05/01/2009: “La libertà muore con la sicurezza!” Resistenza nel Baden-Wuerttemberg alla nuova legge che regola il raduno di più persone


Il governo del Baden-Wuerttemberg [land, regione a sud della RFT, ndt] ha deciso una riforma della legge sul raduno [più in generale, come si vedrà, del diritto a manifestare, ndt]. La nuova legge, che entrerà in vigoreb il 1° gennaio 2009 approfondirà ulteriormente le ferite già presenti nel diritto a manifestare. Il contenuto della legge trae orientamento dal modello bavarese [legge da pochi mesi, ndt].
La decisione del governo del Baden-Wuetttemberg non meraviglia, poiché nell’aprile prossimo deve essere festeggiato il 60° anniversario della NATO. I piani del governo guidato dalla CDU [partito cristiano - luterani - democratico, di cui è parte la stessa cancelliera Angela Merkel, ndt] avevano ed hanno dato la stura ad ampie proteste in tutto il land. Le manifestazioni annunciate anche per il 2009 sono già numerose.
Anche in Bassa Sassonia [il land più a nord la cui capitale è Hannover, ndt] entrerà in vigore un legge simile. Ancora una volta Baviera e Baden-Wuerttemberg giocano un ruolo precursore nei progetti di legge repressive. C’è da aspettarsi che altri land li seguiranno.

La legge
Di seguito una scelta delle modificazioni massicce e contestate:

1. Direzione e organizzazione delle manifestazioni
Accanto a chi dirige la manifestazione adesso devono venire assolutamente indicate all’autorità anche le persone organizzatrici assieme ai loro dati anagrafici.
Inoltre, la norma sulla collaborazione (paragrafo 4) deve essere “espressamente regolata e perfezionata nei minimi particolari”. Il testo, in modo chiaro e tondo, costringe dirigenti e persone organizzatrici della manifestazione alla collaborazione con le autorità. Non esiste invece un obbligo espressamente rivolto alla collaborazione della polizia.
Esempio: Se la polizia è dell’opinione che una situazione minaccia di surriscaldarsi, essa può lasciar scorrere la manifestazione o anche scioglierla. Anche si chi dirige e organizza la manifestazione valuta diversamente la situazione, ad ogni modo, dalla legge viene costretto alla collaborazione; se si comporta diversamente può essere chiamato a rendere conto.

2. I preparativi della manifestazione
La nuova legge spazza via la possibilità che chi dirige e organizza una manifestazione possa “rifiutare per determinati motivi” di collaborare. Le persone dirigenti e organizzatrici, che, a parere dell’autorità, appaiono “inadatte a sostenere” la direzione della manifestazione, possono senz’altro essere rifiutate.
Esempio: Questo cambiamento legalizza l’arbitrio dell’autorità. Se è nell’interesse delle forze dell’ordine far si che una manifestazione non si svolga, esse possono farlo in anticipo, dichiarando “inadatte” le persone indicate come dirigenti e organizzatrici.

3. Annuncio (comunicazione) della manifestazione alle autorità
La legge in parola allunga, da 48 a 72 ore, l’anticipo in cui comunicare l’inizio della manifestazione alle autorità. Oltre a ciò gli oggetti portati in manifestazione, quali bandiere, trombe ecc. devono essere anch’essi annunciati in anticipo.
Esempio: Le manifestazioni spontanee o pianificate e decise rapidamente non potranno aver luogo. In futuro le forme d’azione saranno sottoposte a massicce limitazioni.

4. Svolgimento della manifestazione
La polizia può intervenire nelle manifestazioni nella misura in cui valuti esistano “notevoli pericoli per la sicurezza e l’ordine” e se ha “l’impressione della disponibilità alla violenza”. Oltre a ciò essa può preventivamente filmare, fotografare e rilevare i dati personali e arrestare singole persone (par. 19); questa prassi fino ad oggi illegittima, ma pur sempre adottata, adesso viene legalizzata dalla nuova legge.
Con questa legge entra inoltre in vigore il cosiddetto “divieto alla militanza” (par.7). Se in una manifestazione la polizia ha “l’impressione della disponibilità alla violenza”, allora può immediatamente impedirla.
Esempio: La questione se è presente la disponibilità alla violenza, è connessa alla percezione soggettiva. Qui c’è il pericolo che le situazioni vengano stimate in modo falso (coscientemente) dalla polizia e che questo conduca a disordini ed arresti ingiustificati.

5. Divieti e limitazioni a manifestare
Un motivo secondo il quale, prevede la nuova legge, una manifestazione può essere vietata, è il cosiddetto divieto al disturbo di un’altra manifestazione, o annunciarne una per disturbarne un’altra.
Un ulteriore meccanismo connesso al divieto o alla limitazione di manifestare è la disposizione secondo la quale non possono essere danneggiati diritti uguali di terzi (par.17).
Esempio: Se ha luogo una manifestazione nazi, una contromanifestazione ad essa può essere considerata di disturbo e venire vietata. Con la disposizione di garantire il diritto di terzi può, ad esempio, essere vietato lo sciopero che danneggia le capacità concorrenziali dell’impresa bloccata. Anche manifestazioni in piazze centrali potenzialmente cadono sotto questo regolamento.

6. La nuova legge sulle manifestazioni quale intervento nella sfera privata
A partire dal 2009 l’incontro fra due persone verrà considerato raduno (manifestazione).
Esempio: Con questa legge può succedere che venga considerata manifestazione, l’incontro fra due persone, benché ci si trovi con un’amica, con un amico; a causa di questa disposizione si dovrà render conto di deposizioni, atti assolutamente inesistenti in un contesto di vita.

Tirando le somme
- La riforma della legge sulle manifestazioni decisa dal consiglio regionale del Baden-Wuerttemberg porta in sé ulteriori limitazioni al diritto di manifestare, che, in primo luogo, mirano a rendere impossibile la protesta indesiderata e insubordinata. Non è un caso che una simile legge sia discussa e approvata mezzo anno prima della Conferenza NATO a Baden-Baden e Strasburgo. Questo nuovo attacco alle possibilità della protesta sociale è parte di uno sviluppo autoritario in corso da anni, diretto a reprimere il crescente conflitto sociale in modo repressivo, attraverso la costruzione di uno stato di polizia e di controllo”, così gli anticapitalisti e antifascisti di Mannheim. La legge decisa dal land rafforza ulteriormente la polizia.

- Le vaghe argomentazioni presenti nella legge favoriscono e un controllo nei confronti della protesta. I conflitti sociali e la resistenza vengono percepiti come problemi di ordine politico e trattati di conseguenza. Nel frattempo vengono ridefinite da parte dello stato, in maniera duratura, le possibilità della guerra preventiva alla sollevazione (insurrezione). La nuova legge va esattamente in questa direzione.

Nelle giornate successive si sono svolte manifestazioni in parecchie città del Baden Wuerttemberg, Stoccarda, Mannheim, Friburgo e anche ad Hannover. Vi hanno preso parte come “Blocco anticapitalista e antifascista” autonomen, anarchici, verdi, jusos (giovani socialisti), Partito dei pirati …
Nel volantino che indice una manifestazione a Mannheim per il 29 novembre è detto:
“Anticapitaliste/, antifasciste/i e altri gruppi di sinistra della regione Reno-Neckar si mobilitano il 29 novembre per costituire un Blocco anticapitalista all’interno della manifestazione preparata da gruppi diversi. Per un inizio forte della serie di manifestazioni contro la nuova legge!
I mutamenti pianificati al diritto di riunione-manifestazione mirano ad un controllo, ad un’intimidazione e criminalizzazione ancor più aspre e fanno seguito ad una politica repressiva della guerra preventiva alla insurrezione predisposta all’abbattimento dello stato sociale e del massiccio impoverimento delle condizioni di vita di ampie parti della popolazione”.
Infine, nella notte del 18 dicembre è stato attaccato simbolicamente un posto di polizia nella città di Mannheim. Sulla sua facciata sono stati gettati sacchetti pieni di colore e spruzzate le scritte: “Attaccare lo stato di polizia” e “Atene ovunque”. [sintesi del traduttore]

autonomes medienkollektiv Rhein-Neckar, 26/11/2008
Da http://de.indymedia.org/2008/11/234014.shtml

http://www.autprol.org/