06/11/2008: Lettera agli studenti


Cari studenti, con l’irrompere, nelle scuole e nelle Università, nelle piazze e nelle strade, del vostro Movimento, non tardano a mostrarsi i primi effetti dell’azione di controllo sociale preventivo e repressivo dello stato.
Di fronte alla vostra (e nostra) mobilitazione, di fronte al vostro (e nostro) desiderio di vita, dopo la presenza spropositata di forze di polizia in assetto di guerra davanti all’Ufficio scolastico regionale il 17 ottobre, dopo le cariche della polizia in piazza Cadorna, dopo le “istruzioni dettagliate” di Berlusconi “su come intervenire attraverso le forze dell'ordine” e le minacce di Maroni contro le occupazioni, si moltiplicano gli episodi di intimidazione nei quartieri e davanti alle scuole: tra gli ultimi in ordine di tempo, quello alla metropolitana di S. Donato, dove un gruppo di studenti, insegnanti e genitori del Comitato Scuole di S. Giuliano M.se, è stato fatto oggetto di intimidazione da una pattuglia di militari e carabinieri, in occasione della manifestazione del 30; ma si tratta solo d’un esempio tra tanti: telefonate di carabinieri alle scuole per sapere se c’è bisogno di loro, controlli sui nomi degli scioperanti… etc.
Non bastavano i militari nelle strade, l’ossessiva presenza di telecamere che, contro ogni diritto, controllano ogni nostro istante di vita: le ‘guerre interne’, specchio fedele di quelle che portano la morte dei civili afgani o irakeni, quelle che uccidono Abba, che sgomberano i campi Rom, che fanno quotidiane retate di immigrati nei quartieri e sui mezzi di trasporto urbano, che incarcerano nei CPT-CIE, che impongono alla manodopera ‘straniera’ condizioni di vita schiavile, hanno, ancor più ora, di fronte al vostro (nostro) grido alla vita, la necessità di dare i loro oscuri segnali di prevenzione e repressione.
Vogliono dirci ‘come’ hanno intenzione di far pagare la crisi agli strati deboli della società, ‘come’ fare i tagli a scuole e Università, ‘come’ mantenere le loro “missioni di pace” all’estero, ‘come’ precarizzare le vostre/nostre vite.
Con voi e con tanti e tante altri/e, in queste belle giornate di lotta, abbiamo attraversato le strade di questa città, frequentato le scuole e le aule universitarie, dove gli incontri, i capannelli, le assemblee ci hanno fatto sperare, per la prima volta dopo tanto tempo, nella nascita d’una nuova linfa del conflitto sociale.
Per questo, a voi che avete posto sul tappeto della contesa la questione dello “spazio pubblico” dei luoghi della formazione, a voi chiediamo di rivendicare con noi, per tutti e tutte, d’ogni colore ed etnia, d’ogni cultura e provenienza, lo “spazio pubblico” della città.
Se ci rubano scuole e libera formazione,
se vogliono farci pagare i costi delle guerre e della crisi,
se vogliono imporci un modello di società razzista, militarizzata e da “grande fratello” (Orwell), riprendiamoci le città e iniziamo a dire: via i militari dalle nostre scuole e dalle nostre strade, via dalle guerre. Non vogliamo pagare i costi economici, politici e culturali delle vostre guerre interne ed esterne.
Contro le minacce di denunce e repressione del Movimento, contro tutte le intimidazioni,
diciamo insieme “Io non ho paura”. Prendiamoci ogni spazio pubblico e rivendichiamolo come nostro, di tutti e tutte, contro ogni logica di sua militarizzazione.
Incontriamoci e contaminiamoci con i soggetti più deboli e ricattati della nostra società, in un quartiere a forte presenza di immigrazione:
contro classi e quartieri ‘differenziali’,
contro ogni forma di razzismo dentro e fuori dalle scuole.

Appuntamento Sabato 8 novembre, ore 14
giardini di Via Padova angolo Via Arquà

Comitato Antirazzista Milanese

http://www.autprol.org/