22/10/2008: Napoli: "non pagheremo noi la vostra crisi!"


Oggi 21/10/2008 circa 5000 studenti, medi e universitari, che stanno caratterizzando quest’autunno napoletano in lotta contro la riforma Gelmini, hanno attraversato le vie del centro di Napoli.
Il corteo, non autorizzato dalla Questura, è partito da piazza del Gesù in direzione della sede napoletana di Confindustria, dove in un primo momento doveva tenersi una visita del premier Berlusconi oggi in città. Al divieto della questura di proseguire oltre piazza del Plebiscito, divieto a cui gli uomini di Via Medina addicevano motivi di sicurezza, gli studenti si sono diretti verso via Toledo.
Poco prima del Teatro San Carlo, il corteo ha svoltato improvvisamente verso Via Verdi per poi dirigersi di corsa verso Via Toledo seminando il cordone di polizia creando in questo modo un clima di ingovernabilità di questa giornata, riprendendosi così la “vetrina dello shopping” napoletano al grido di “Noi non pagheremo la vostra crisi”. Slogan che sta contraddistinguendo le mobilitazioni a livello nazionale.
La polizia ha dovuto faticare non poco per raggiungere gli studenti che hanno così attraversato Via Toledo , strada storicamente vietata ai cortei. Il corteo si é soffermato per diversi minuti fuori alle sedi centrali del Banco di Napoli / San Paolo Imi e della Bnl. Sulle vetrine degli istituti bancari sono apparse scritte “non pagheremo noi la vostra crisi”.
Il corteo è poi proseguito verso piazza del Gesù ricongiungendosi con gli studenti del liceo Genovesi che occupano la scuola da stamattina.
Il movimento studentesco dopo una assemblea in piazza del Gesù si è dato come prossimo appuntamento l’assemblea d’ateneo che si terrà domani 22/10 presso l’aula T1 di palazzo del mediterraneo in via Marina 59 (Università Orientale) dove verrà discusso il blocco dell’anno accademico nelle facoltà in agitazione, considerato dagli studenti e dai precari della ricerca l’unico strumento per bloccare la legge Gelmini e riprendersi il futuro di un intera generazione consegnata alle logiche della precarietà.

ASSEMBLEA STOP GELMINI

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