11/05/2009: Aggiornamenti dalle lotte contro i CIE


Continuano le mobilitazioni dentro e fuori le gabbie di Roma e di Bologna. Nate dal pestaggio di Raya e dalla morte di Nabruka, sembrano proprio disegnare una nuova ondata montante di questo movimento per la distruzione dei Centri che, nato con le rivolte lampedusane di inizio anno, ha già ampiamente minato il tranquillo trantran dei lager di mezza Italia. Un mese e mezzo sulle barricate, con scioperi, rivolte ed evasioni di massa, poi la risacca dopo la notizia dell’effimera sconfitta del governo sulla normativa dei sei mesi e poi ancora le piccole e grandi vendette dei gestori dell’ordine contro alcuni dei protagonisti delle lotte. Ora che la tregua è rotta, si torna all’attacco. Ricomincia la mareggiata: noi, come sempre, siamo orgogliosi di documentarla.

Bologna. A concludere la settimana di fuoco del pestaggio di Raya ci pensano due reclusi, con determinata disperazione: uno inghiotte 10 lamette da barba, mentre l’altro si taglia in tutto il corpo, in particolar modo nelle gambe. L’ambulanza, come sempre, è stata chiamata con grande ritardo e reticenza dagli operatori della Misericordia. Il primo è stato ricoverato, mentre il secondo, curato alla svelta, è ancora nel Centro, però in isolamento, piantonato dalla polizia e separato dai suoi compagni di detenzione. La sera prima fuochi d’artificio avevano illuminato il cielo di fronte al Centro a segnare la vicinanza tra i solidali fuori e i reclusi dentro - e la voglia di lottare assieme.

Roma. Un corteo, autoorganizzato e fuori dalle sigle, ha attraversato Roma nel pomeriggio di sabato. Trecento persone, e tra loro tanti migranti. Un modo per ricordare Nabruka, ma anche per dare delle indicazioni precise di lotta: non a caso i manifestanti, caldi e determinati, si sono mossi fin sotto la sede della Croce Rossa e i crocerossini, da bravi umanitari, si sono fatti proteggere da qualche bel cordone di celere. Il giorno dopo, un presidio a Ponte Galeria, invade la zona militare che circonda il centro - zona interdetta da sempre nelle carte dei questurini - e la riempie di urla, slogan e fumogeni. Un’enorme striscione si monta sui tralicci. Anche da dentro la gente grida ed è entusiasta di non essere più tanto sola: il muro per un attimo è un po’ più basso.

Da parte sua la polizia chiude nelle strutture le prigioniere per impedir loro di vedere lo striscione dal cortile e scaglia i rinforzi contro i solidali. Arrivano i pompieri e la scientifica a rimuovere lo striscione e la gente fuori viene identificata. Nessuno si scoraggia, si tornerà.

Ascolta la diretta sul corteo di Roma e sul presidio a Ponte Galeria su:
http://www.autistici.org/macerie/?p=15163

Per essere sempre aggiornato con le lotte a Bologna, leggi:
http://scheggia.noblogs.org/

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PESTAGGI NEL CIE DI VIA MATTEI… IL SILENZIO E’ COMPLICITA’!

Lunedì 4 maggio verso le 14.00 Raya, una delle ragazze migranti rinchiuse nel CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione ex CPT) di via Mattei a Bologna, viene picchiata da un poliziotto in abiti civili. Viene picchiata perché si intrufola in infermeria. Viene picchiata a mani nude, sviene ed è lasciata sul pavimento. Viene picchiata sotto gli occhi indifferenti degli operatori della Misericordia (l’ente che gestisce il CIE) che non intervengono in nessun modo.
Al telefono voci spaventate e rabbiose ci parlano di vestiti strappati, di continui insulti e sberloni anche nei giorni successivi.
Un ragazzo si fa male ad un ginocchio, eppure in infermeria non gli danno nessun medicinale nonostante le sue pressanti richieste. Ci chiama e chiede di mandare un medico insieme all’avvocato. “Qui non ci curano! Ci trattano come animali!”
Nessuno si lascia intimorire troppo dalla situazione e l’avvocato di Raya, giovedì 8 maggio presenta una querela contro ignoti per il pestaggio subito dalla donna - “Aveva abrasioni su uno zigomo, in fronte e in altre parti del corpo”.
Al telefono Raya ed altri suoi compagni ci raccontano di botte alle gambe e di continui insulti. Chiedono anche di contattare i media.
Ovviamente pochi danno credito alla notizia che gira più che altro attraverso volantinaggi itineranti con megafono e striscione “No ai lager della democrazia” durante tutta la giornata di mercoledì 6 maggio in diverse zone della città. I giornali riportano la notizia che, la sera alcuni ignoti bloccano via Massarenti con dei cassonetti incendiati nei pressi viene trovato uno striscione sul pestaggio di lunedì. Stando al Carlino la strada rimarrà chiusa per 3 ore.
La sera di venerdì 8 maggio un gruppo di solidali dei reclusi si reca sotto al CIE per portare un saluto ai migranti e per rallegrare con qualche fuoco d’artificio una notte buia dietro a ingiuste sbarre.
Condividere il desiderio di libertà con qualcuno e gridarlo purtroppo non basta per realizzarlo. Non vogliamo limitarci a denunciare tristi episodi interni a questi lager, vogliamo lottare contro la loro esistenza e per fare questo riteniamo importante continuare a mantenere un contatto umano con i migranti reclusi, un contatto che spezzi almeno in parte l’isolamento che ci divide e che rinchiude la loro libertà.

Per questo lanciamo un PRESIDIO GIOVEDI’ 14 MAGGIO
• SOTTO LE DUE TORRI DALLE ORE 16:00
• SOTTO IL C.I.E. DI VIA MATTEI (BUS 14 A, 89) DALLE ORE 18:30

Nei mesi scorsi i migranti reclusi hanno intrapreso lotte condivise in diversi CIE d’Italia. Ancora oggi, dopo il suicidio di una donna nel CIE di Roma, i reclusi hanno fatto partire un nuovo sciopero della fame. I loro aguzzini, tuttavia, camminano anche in mezzo a noi una volta finito il loro turno, e li troviamo anche presso tutti quegli enti che si occupano di collaborare alla gestione della struttura: gli operatori della Misericordia (ente gestore), della Concerta (ditta appaltatrice del servizio mensa), poliziotti e militari sono vergognosamente complici e responsabili dell’esistenza del lager di via Mattei e di ciò che al suo interno accade.
Continuiamo a far sentire agli aguzzini del CIE il nostro disgusto e il nostro disprezzo.

CHE QUESTI CONTINUI ABUSI NON PASSINO SOTTO SILENZIO NELL’INDIFFERENZA DI TUTTI!
Intasiamo il centralino del CIE: 051 6027521
Blocchiamo il loro fax: 051 531344
Per informazioni
scheggia@canaglie.net scheggia.noblogs.org Complici e solidali dei reclusi

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Aggiornamenti dal CIE di Bologna, sabato 9 maggio

Oggi sabato 9 maggio, nel primo pomeriggio, un “ospite” dell’“accogliente” e “misericordioso” lager di via Mattei ha ingerito per protesta 10 lamette da barba, mentre un altro si è tagliato tutto il corpo, soprattutto le gambe.
L’ambulanza, come sempre, è stata chiamata con grande ritardo e reticenza dagli operatori della Misericordia e solo dopo essere stati sollecitati da numerose telefonate al centralino: guai infatti a far uscire brutte notizie, sporcando la bella immagine di carità e soccorso..
Il ritardo dell’ambulanza è stato giustificato con il presunto rifiuto degli immigrati a farsi curare (ovvio, no?)
Il ragazzo che ha ingerito le lamette è stato ricoverato, mentre l’altro, curato alla svelta, è stato riportato al CIE. Ora è in isolamento, i suoi compagni non possono vederlo, ed è piantonato dalla polizia.
E’ in corso un volantinaggio/megafonaggio per il centro città.

Rilanciamo l’invito a chiamare il numero del centralino del CIE, il silenzio è complicità! 051 6027521 e a bloccare il loro fax: 051 531344

E invitiamo tutti al presidio GIOVEDI’ 14 MAGGIO
• SOTTO LE DUE TORRI DALLE ORE 16:00
• SOTTO IL C.I.E. DI VIA MATTEI (BUS 14 A, 89) DALLE ORE 18:30

scheggia@canaglie.net
http://scheggia.nobogs.org


http://www.autprol.org/