05/01/2009: Una lettera dal carcere di Montorio (VE)


SOLIDARIETA’ E COMPLICITA’ CON TUTTI I RIVOLTOSI IN LOTTA, PURA RABBIA PER GLI ASSASSINI DI STATO
In un mondo in cui la libertà è negata e prevale la sopraffazione dell’uomo sull’uomo, sulla natura e sugli animali, il carcere è solo una delle tante strutture di cui si serve la “giustizia” delle sbarre.
Siamo schedati sin dalla nascita, costretti ad un lavoro che ruba l’esistenza, siamo nelle mani di apparati basati sul controllo e l’assassinio fisico e dello spirito di altri esseri viventi. Che cosa ci si può aspettare da chi vuole possedere le nostre vite per porle al servizio dello stato-capitale, da chi ci vuole asserviti di fronte alle sue continue brutalità?
Torture, assassinii, pestaggi, umiliazioni, ogni giorno vengono consumati per le vie, nelle caserme, in questura, nei nuovi lager CIE, il tutto nell’impunità di chi mantiene l’ordine costituito su cui poggia lo stato-capitale.
Tutto ciò è il susseguirsi dello scenario di una guerra che non si può dire esterna, ma globale, che coinvolge pienamente e direttamente anche noi. Non c’è da stupirsi, quindi, che questi assassini continuino nel loro ruolo, servi di chi dall’alto è complice e allo stesso tempo carnefice, anche se in maniera indiretta, dei continui soprusi.
Chiedere scusa (come è successo in Grecia al ministro dell’interno in seguito all’ennesima uccisione da parte degli sbirri di un ragazzo di 15 anni) delle morti volute per proteggere gli interessi propri e di altri pochi, è pura ipocrisia! Disgusto profondo per questi bastardi che hanno il coraggio di parlare di libertà e umanità per coprire e giustificare i continui genocidi, stupri, abusi, soprusi e sfruttamenti d’ogni genere, continuando in questo modo l’opera di dominio assoluto.
Le loro belle facciate noi le abbiamo stracciate già da un po’, le loro sporche scuse non ci servono a niente, anzi ci fanno ancora più incazzare, la loro falsità, il ruolo becero di questi “individui” che formano e fomentano lo stato, ci spinge ancor più ad una risposta concreta, ferma e costante: la lotta! Lotta intesa come un non scendere ad alcun compromesso con chi nega la vita, combattere in toto, perché per riaffermare la vita c’è bisogno di lottare e per lottare c’è bisogno di un pulsare di passioni vere che amino e animino la libertà.
Non vogliamo ricostruire nulla se non le nostre esistenze, lottare significa demolire, sovvertire, rovesciare, distruggere ogni apparato che mantiene e fomenta lo stato-capitale, colpire per nuocere e nuocere per riaffermare!
Nessuna giustificazione, nessuna scusa per chi scatena guerre, divora e distrugge terre, nessuna pietà, solo fuoco, un grido di rabbia, diretto, grido che vuole e si riprende la giustizia, quella vera! Quella che riafferma la vita.

Per la resistenza qui e altrove!
Per la costante guerra alla guerra degli stati, unici e veri terroristi del mondo!

Solidali dei rivoltosi - EIV sezione femminile carcere di Verona – Montorio

12 dicembre 2008
Madda

http://www.autprol.org/