12/12/2008: Milano: LA REPRESSIONE NON DEVE FERMARE LE LOTTE
Il 2 dicembre la digos di Milano, ha notificato a un compagno del comitato antirazzista milanese, mentre usciva dal cantiere di lavoro con altri operai, un atto volto a colpire le persone discrezionalmente considerate “socialmente pericolose”.
Con esso si informa “l’avvio, nei suoi confronti, di un procedimento amministrativo volto all’irrogazione del provvedimento di rimpatrio con foglio di via obbligatorio (Art. 1 e 2 della legge 1423/56) dal Comune di Milano”.
Il provvedimento minacciato segue un’operazione compiuta non molto tempo fa sulle pagine del Corriere della Sera, quando si confermò con chiarezza quanto taluni "giornalisti" possano essere docili strumenti di veline della Questura.
Esso si rifà a una legge emanata dal ministro dell’interno degli anni ‘50, il democristiano Mario Scelba, (responsabile, tra l’altro, dell’uccisione di contadini, studenti ed operai in lotta), e fa parte di un ricco armamentario di procedimenti con cui lo stato tenta di intimidire ed isolare i singoli militanti per criminalizzare e meglio colpire interi collettivi e la loro iniziativa politica, e cercare di isolarla dal movimento di massa.
Nonostante una recente sentenza abbia dichiarato incostituzionale l'uso del foglio di via per motivi politici, la questura milanese, su evidente mandato di DeCorato e soci, non esita a tentare di eliminare ogni ostacolo si frapponga ai suoi obiettivi politici e speculativi.
Ne è prova il fatto che, nei giorni immediatamente successivi, altri/e compagni/e hanno ricevuto visite a domicilio della Digos per provvedimenti simili o per denunce legate allo svolgimento di manifestazioni antirazziste, in particolare davanti al CPT di via Corelli.
Il comitato antirazzista milanese, esprime solidarietà nei confronti del proprio compagno, e di tutti/e gli altri/e minacciati da provvedimenti repressivi, e rivendica come proprio quel suo agire da soggetto politico “socialmente pericoloso”: lottare pubblicamente e senza condizioni al fianco dei proletari, e in particolare delle/i immigrate/i contro lo sfruttamento, la discriminazione e le pulizie etniche pianificate dai padroni e dalle loro istituzioni.
La pratica poliziesca di identificare un ipotetico “capo” e concentrare su di lui la repressione per far arretrare un percorso collettivo non passerà.
Siamo certi che incontreremo la solidarietà attiva da parte di tutte le realtà politiche, sociali e sindacali con cui stiamo già collaborando attivamente nell'obiettivo di sviluppare e unire le lotte su percorsi comuni.
E confidiamo anche nella forza di un movimento di massa che sta ricominciando a muovere piccoli ma significativi passi in avanti; unica possibilità reale di fronteggiare davvero il loro terrorismo permanente e fare in modo che la paura cambi finalmente campo, colpendo finalmente quella minoranza di sfruttatori e assassini: la paura di perdere per sempre i propri privilegi, garantiti dal sangue versato quotidianamente da milioni di proletari.
Milano, 11 dicembre 2008
Comitato Antirazzista Milanese
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