16/12/2008: Un passo avanti… Report dello sciopero generalizzato del 12 dicembre a Genova


Il tempo concede una tregua il giorno dello sciopero generale e noi ne approfittiamo per tornare in strada.
Tre cortei si congiungono e sfilano in un una mobilitazione “colorando” la sede della Confindustria, occupando la sopra-elevata dall’accesso da piazza Dante fino alla Foce e continuando fino alla stazione di Brignole, passando vicino ad un ufficio commerciale che funge da “rappresentanza” a Genova del governo greco, esponendo uno striscione in solidarietà con Alex.
Ancora una volta non sapevamo dove saremmo approdati, ma decisi a praticare l’obiettivo: bloccare la città.
I numeri sono più ridotti delle mobilitazioni precedenti, senz’altro una conseguenza della censura mediatica degli stessi organi di informazione che poco tempo fa riempivano pagine e servizi on line di reportage sul movimento, oltre ad un po’ di stanchezza fisiologica dopo più di due mesi di iniziative, e alla difficoltà di far emergere unitariamente una alternativa all’organizzazione sindacale confederale.
Dopo i bagni di folla precedenti bisogna riflettere su come continuare e darsi una prospettiva, questa volta eravamo in meno di quanto volessimo ma di più di quanto i becchini del movimento desideravano che fossimo.
Alcuni studenti a Balbi 4 entrano nonostante i picchetti, alcuni professori, un paio, offrono una palese dimostrazione della loro miseria umana di crumiri vocianti “spettacolarizzando” il loro dissenso con voci stridule, poi porta e cancello rimangono chiusi…
Sono state settimane comunque di volantinaggi e attacchinaggi di fronte ai posti di lavoro, nei centri commerciali, nelle stazioni, nelle università, nelle scuole, di incontri in cui una parte importante del sindacalismo più combattivo e aperto al movimento ha incontrato gli studenti, nel mentre tre università (scienze politiche, lettere e filosofia e scienze della formazione) continuavano le occupazioni, ed erano spesso gli studenti, ma sarebbe meglio dire studenti-lavoratori, che veicolavano agli operai la comunicazione dello sciopero del 12…
Insomma il precariato sociale s’è mosso e l’incontro con altre porzioni sociali che stanno pagando la crisi è solo questione di tempo, molto si deciderà sulla capacità di tenuta di chi ha deciso di sfilare dietro uno striscione unitario senza bandiere “sciopero generale: noi la crisi ve la creiamo”.
Tutte le anime del movimento si sono espresse confrontandosi passo passo anche nella manifestazione stessa.
Una parte del corteo composta dai centri sociali è partita da piazza Montano a Sampierdarena portando con sé alcuni giovani migranti sudamericani, chicos, e incontrando più avanti alcuni lavoratori portuali che si sono staccati dal corteo della CGIL, unendosi agli studenti medi partiti da Principe dell’UDS e del CAOS e quelli universitari da Balbi che sono confluiti in Corvetto con i lavoratori che hanno aderito alla sciopero di Conf.Cobas, CUB, SDL-intercategoriale e USI e agli esponenti di SOS scuola.
Da piazza Corvetto fino alla sede padronale abbellita con alcuni vivaci schizzi di vernice e poi verso De Ferrari e poi in piazza Dante, dove il dirigibile “rivolta” costruito dal movimento con bacchi di plastica e palloncini è stato abbandonato verso il suo destino cosmico con la missione di salutarci Laika.
Abbiamo visto persone guardare incuriosite e ascoltare gli interventi al microfono dell’amplificazione, in particolare alcuni lavoratori che provenivano dal comizio della CGIL, altri che lavoravano nei cantieri stradali fermarsi per un poco allo sfilare della manifestazione, altri guardare in direzione della sopra-elevata dove un corteo affiancava le scatolette di plastica e metallo del traffico intasato.
Ancora una volta la cooperazione dal basso ha dato i suoi frutti rendendo visibile una ipotesi alternativa di mobilitazione in cui studenti, precari, lavoratori “garantiti” si potessero riconoscere, un dato fondamentale rispetto alla crisi montante che vede sempre più precari lasciati a casa, sempre più lavoratori in cassa integrazione, sempre meno sbocchi occupazionali e con la CGIL che chiama ad uno sciopero di sole 4 ore!
La lotta continua…

da indymedia liguria

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