05/01/2009: Resoconto del presidio sotto il carcere di Voghera


La mobilitazione a staffetta per l’abolizione dell’ergastolo e contro il carcere in generale, la settimana scorsa è entrata nelle carceri della Lombardia. Per sostenere, rafforzare e socializzare la lotta interna sabato 20 dicembre 2008 una quindicina di compagne e compagni provenienti da diverse città hanno dato vita ad un presidio sotto il carcere di Voghera (Pavia).
Nei giorni precedenti era stato distribuito ai famiiari che si recavano al colloquio un volantino sul significato della lotta e del presidio. Questo se ci ha consentito di raccogliere e di comunicare notizie e informazioni, non è bastato a determinare una partecipazione dei familiari al presidio, tenuto conto anche che molti di loro vengono da ben fuori la Lombardia per i colloqui e che era difficile si spostassero un giorno in più per partecipare al presidio.

Il carcere di Voghera, dove non c’è la sezione femminile, tiene chiuse fra le sue mura circa 300 persone, la cui gran parte sottoposta all’elevato indice di vigilanza (EIV) e all’alta sicurezza (AS). Diverse decine di queste persone, oltre ad essere condannate all’ergastolo, hanno conosciuto la carcerazione del 41 bis; da anni attendono invano un trasferimento, una “declassificazione”. Questa è la funzione specifica di Voghera: tenere parcheggiati i prigionieri in una quotidianità “peggiore di quella del 41 bis” (come scrivono da dentro), per tentare di logorarne la spinta ribelle, l’odio e la presenza critica verso l’istituzione.
Nell’ultima settimana di novembre le sezioni EIV e AS avevano dato luogo a battiture e scioperi dei lavoranti in segno di protesta contro le angherie della direzione e delle guardie. Questo è stato confermato anche durante il presidio, quando i prigionieri hanno urlato a chiare lettere che lì “la direzione è tiranna” e altro ancora che non abbiamo captato a causa della distanza.
Durante il presidio ai prigionieri sono state comunicate le notizie sull’andamento dello sciopero e di altre forme di lotta nella mobilitazione contro l’ergastolo e il carcere in diverse carceri (Spoleto, Sollicciano, Opera, Vigevano dove lo sciopero è stato portato avanti per tre giorni dalle sezioni femminile, EIV e AS ma da quasi nessuno dei pochi ergastolani presenti). Sono state inoltre lette lettere dal carcere, in particolare quelle uscite dal femminile di Rebibbia e da un carcere spagnolo; è stato anche lanciato un messaggio in arabo al quale hanno immediatamente risposto da dentro. Infine è stato riportato un breve resoconto sulla recentissima vittoria degli operai Bennet (rete commerciale il cui centro di smistamento si trova a Origgio-Varese); lì i 150 operai, pur essendo originari di diversi paesi, dopo oltre 5 mesi di lotta sono riusciti a metter fine alle ruberie sui loro salari, sui ritmi di lavoro infernali e, soprattutto, a far rientrare un loro compagno delegato licenziato nei mesi scorsi.
Si può vincere anche oggi, anche nelle carceri, se si agisce con sensibilità unitaria, con distanza dalla corruzione istituzionale e con l’irrinunciabile determinazione, proprio come gli operai di Origgio.
Per tutta la durata del presidio inoltre la musica e le canzoni hanno fatto da padrone nel tentativo di rompere l’isolamento e scaldare l’animo sia dei prigionieri che dei compagni fuori.
Il presidio, durato tutto il pomeriggio si è sciolto verso sera dopo che i prigionieri ci avevano comunicato che avrebbero cominciato l’ora di socialità.

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