27/02/2009: Cronaca delle udienze di febbraio relative all'"Operazione Tramonto"


Cronaca dell’Associazione Solidarietà Parenti e Amici degli Arrestati il 12/02/07 sulle udienze 25, 26, 27, 28, 29 e 30 del processo in corso a Milano contro i compagni e la compagna arrestati nell’ambito dell’operazione “Tramonto”.

Le udienze si sono svolte dal 2 al 23 febbraio.
Mai è mancata la presenza solidale del pubblico formato da parenti e amici, da compagni, operai, colleghi di lavoro e di università degli imputati.
Dal 2 al 20 febbraio sono passati davanti alla Corte i testi chiamati a deporre dalla difesa.
Decine di operai e di colleghi di lavoro dei compagni in carcere sono venuti a testimoniare davanti alla Corte della vita in fabbrica degli imputati e dell’impegno di lotta al loro fianco per migliori condizioni di vita e di lavoro. A dispetto di Ichino, dell’accusa e di tutta la stampa prezzolata che ha parlato dei nostri familiari e amici come di “estranei al mondo del lavoro”, di gente isolata e criminale, noi, che siamo stati in aula abbiamo visto, invece, quanto i compagni erano e sono amati e riconosciuti nel loro posto di lavoro.
Naturalmente di tutto ciò non si è vista nemmeno una riga sui fogliacci della stampa borghese che dà notizie sul processo solo quando vengono in aula i testi “vips” dell’accusa tra cui personaggi veramente loschi e criminali che nulla hanno a che fare con la trasparente storia di militanza e di vita dei nostri cari, ricordiamo a titolo d’esempio l’infame Maniero e altri elementi della sua banda. Non ci stupisce che l’accusa vada a braccetto con simili individui oltre che con Forza Nuova.
Sono venuti in aula anche numerosi studenti di Scienze Politiche di Milano a parlare della vita e della lotta all’università a fianco di Amarilli e di Alfredo ora sotto processo.
Molti giovani ma, anche pensionati, hanno illustrato le attività politiche e sociali sia del Centro Popolare Gramigna che dell’Associazione “Nicola Pasian” organismi attivi a Padova da decenni e riconosciuti da centinaia e centinaia di giovani, studenti, lavoratori, disoccupati, precari, donne e frequentati da famiglie proletarie con viva e allegra presenza di numerosi bambini.
Ci sono stati anche molti testimoni, estranei all’ambiente dei compagni, che hanno fatto cadere pezzo dopo pezzo alcune accuse specifiche nei confronti degli imputati.
A titolo d’esempio, la testimonianza del comandante dei vigili del fuoco che ha svolto l’intervento per spegnere un incendio alla sede di Forza Nuova di Padova di cui sono stati accusati due imputati di questo processo. L’intervento è stato richiesto alle 4.58 mente la presenza dell’auto con i due compagni nella zona dell’incendio è stata segnalata dalla digos alle 2.00. É apparso chiaro, anche dagli interrogatori fatti dalla difesa ai poliziotti, che i nomi dei compagni nelle indagini sono stati aggiunti a posteriori, per deduzione.
E noi aggiungiamo per incastrarli e portare così elementi (visto che veramente scarseggiavano) a favore dell’accusa per il reato associativo. Del resto, a più riprese, durante queste udienze pezzi grossi della digos sia di Padova sia di Milano hanno beatamente detto in aula che era loro convinzione che i compagni inquisiti fossero colpevoli perciò era logico che fossero stati loro a commettere i reati.
Va segnalata anche la testimonianza di un semplice vicino di casa di Andrea Scantamburlo che ha rivendicato l’appartenenza di alcune mappe di Albignasego (paesino del padovano dove secondo l’accusa sarebbe avvenuto un tentato furto a un bancomat) che gli servivano per un progetto di architettura, mappe sequestrate nel “locale biciclette” della palazzina il 12/2/2007, tanto che ne ha chiesto e ottenuto il dissequestro. Ricordiamo che Andrea, dopo essere stato messo ai domiciliari, è stato riarrestato e si trova ancora in carcere.
Nell’udienza del 10 febbraio i compagni dalle gabbie hanno chiesto la parola, concessa dalla Corte, ma appena Vincenzo Sisi, operaio rivoluzionario, ha iniziato a parlare, la solita Bocassini ha iniziato a inveire impedendo la lettura del comunicato. Era un comunicato di solidarietà agli operai di Pomigliano caricati vigliaccamente il 5 febbraio dalla polizia mentre manifestavano per la difesa del posto di lavoro.
La Bocassini crede di perseguire così l’intento di dimostrare che questo non è un processo politico, per lei solo Ichino ha diritto di utilizzare il tribunale per fare propaganda politica, ma così facendo mostra esattamente l’opposto.
Nell’udienza del 20 febbraio il compagno Alessandro Toschi, detenuto ai domiciliari, ha letto una dichiarazione spontanea anche a nome di altri imputati ai domiciliari riguardo alla loro militanza al Centro Popolare Gramigna di Padova.

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Udienza del 23 febbraio

Altra giornata da “vips” al Tribunale di Milano! Arriva Mario Mori! Folla di giornalisti e Tv. Nessuno però il giorno dopo sui giornali stiverà che Mori, ex-capo dei Ros dei carabinieri e del Sisde (Servizio segreto ora chiamato di sicurezza) e che oggi dirige l’ufficio di sicurezza del Comune di Roma, è stato sotto processo per favoreggiamento a Cosa Nostra. Ed è recente, dei primi di gennaio, la dichiarazione davanti al tribunale di Palermo del colonnello Michele Riccio: «Il generale Mori mi disse di non citare nel mio rapporto i nomi di tutti i politici, tra questi c’era anche Marcello Dell'Utri: una persona importante, molto vicina ai nostri ambienti. Se lo metto, pensai, succede il finimondo». Proprio una bella persona! Non ci stupiamo, del resto un suo caro collega dirigente dei Ros, il generale Giampaolo Ganzer, attualmente è sotto processo a Milano con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico e raffinazione di droga, al peculato e al falso. Poco o niente ne hanno parlato i giornali di queste faccende e, quando simili criminali compaiono in aula per accusare i compagni, sembrano delle educande e sono trattati come degli eroi della “democrazia”.
A parte questi commenti e il triste ma reale spettacolo che dà di se la “democrazia” in aula, una nota di allegria è stata portata verso la fine dell’udienza da una battuta dalle gabbie. Alla citazione della Corte degli avvocati è risultato assente l’avvocato Fiore, parte civile per Forza Nuova, si è sentito urlare: “Sarà impegnato in una ronda!”
Mori, dirigente del Sisde dal 2001 fino a dicembre 2006, ha risposto a domanda degli avvocati della difesa che il loro Servizio ha sempre e costantemente fatto inchiesta sui movimenti di sinistra e che su questi imputati ha iniziato a indagare dal 2003, quando comparve il primo numero del giornale “Aurora”.
Secondo le valutazioni del Sisde, alcuni articoli richiamavano posizioni brigatiste e, attraverso una loro fonte (informatore) hanno individuato alcuni degli imputati.
La difesa ha chiaramente chiesto quali prove di reati sono state raccolte nei tre anni di indagini. A questa domanda il Mori ha cercato di glissare dicendo che tutto era contenuto nell’informativa consegnata alla questura di Milano e poi alla Pm il 24/10/2006. La difesa ha fatto presente l’obbligo di investire l’autorità giudiziaria quando si rilevano reati in corso e a questo punto Mori ha affermato che fino alla consegna dell’informativa non avevano raccolto nessun elemento di reato in corso.
A parecchie domande Mori a risposto con dei secchi no o non ha dato risposta trincerandosi dietro la segretezza e mantenendo una recitazione molto educata ma sbugiardata quando si è lasciato scappare: “A noi non ce ne frega nulla dell’autorità giudiziaria!”.
Una domanda interessante è stata fatta dall’avv Pelazza: "É vero che uomini del Sisde collaboravano alla rivista 'Intelligence' nel cui comitato scientifico c'è il Gip di questa indagine Guido Salvini?" Ovviamente Mori ha detto che non conosce nemmeno la rivista.
Quando termina l’interrogatorio assieme a Mori si alzano e se ne vanno dall’aula uno stuolo di giornalisti e Tv che dimostrano ancora una volta di che tipo sia la loro informazione e quanto poco gli interessi veramente seguire lo svolgimento processuale.
Nella seconda parte dell’udienza parlano i tecnici periti balistici e quelli delle intercettazioni.
Il tecnico della difesa ha presentato una perizia circostanziata e approfondita che smonta scientificamente pezzo a pezzo la perizia svolta dalla scientifica di Roma per conto dell’accusa tesa a dimostrare che alcune particelle rinvenute, una su un guanto, un’altra su un’auto degli imputati, sono sicuramente derivate da polvere di colpi di armi da fuoco. Scientificamente la provenienza di quelle particelle non è univoca, possono provenire ad esempio da polvere di frenatura, dall’uso di attrezzi meccanici o altro.
E, solo una comparazione con le particelle di polvere del colpo specifico, potrebbe dare più possibilità di valutazione. Prova che l’accusa si è guardata bene dal fare.
La Bocassini in questa occasione ha mostrato tutto il suo rancore e la sua bassezza attaccando personalmente il perito senza nemmeno entrare nel merito delle questioni da lui poste. Ha cercato di diffamarlo e denigrarlo chiedendogli il titolo di studio, che strumenti di sua proprietà avesse per fare gli esperimenti, cercando di farlo passare per un poveraccio senza arte ne parte. Ma le è stato ribadito che la strumentazione utilizzata è quella più avanzata in Italia, si trova a Torino, e che il perito svolge egregiamente il suo lavoro da più di 20 anni.
Altro colpo all’accusa viene inferto dalla perizia su un’intercettazione gestita dall’accusa come intercettazione chiave in particolare in relazione al presunto attentato alla vita di Ichino che oramai sembra essere il “leit motiv” di questo processo. Si tratta della famosa intercettazione ambientale fatta a Raveo nel dicembre 2006. La perizia acquisita agli atti con tanto di grafici e spiegazioni scientifiche dimostra che la frase incriminata non poteva starci nello spazio temporale e la non corrispondenza delle parole ai suoni. E la difesa chiede anche di ascoltarla in aula per dissipare ogni dubbio. La Bocassini si oppone. Come mai? Se fosse stata sicura che la trascrizione non è una prova inventata l’avrebbe fatta certamente ascoltare.
Tra l’altro la trascrittrice di questa intercettazione, abbiamo sentito in aula, era presente agli interrogatori di garanzia dopo gli arresti del 12 febbraio (per registrare, ha detto all’avv. della difesa) e moglie del Cancelliere. Ma, ha detto, non ho mai parlato con mio marito di cose che riguardano il lavoro. C’è da crederle!
Quando la Corte ha negato l’ascolto in aula dell’intercettazione dalle gabbie sentiamo: "Ve la cantate e ve la suonate da soli, qui non c'è contraddittorio” e poi, "Questa mattina abbiamo sentito la testimonianza di un generale amico degli stragisti".

La prossima udienza si terrà il 3 marzo, ci sarà la requisitoria della pm Bocassini
Il 18 marzo interverranno gli avvocati per le parti civili: Forza Nuova, lo Stato, Ichino.
Sono state fissate le seguenti udienze: 27 marzo, 20 e 21 aprile in cui inizieranno le arringhe della difesa.

Sicuramente dopo la requisitoria della Bocassini si fisseranno tutte le udienze necessarie per la fine del processo, indicativamente entro fine aprile.

INVITIAMO TUTTI A PREPARARSI, TENERSI LIBERI, COINVOLGERE PIÙ PERSONE POSSIBILI PER IL PRESIDIO CHE COME PARENTI CONVOCHEREMO PER L’ULTIMA UDIENZA.
I NOSTRI COMPAGNI NON SONO MAI STATI LASCIATI SOLI NELLA LORO TENACE RESISTENZA. CREDIAMO CHE LA SENTENZA CHE SI STA PREPARANDO NON COINVOLGA SOLO LORO E NOI MA TUTTI COLORO CHE CREDONO ANCORA POSSIBILE PENSARE E AGIRE OGGI PER CAMBIARE QUESTA SOCIETÀ!

FEBBRAIO 2009
Associazione Solidarietà Parenti e Amici degli Arrestati il 12/02/07

parentieamici@libero.it
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