01/10/2008: FERMIAMO LA VIOLENZA FASCISTA. SUBITO



Sabato notte, a Rovereto, un gruppo di fascisti ha prima insultato e minacciato, poi picchiato un ragazzo semplicemente perché di sinistra.
I fascisti – tra cui un candidato e un responsabile di Fiamma Tricolore – avevano partecipato, il pomeriggio, al corteo del “popolo delle libertà” “contro la corruzione” e per le dimissioni del presidente della Provincia Dellai.
L’episodio è estremamente grave. Nell’esprimere la nostra solidarietà al ragazzo picchiato, vogliamo sottolineare che simili aggressioni potrebbero colpire, se non fermate con fermezza, chiunque abbia anche solo un aspetto alternativo, come purtroppo sta accadendo in varie parti d’Italia. Le aggressioni squadriste sono ormai settimanali. La cronaca è uno stillicidio di pestaggi, accoltellamenti, attacchi incendiari, fino all’omicidio di un ragazzo a Verona. Il bombardamento mediatico sull’“allarme sicurezza” e le leggi apertamente razziste sono un terreno estremamente favorevole per la violenza fascista. Quest’ultima viene giustificata non solo da una rete di alleanze istituzionali (la Fiamma Tricolore in Trentino, ad esempio, è nella coalizione che sostiene il leghista Divina), ma riflette un clima che tutti i partiti – dal centrodestra al centrosinistra – hanno contribuito a creare (lager per immigrati, pacchetti sicurezza, bombardamenti umanitari, ecc.).
Non vale neanche la pena, ormai, criticare l’antifascismo istituzionale e democratico: è semplicemente scomparso.
Abbiamo sonoramente contestato, sabato pomeriggio, il corteo della destra. Il senso della nostra opposizione in piazza era ben riassunto dallo striscione “Né Dellai Né Divina. Il potere corrompe sempre”. Lo scandalo emerso in seguito alla recente inchiesta giudiziaria sugli appalti truccati nasconde il fatto inconfessabile che la corruzione è la normalità del capitalismo (e che non sarà certo la magistratura a risolvere il problema). Quella di sabato ci sembrava un’importante occasione non soltanto per calare le nostre idee antielettorali nel contesto dei progetti di potere locali, ma anche per non lasciare alla destra la possibilità di cavalcare il malcontento in chiave reazionaria. Ovviamente eravamo in piazza anche per non lasciare sgombro il campo ai fascisti di Fiamma Tricolore, ma ridurre il nostro discorso all’antifascismo sarebbe stato un errore. Ci ha piacevolmente sorpreso la risposta della città. Non solo il corteo dei razzisti era sparuto e osservato con indifferenza, ma i nostri interventi al megafono hanno raccolto attenzione e simpatia, con diverse persone – tra cui alcuni immigrati – che si sono unite a noi. In piazza abbiamo ribadito più volte che le parate di Fugatti, De Eccher e camerati sono la giustificazione diurna delle violenze notturne. Purtroppo la conferma è giunta la sera stessa.
Di fronte al pericolo che anche in Trentino i fascisti comincino ad organizzarsi, si può forse affermare – come nel comunicato del centro sociale Bruno – che l’unica risposta efficace è “un’offensiva culturale”? Non saremo certo noi a negare l’importanza dell’approfondimento culturale (dipende quale, ovviamente). Ma di fronte a quello che sta accadendo in tutta Italia, non basta di certo. Primo Levi lo abbiamo letto tutti a scuola. Eppure i campi di concentramento esistono ancora.
Alla violenza squadrista bisogna opporre anche la violenza autorganizzata. Prima che sia troppo tardi.
L’indicazione dell’autodifesa ci sembra una base minima quanto necessaria.

anarchici roveretani


http://www.autprol.org/