ragioni dell'attacco alla Croce Rossa; così, le orecchie ovattate dei cittadini monzesi hanno potuto nuovamente sentire la descrizione del vero volto della CRI, della sua compromissione negli scenari di guerra, della sua complicità nella gestione dei lager di Stato (CIE, già CPT); così, la compiaciuta autocelebrazione dei crocerossini, benché protetta da un cordone di carabinieri, è stata nuovamente turbata dagli slogan di chi urlava loro in faccia "Assassini, aguzzini".
Sulla via del ritorno il fato ha poi voluto che s'incrociasse uno stand di leghisti, intenti a propagandare il loro credo razzista, uno stand che, dopo essere stato energicamente smosso, è infine rimasto senza bandiere al vento...

Questo viaggio Milano-Monza andata e ritorno ricorda quantomeno tre banalità di base: che la Polizia Locale è ormai parte integrante dell'apparato di militarizzazione del territorio e che, soprattutto in provincia, ha sostituito la propria immagine bonaria e mediatoria del passato con quella feroce della repressione quotidiana; che ciò che non si può tacere deve essere detto con forza e in ogni occasione; che ciò che deve essere fatto non può essere delegato.

Comitato Antirazzista Milanese

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