19/03/2009: La legge bavarese che vuole vietare le manifestazioni, per il momento traballa


La settimana scorsa, con una decisione rapida, la corte costituzionale (BVG, iniziali dal tedesco Bundesverfassungsgericht) ha annullato parti della legge bavarese, entrata in vigore il 10 ottobre 2008, che vieta il raduno di più persone. Il ricorso è stato avanzato da 13 associazioni, partiti e organizzazioni bavaresi (fra le quali SPD (partito socialdemocratico), Verdi, FDP (partito liberale), sindacati.
In particolare la corte ha annullato l’art. 9 della legge il quale permette il controllo video ad ampio raggio delle manifestazioni, in quanto, scrive la corte nel dichiarare anticostituzionale la legge, tale registrazioni sarebbero “permesse soltanto se giustificate da reali ragioni, se dalla manifestazione derivano pericoli considerevoli per l’ordine e per la sicurezza pubblica.” Un diritto già dato della polizia alle registrazioni delle manifestazioni non esiste.
Oltre a ciò la corte costituzionale ha disposto che le registrazioni video entro 2 mesi devono essere “irreversibilmente rese anonime”. La corte infine sostiene che nelle riprese video generali (carrellate) “per regola le persone singole sono individualizzabili”, che perciò “in linea di principio non c’è nessuna differenza fra riprese generali e riprese riferite sulle persone singole”. Le riprese delle manifestazioni hanno funzione intimidatoria e possono di conseguenza impedire di esercitare il diritto a manifestare.
La corte costituzionale ha dichiarate anticostituzionali altre parti della legge bavarese. “Questa legge accresce gli obblighi della comunicazione e della richiesta di permesso per una manifestazione in misura più dettagliata e formale del diritto vigente, introduce un divieto generale alla militanza, estende il catalogo delle misure di osservazione e documentazione affidate alla polizia, stabilisce numerose nuove condizioni di fatto contrarie all’ordine elevando multe e divieti relativi al diritto a manifestare.
Tutte queste regole concernono immediatamente l’esercizio del diritto garantito a manifestare, previsto dall’art. 8 della legge fondamentale e sollevano questioni sulla sua costituzionalità”…

La legge bavarese voleva condannare al pagamento di una multa fino a 3.000 euro chi organizza la manifestazione senza specificare, negli “inviti” ad essa, “luogo, orario, tema e i nomi di chi la organizza”, voleva impedire le manifestazioni non annunciate ampiamente a tempo debito e puntava a sciogliere le manifestazioni “violente”.
Bisogna vedere come si svilupperanno le cose. L’attacco frontale ai miserevoli resti della libertà di manifestare, per la prima volta, pare essere respinto. La decisione della corte costituzionale potrebbe anche non essere un punto d’appoggio per quei Laender (regioni) che avevano immediatamente preso a modello la legge bavarese (Baden Wuerttemberg, Bassa Sassonia e Sassonia). La veemenza con la quale la BVG ha respinto la legge bavarese pone una volta di più la questione di un divieto (messa fuorilegge) della CSU (partito dominante in Baviera), un partito che pubblicamente non rispetta più quello che dovrebbe essere il proprio “ordine fondamentale liberal-democratico”.

Autonomia operaia, 4 marzo 2009
da de.indymedia.org/2009/3/243187.shtml

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