17/04/2009: Sulla funzione e applicazione concreta dell'articolo 14 bis


Un prigioniero ci ha inviato il decreto emesso contro di lui direttamente dal capo del dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP).
I fatti su cui si basa il decreto risalgono a pochi mesi fa, dunque la prassi è recentissima.

In primo luogo il Dap assume il “verbale” in cui è riportato il “parere del Consiglio di disciplina” del carcere dove si trovava il compagno.
Poi prende in esame i fatti “di cui si è reso responsabile”, che sarebbero: aggressione e minaccia nei confronti di un altro prigioniero; ritrovamento nella cella del compagno di un paio di forbicine; il possesso di un telefonino; infine, le “minacce” rivolte alla guardia che gli comunicava la punizione. Tutto qua. Da ciò il Dap giunge alle seguenti considerazioni:
“Il comportamento del (prigioniero in questione) fa presumere, la sua scarsa volontà di ravvedimento e la scarsa propensione al riadattamento alla vita sociale, fondando, al contrario, la convinzione che permanga in lui un accentuato livello di pericolosità.
L’introduzione fraudolenta ed il conseguente possesso del telefono cellulare nella sezione da parte del suddetto conferma le sue intenzioni criminose, l’insofferenza alle regole penitenziarie e la tendenza al rifiuto delle opportunità offertegli per il suo riscatto sociale.
Nonostante sia già stato sottoposto al regime di sorveglianza particolare di cui all’art. 14 bis dell’ordinamento penitenziario, ha confermato di essere un soggetto pericoloso e di spiccata personalità, refrattario alle regole penitenziarie.

Criminalizzate le forbicine assieme alla “spiccata personalità refrattaria” ...il Dap trae la conseguenza dell’applicazione dell’isolamento a fini rieducativi, cioè, per tentare di piegare con la violenza il compagno alle ragioni dello stato:
"E’, pertanto, necessaria l’applicazione nei suoi confronti della sorveglianza particolare di cui all’art. 14 bis.
È necessaria la costante e particolare attenzione custodiale sia per evitare che possa reiterare simili azioni che tendono a minare la sicurezza interna e a compromettere lo svolgimento delle attività trattamentali [per esempio i pestaggi, l’aggressione verso chi protesta, le prepotenze quotidiane...] sia perché possa riflettere sul suo trascorso penitenziario negativo e modificare la sua condotta".
Più chiari di così non potevano esserlo: al 14 bis, al 41 bis, al carcere in generale, viene assegnata la funzione di annientare l’identità delle persone imprigionate, per condurle a “riflettere”, cioè, a pentirsi, a diventare oggetto del sistema carcerario, della società esistente.

Le “limitazioni” in concreto sono:
a) non è consentito partecipare al sorteggio mensile per la designazione dei detenuti e degli internati incaricati del controllo del vitto, alla gestione del servizio di biblioteca, all’organizzazione delle attività culturali, sportive...
b) non è consentita la partecipazione ai corsi scolastici, alle attività sportive e ricreative e alla socialità di sezione.

1) Al detenuto è permessa la permanenza all’aperto per un periodo di tempo di due ore al giorno.
2) Il detenuto sarà assegnato in camera singola priva di armadi con ante, specchi, televisore e di ogni altro soprammobile, lasciando al detenuto soltanto la consentita radio portatile, il letto ed un tavolo con lo sgabello.
3) E’ vietata la detenzione del forellino... che deve essere interdetta in toto.
4) La corrispondenza di pertinenza del detenuto è sottoposta a visto di controllo...

Rappresaglia e sempre e soltanto isolamento assassino: ecco il carcere contro cui dobbiamo lottare. La nostra solidarietà incondizionata al compagno, a tutte le persone sottoposte al carcere nel carcere.

http://www.autprol.org/