05/10/2008: MONTEVERDI DIMETTITI!


La giunta comunale di Parma e l’assessore alla sicurezza Monteverdi sono i principali responsabili dell’aggressione razzista ai danni di Emmanuel compiuta lunedì sera da un gruppo di picchiatori appartenenti al corpo dei vigili urbani.
I sei agenti scelti – uno è coinvolto in un processo per rissa e violenze – fanno parte di una squadra più ampia che da qualche anno si è resa protagonista nelle strade di Parma di pestaggi, inseguimenti a venditori ambulanti, azioni di polizia di proporzioni smisurate nei confronti di giovani, immigrati, tossicodipendenti. Sono gli esecutori materiali di un progetto politico iniziato dall’ ex sindaco Ubaldi che ha nominato nel 2004 il poliziotto Ugo Terracciano come comandante dei vigili urbani di Parma.
La prima manifestazione di questa politica risale a fine gennaio 2005, quando i vigili urbani protagonisti di uno sgombero di 40 immigrati, la maggior parte richiedenti asilo politico o in possesso di un permesso umanitario, sgombero che si svolge con modalità brutali e in violazione di diverse leggi e disposizioni in materia. Da allora inseguimenti ed episodi di violenza da parte dei vigili sono diventati una realtà ordinaria.
L’attuale sindaco Vignali e l’assessore Monteverdi hanno continuato e ampliato tale progetto: dal primo ottobre 2008 il comando dei vigili urbani è stato affidato al tenente Jacobazzi, un carabiniere fino ad oggi comandante dei NAS di Parma. Le modalità operative di questa squadra speciale di vigili urbani non sono quindi casuali ed imputabili ai singoli agenti, ma rispecchiano un progetto ben definito. Questo progetto si inserisce in un contesto nazionale più ampio che vede Parma come luogo di sperimentazione delle nuove politiche securitarie: politiche non nuove, ma che oggi vengono rafforzate sia dalle amministrazioni locali che dal governo. Ne sono un esempio il decreto Maroni sulla sicurezza e la famigerata “Carta di Parma”, che vede coinvolti sindaci di centro-destra e centro-sinistra uniti nella logica della repressione dei piccoli crimini. Questo accade, utilizzando i soldi dei cittadini, in una città oggetto dei più gravi scandali finanziari italiani, dove un imprenditore cocainomane ha cercato di scappare con la famiglia e le valige piene di soldi. Accade mentre si sta celebrando il processo a Callisto Tanzi, responsabile di una truffa che ha tolto dalle tasche dei pensionati e dei lavoratori miliardi di euro.
Quello che colpisce nell’aggressione a Emmanuel è che questa volta la violenza razzista non è figlia del degrado sociale, della deriva di gruppi dichiaratamente neofascisti, del razzismo di quartiere, ma è commessa dalle istituzioni. Dopo le misure xenofobe attuate dal governo contro i ROM, con l’episodio di Parma politici e forze dell’ordine si rendono responsabili di azioni apertamente razziste.

Che fare?
Chiedersi, come fanno in molti, se Parma sia una città razzista è una domanda mal posta: a Parma, come in tutto il resto di Italia, gli episodi di razzismo sono all’ordine del giorno e poco importa che non tutti in città siano razzisti, ci mancherebbe altro. Storici e sociologi ci insegnano che quando c’è crisi economica, quando la gente diventa povera, cresce il senso di insicurezza e il bisogno di risposte ai propri problemi. In queste condizioni cresce il razzismo, che non è patrimonio genetico dell’essere umano ma è indotto e prodotto da una propaganda martellante.
Una propaganda politica che contribuisce a identificare un nemico comune, lo straniero da combattere, costruendo il capro espiatorio che permette al potere di convogliare rabbia e dissenso per distogliere l’attenzione dei cittadini dalle vere cause del loro malessere. Occorre quindi prendersi gli spazi per esprimere e comunicare il proprio dissenso, sfuggire alla logica dei sondaggi che schiacciano e creano “l’opinone pubblica”, scendere nelle strade e nelle piazze per urlare che i veri nemici sono al governo dello stato e delle nostre città e non sono gli immigrati che lavorano al nostro fianco.

Parma, 4 ottobre 2008
Comitato Antirazzista

http://www.autprol.org/