12/05/2009: La lotta degli operai Continental continua: Presidio di fabbrica a Sarreguemines


All’inizio l’intenzione degli operai Continental di Clairoix, nel nord della Francia, era quella di recarsi per un’iniziativa di lotta ad Aachen in Germania, protestando là davanti alla fabbrici di pneumatici contro la decisione di chiusura da parte del gruppo multinazionale. Almeno di tale intenzione parlava la voce che si era sparsa, col risultato che un vero esercito di polizia era stato messo a disposizione per aspettare l’arrivo degli operai ribelli, con almeno 20 vetture, pattuglie di poliziotti a cavallo facendo la guardia davanti all’immenso parcheggio sbarrato, cani che abbaiavano rinchiusi in vagoni speciali, davanti ai cancelli i pompieri dell’azienda, inoltre molti investigatori in borghese a sorvegliare la situazione. Insomma, è stato mobilitato tutto ciò che lo Stato dei padroni ha sotto le armi per reprimere la protesta operaia. Poiché, quello che da alcuni mesi si sta verificando in Francia, in Germania va soffocato sul nascere. Le forze dell’ordine si erano preparate ad ogni eventualità, aspettando poi delle lunghe ore l’arrivo degli operai combattivi. Hanno però aspettato a vuoto, perché gli operai Continental non sono arrivati. Dove
allora si sono persi?
«Abbiamo dimostrato che possiamo andere dove ci pare», Xavier Mathieu, il portavoce degli operai Continental, all’occasione della manifestazione del 23 aprile ad Annover, fra l’altro ha detto anche questo. Mercoledì 6 maggio, di mattina presto 300-400 operai partono da Clairoix con 60 macchine. Mentre ad Aachen l’intero esercito di polizia gli sta ancora aspettando, sono già arrivati a Sarrguemines, alla fabbrica Continental presso la frontiera tedesca. Dopo il rinuncio alla manifestazione davanti alla fabbrica di Aachen da parte dei loro colleghi tedeschi, hanno cambiato idea, dicono gli operai, e si mettono subito al lavoro facendo saltare la serratura dei cancelli e conquistando la fabbrica col grido di battaglia: «On est chez nous» (siamo da noi) e «Continental Solidarité». Alcuni operai abbandonano il lavoro e giungono al presidio di fabbrica. Xavier Mathieu gli dice: «Voi siete i prossimi che vengono licenziati, unitevi alla nostra lotta». Dall’altra parte, un delegato del moderato sindacato CFDT si lamenta che non sono stati avvisati prima, e aggiunge: «Dobbiamo riflettere».
Deve riflettere anche Philippe Gustin, segretario di Stato per l’Industria, dopo che gli è arrivata la rivendicazione degli operai Continental per una riunione tripartitica tra maestranza, vertici del gruppo tedesco e rappresentanti dello Stato francese. La risposta dovrebbe arrivare nel pomeriggio o l’indomani. Nel frattempo gli operai di Clairoix rimangono nella fabbrica di Sarrguemines. Finchè non è stata stabilita una data precisa continua il presidio, ha ribadito Xavier Mathieu e, se è necessario anche per parecchi giorni. Di ogni modo, gli operai hanno già preveduto portando con se tende e saccopeli. Nelle strade presso la fabbrica sono arrivati le vetture dei celerini francesi CRS. Dietro il cancello sbarrato sta bruciando un gran mucchio di pneumatici spargendo arsura fino a dieci metri di distanza. Il fitto fumo nero che sale nel cielo e viene portato dal vento verso est, ha un significato preciso: questa fabbrica è presidiata dagli operai.

Da quando è stata annunciata a metà di marzo la chiusura della fabbrica di pneumatici a Clairoix con 1.100 dipendenti, gli operai Continental sono diventati il simbolo della lotta dura contro licenziamenti e chiusure di fabbrica. Il governo francese tenta di trovare un compratore per lo stabilimento negoziando con l’investore arabo MAG, il quale da anni sta cercando una produzione di pneumatici e ha visitato recentemente la fabbrica di Clairoix. Sebbene il gruppo Continental si è dichiarato aperto alle trattative con MAG offrendo persino “un’assistenza technica” agli investori di Dubai, gli operai Continental non vedono molte speranze in una ripresa da parte di MAG. Poiché, il possibile acquirente vuole che la produzione resti in Francia, e tale intenzione non è compatibile con i progetti della multinazionale che – secondo un giornale francese – vuole “ridurre la produzione globale di pneumatici nel contesto della crisi di automobili”, come se la richiesta di pneumatici venisse determinata principalmente dal numero di macchine fabbricate nuove e non da quello di chilometri fatti sulle strade.

Su magliette degli operai Continental sta scritto: « Continental Patrons voyoux» (Continental padroni mascalzoni). Con l’apertura di nuove fabbriche moderne – per esempio in Romania – la stessa multinazionale prima ha creato una produzione eccessiva, per poi approfittarne facendo una competizione tra i vari stabilimenti e mettendo gli operai di un luogo contro quelli di un altro. In contraccambio di una garanzia del posto di lavoro fino al 2012, gli operai di Clairoix due anni fa hanno accettato di lavorare di più per lo stesso salario. Intanto ci sono troppi pneumatici, e Continental incomincia a chiudere quelle fabbriche che rendono meno, incominciando con i 1.100 dipendenti a Clairoix. «Bisogna smettere di inculare la gente!!» ha dichiarato Xavier Mathieu nella televisione francese, dopo che un tribunale si è messo dalla parte dei “padroni mascalzoni” della Continental e come reazione spontanea gli operai hanno devastato una prefettura.

Il presidente RSU Continental di Aachen, il quale è anche presidente della RSU europea del gruppo, viene citato nella stampa con la dichiarazione che in questa situazione tesa non vuole trattare con gli operai che presidiano la fabbrica di Sarreguemines: «Non siamo abituati a questo.» Per le RSU delle fabbriche tedesche di Continental sarebbe ora di smettere di fare il sonno del giusto! Loro sono stati eletti per difendere gli interessi degli operai e non quelli dei padroni! Fino a quando RSU e sindacati sono impregnati dalla logica padronale, agli operai minacciati da licenziamento non resta altro che prendere in mano loro stessi la difesa dei loro interessi, e ciò seguendo l’esempio degli operai francesi Continental.
Alla manifestazione di Annover, Xavier Mathieu ha ricordato anche i compagni tedeschi che «la chiusura di una fabbrica non è destino, invece è una scelta, una scelta disumana e inammissibile che ha l’unico motivo di guadagnare più soldi. Con la lotta siamo in grado di far fallire i loro progetti, di costringerli con la forza a cambiare la loro scelta, poiché loro hanno questa scelta. Il fattore decisivo è il rapporto di forza tra noi e loro. (…) Non abbiamo nulla da perdere. I sacrifici che questa lotta ci richiede non sono niente confronto ai sacrifici che ci vengono imposti dai padroni e dai loro servi, dai loro alleati aperti e nascosti. (…) Loro ci vogliono spezzare la spina dorsale, portandoci al macello come pecore. Invece no, loro hanno da combattere con operai in lotta che tengono testa al loro destino». Che questo discorso eccellente e chiaro risvegli non solo gli operai Continental in Francia e Germania, ma tutte le operaie e operai che sono colpiti da licenziamenti in Germania, in Francia, in Italia, in Svizzera e in tutti gli altri paesi!

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