27/11/2008: Lettera dal carcere di Opera (MI)


Con la presente vi giunge una grossa stretta di mano.
Sono …, la persona alla quale scriveste nel mese di luglio, esattamente il 17.
Chiaramente risposi alla vostra lettera nel mese di agosto, ma dopo tutto questo tempo è ovvio che essa non è mai giunta a destinazione.
Non è mia abitudine iniziare un confronto ed interromperlo senza dare una spiegazione ai miei interlocutori. Quindi, affinché voi non abbiate a pensare altro, riscrivo e continuerò a fralo sin quando non avrò avuto vostre notizie.
Ho riletto la vostra lettera per rischiararmi le idee, nella mia davo seguito al dialogo da me richiestovi [la posizione di Cuba nella storia e nella realtà contemporanea, ndr].
In essa avevo elencato una serie di aggressioni avvenute in questo istituto, facendo nomi e cognomi degli aggressori (le guardie) ed i giorni in cui esse accaddero…
In riferimento alla visione che avete del mondo in cui viviamo ho i miei punti di vista, ma per adesso desidero stabilire il contatto epistolare prima di parlare sui vari argomenti.
Ho letto i libri, sia la Banda Bonnot e quello su Cuba.
Vorrete informarmi di come sono andate le cose durante il presidio fatto davanti al carcere di Opera.
E’ possibile che subiate una verifica della corrispondenza in sede di arrivo, poiché tutto passa attraverso le poste italiane. Il mio è un dubbio, giacché il mal funzionamento di tale servizio è noto a tanti. A volte la posta finisce nell’inceneritore, almeno dai servizi mostrati da Striscia la Notizia.
Comunque nulla può escludersi, specialmente con questo tipo di spionaggio attivo ovunque.
Lasciamo aperta l’ipotesi dello smarrimento, non sarebbe la prima volta. (…)
Fra venti giorni, tempo nel quale ritengo ragionevole ricevere una vostra lettera, riscriverò e così sin quando il contato non sarà stabilito.
Un abbraccio…

Opera, 2/11/08

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