22/10/2008: Report della manifestazione di venerdì 17 ottobre a Genova


La paura ha cominciato a cambiare di campo… E non è che l’inizio!
Venerdì 17 novembre un corteo auto-organizzato promosso solo qualche giorno prima, ha sfilato per la città. Così nel giorno dello sciopero generale promosso da mesi dal sindacalismo di base, con due importanti manifestazioni a Roma e Milano, Genova ha visto sfilare un corteo di poco inferiore alle 10.000 persone per il centro cittadino. Pensare che erano partiti in nottata per la capitale ben 5 bus, mentre altri due la mattina presto si erano diretti nel capoluogo lombardo.
Dai due concentramenti, uno degli studenti delle medie superiori dietro lo striscione “studenti antifascisti genovesi” di Caricamento, l’altro degli studenti e dei lavoratori precari dell’università di via Balbi, unitisi in piazza dell’Annunziata è partito un nutrito corteo che si è a suo volta congiunto in De Ferrari con il presidio, composto prevalentemente da alunni, familiari e insegnanti delle scuole elementari, promosso da S.O.S scuola, con una visibile presenza degli insegnanti della Conf. Cobas e una nutrita presenza di alunni giovanissimi che “hanno preso” la testa del corteo.
Le foto apparse sui siti di alcuni quotidiani danno una idea parziale di quest’onda…
Da lì fino alla prefettura è stato un corpo unico in cui tra slogan, interventi e musica si è ribadito la totale contrarietà alla riforma Gelmini e Brunetta, alle classi ghetto per bambini immigrati, ad un governo che indirizza sempre più la “spesa pubblica” verso l’economia di guerra, le forze dell’ordine e a salvaguardia dell’oligarchia finanziaria-immobiliare.
Non sono state messe in discussione solo le linee guida della riforma della scuola ma l’idea di società che l’alimenta: una società segregazionista, con l’accesso alla formazione riservato alle classi più elevate, dove il lavoro è precario e il dissenso è bandito…
Una reale partecipazione attiva testimoniata dalla pluralità degli interventi che si sono succeduti al microfono dell’amplificazione (tra cui una alunna delle scuole elementari!), dagli slogan partiti direttamente dagli spezzoni del corteo, dalla volontà di riprendersi strade e piazza e lo spirito di cooperazione tra i vari promotori di queste mobilitazioni costituiscono il dato politico inequivocabile, alla luce, tra l’altro della totale assenza, in termini organizzati, dei partiti della sinistra ex-parlamentare e del sindacalismo confederale della scuola, nonché delle istituzioni
cittadine.
Dalla prefettura, in cui si è conclusa questa manifestazione unitaria con un intervento di un insegnante e uno di uno studente universitario, è continuato il corteo verso Balbi per l’assemblea degli studenti universitari che si sarebbe dovuta tenere all’interno dell’ateneo, ma che si è deciso di tenere, vista la presenza massiccia, in strada in via Balbi, ma neanche in via Balbi c’era posto per tutti, così che si è deciso di occupare l’intera piazza antistante alla stazione per tenere l’assemblea!
Il tutto con la stessa naturalezza con cui si era deciso di cambiare il tragitto del corteo per congiungersi a De Ferrari al presidio di S.O.S. Scuola, con la stessa condivisione nella volontà di dirigersi insieme sotto la Prefettura e di urlare, uno slogan, che fino a qualche settimana fa sarebbe risultato un poco retorico: se non cambierà, lotta dura sarà…
Lì è emersa la volontà di continuare la mobilitazioni organizzandosi per singolo ateneo e coordinandosi tra vari poli, di consolidare il rapporto con il coordinamento di base S.O.S. scuola, di allargare i temi di riflessione delle mobilitazioni a ciò che investe il resto della città, per fare diventare l’università un luogo aperto, fucina di un sapere critico e non auto-referenziale.
Inoltre sono state ribadite le iniziative di boicottaggio nei confronti del “festival della scienza” che verrà inaugurato giovedì 23 ottobre e dell’annunciata presenza della Gelmini il 12 novembre.
Nel pomeriggio si è tenuta nell’aula M dell’università in Balbi 4 una assemblea che “a mente fredda” ha ribadito e approfondito le istanze emerse in precedenza, rendendo tangibile la sensazione che questo non è che l’inizio…

Indymedia Liguria

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