14/04/2009: L’ennesimo attacco al diritto di sciopero


Durante il fascismo il diritto di sciopero era vietato; con la Costituzione del 1° gennaio ’48 lo sciopero è stato riconosciuto come diritto (art. 40); oggi questo diritto è al centro di nuove “attenzioni” da parte del governo Berlusconi-Bossi-Fini.
Il ministro del Lavoro, ex socialista Sacconi, ha proposto (e poi approvato dallo stesso Consiglio dei ministri il 27 febbraio scorso) un disegno di legge delega (ddld) da rendere attuativo entro l’anno, che riporta la lancetta della storia indietro di 80 anni, ai tempi del fascismo. Così, si tiene formalmente in vita lo sciopero, ma nella realtà lo si uccide.
Infatti, nel settore dei trasporti nuovi e pesanti processi di ristrutturazione e di privatizzazione si fanno avanti (e a tappe forzate) e i lor signori, da una parte, debbono intimidire delegati Rsu e Rls non disposti a compromessi al ribasso, come hanno tentato di fare con il licenziamento di Dante De Angelis, delegato alla sicurezza, e dall’altra scippare dalle mani dei lavoratori uno strumento fondamentale di rivendicazione e di difesa come il diritto di sciopero.
Per governi e padroni non sono state sufficienti le precedenti leggi in materia, la n. 146 del ’90 e la n. 83 del 2000, già fortemente restrittive; dopo 10 anni dalla legge di modifica hanno la necessità di un’altra legge che cancelli, definitivamente, lo sciopero.
Per i sindacati non di regime, né concertativi, né collaborazionisti, né neo-corporativi, lo sciopero non può e non deve essere più esercitato! Basta leggere i 5 articoli contenuti nel ddld approvato che, fra l’altro, prevede: - il 50% di rappresentatività per proclamare lo sciopero o il 20% per indire il referendum che deve ottenere il 30% dei consensi; - la comunicazione dei nomi di chi intende aderire; - lo sciopero virtuale, per cui ci si deve recare al lavoro, magari con una fascia nera al braccio, ma la trattenuta è per l’intera giornata lavorativa; - sanzioni individuali fino a 5.000 euro per coloro che non si attengono alle regole o per chi occupa sedi ferroviarie, stradali o aeroportuali…
Il pretesto di questa nuova operazione dichiaratamente antisindacale è “la libera circolazione delle persone”, cioè la strumentalizzazione dei disagi ai viaggiatori e ai pendolari. Niente di nuovo sotto il sole !
Disagi e assenza di servizi che gli utenti dei trasporti subiscono non solo e non tanto durante le ore di uno sciopero, bensì tutto l’anno. Per imbrogliare la gente comune propagandano (e denigrano) gli scioperi come selvaggi e corporativi.
E pensare che i lavoratori organizzati in nuovi sindacati, in Assemblee o in Coordinamenti (coloro ai quali vogliono concretamente negare il diritto di sciopero), scioperano nel rispetto dei mille vincoli delle leggi vigenti, appunto la 146/90 e la 83/2000, e scioperano nell’interesse dei pendolari e dei viaggiatori mettendo al centro delle proprie mobilitazioni la sicurezza, la salute, l’ambiente, un servizio migliore, più sicuro e con più treni.
Invitiamo lavoratori e lavoratrici, delegati Rsu e Rls, attivisti sindacali a questo appuntamento per approfondire la materia ed organizzare la forza di chi resiste e si oppone al peggioramento delle proprie condizioni di vita e di lavoro, e per resistere alla limitazione ed alla cancellazione delle libertà politico-sindacali, come il diritto di sciopero.

20 marzo 2009
- Primomaggio (foglio per il collegamento tra lavoratori, precari, disoccupati)
- Collettivo lavoratori e lavoratrici della Sanità di Massa e Versilia
- Comitato di Solidarietà e Sostegno a Dante De Angelis

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