18/03/2009: Roma | Viterbo - Silenzio e indifferenza reggono il potere, la solidarietà è un'arma


SILENZIO ED INDIFFERENZA REGGONO IL POTERE**LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ARMA*
In solidarieta’ ai detenuti ed alle detenute in lotta contro l ‘ ergastolo, nella settimana dello sciopero della fame nelle carceri del Lazio, sono stati organizzati alcuni presidi: l’8 marzo, all’inizio della mobilitazione, e il 13 di fronte alla sezione femminile di Rebibbia a Roma. Il 14 fuori il carcere di Viterbo. In tutte e tre le occasioni si è verificata la stessa dinamica: i/le reclusi/e, solitamente presenti alle sbarre delle celle, non si sono visti/e; anzi, chi si è affacciato/a lo ha fatto per comunicare che erano “impossibilitati/e” a farlo. Anche fuori l’organizzazione della sbirraglia era palesemente piu’ invasiva del solito, con il fastidioso dispiegamento della celere vicino al presidio, cosa presumibilmente dettata da disposizioni giunte dall’alto, visto il fatto che situazioni del genere si sono verificate ultimamente anche ad altri presidi di fronte alle carceri di altre città italiane.Nei giorni successivi siamo venuti a conoscenza del fatto che, almeno all’interno delle sezioni femminili di Rebibbia, in concomitanza allo svolgersi dei presidi era stata predisposta la presenza della celere in antisommossa, che infatti si aggirava indisturbata nei corridoi. Dunque alle solite “minacce di rapporto” fatte nei confronti delle detenute che partecipavano più attivamente, si sono aggiunti in queste occasioni dei veri e propri pestaggi.
QUESTI FATTI, GRAVISSIMI, RICHIEDONO L’ATTENZIONE DA PARTE DI QUANTI/E HANNO ANCORA LA DIGNITA’ DI NON RENDERSI COMPLICI CON L’INDIFFERENZA.
DA PARTE NOSTRA CONTINUIAMO AD ESSERE SOLIDALI CON CHIUNQUE SI TROVI OSTAGGIO DELLO STATO, RIBADENDO LA NECESSITA’ DI LOTTARE CONTRO CHI OPPRIME, TORTURA, UCCIDE, “DENTRO” COME “FUORI”.
LIBERTA’ PER TUTTI E TUTTE Roma 17-03-09
Individualità anarchiche

Sabato 14 marzo durante i presidio di fronte al carcere di Viterbo, compresa la dinamica repressiva messa in atto dagli sbirri anche all’interno di questo istituto, si è deciso di spostarsi in città per dare visibilità a ciò che stava accadendo.Un gruppo di compagni e compagne ha attraversato il corso principale durante lo shopping del sabato pomeriggio megafonando e distribuendo un volantino, scritto sul momento, sotto gli occhi attoniti della digos, che in gran numero non ha potuto fare altro che minacciare di denuncia i presenti.Di seguito il volantino distribuito:

INDIFFERENZA E REPRESSIONE Da primo dicembre migliaia di detenuti e detenute delle carceri italiane sono in sciopero della fame contro l'ergastolo. La protesta autorganizzata dei prigionieri condannati ad essere sepolti vivi nelle gabbie di stato, è partita da una lettera di 300 ergastolani, in cui chiedevano provocatoriamente che la loro pena "senza fine" fosse tramutata in pena di morte in contrapposizione all'ipocrita moratoria internazionale sulla pena di morte vanto dei sinistri progressisti. Da allora la solidarietà si è diffusa contagiando i detenuti in lotta di Grecia, Spagna, Francia, Argentina, Cile e Germania... che hanno aderito allo sciopero. Varie azioni di solidarietà sono state compiute dai compagni e dalle compagne solidali che hanno cercato di portare alla luce in questa società indifferente la lotta dei reclusi; e nello stesso tempo con presidi sotto i vari lager dello stato si è cercato di stabilire un contatto diretto fra individui in lotta al di là e al di qua delle alte mura tenebrose del potere. Ovviamente, chi di dovere (secondini & Co.) ha cercato in ogni modo e con ogni mezzo di reprimere, isolare, soffocare, questa lotta. I detenuti/e che rispondevano con grida, incitamenti canti sono stati segnalati, trasferiti, probabilmente minacciati di ritorsioni da squallidi ricattatori. Anche ieri sotto il carcere di Rebibbia di Roma, come oggi 14/3 sotto il carcere di Mammagialla di Viterbo abbiamo assistito a questo triste spettacolo: le finestre delle celle più vivaci sono state chiuse, la voce dei prigionieri zittita mentre i manifestanti sono stati ripresi e fotografati da videocamere che poi sono state rivolte verso la celle stesse.

A TUTTO QUESTO RISPONDIAMO CON LA SOLIDARIETA' INCONDIZIONATA A TUTTI COLORO CHE RECLUSI E INGABBIATI TRA QUATTRO MURA NON CHINANO LA TESTA E LOTTANO CONTRO IL CARCERE.PER UN MONDO SENZA GALERE, FONTIERE E SFRUTTAMENTO.

INDIVIALITA' ANARCHICHE
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