24/09/2008: Milano, 20 settembre: una giornata di lotta autorganizzata contro il razzismo


La cronaca in breve
Sabato a Milano diverse migliaia di persone hanno sfilato per le vie del centro, in ricordo di Abba e contro il razzismo, partendo da P.ta Venezia.
Un folto gruppo di giovani, (proletari/e, immigrati/e, giovani "di seconda generazione", provenienti da tutte le parti del mondo e che insieme ad Abba si incontravano in S.Babila da anni per suonare e ballare) si sono invece dati un appuntamento separato, per poi andare incontro alla manifestazione.
Primo colpo di scena: all´altezza di Corso Venezia, giunti di fronte al corteo, iniziano dei sit-in e con comizi e slogan continui decidono di contenderne la testa costringendo il servizio d´ordine del corteo, guidato da militanti del PRC, a fare i salti mortali per riprendersela e riportare la manifestazione dentro i binari prestabiliti.
Ma giunti a S.Babila nuovo colpo di scena: spazientiti dallo scavalcamento dei "politici bianchi", e sfruttando il presidio del comitato antirazzista, la testa del corteo si blocca e, dopo aver radunato altri 300 manifestanti, si dirige verso il Duomo deviando dal percorso prestabilito.
Raggiunta piazza Duomo, di fronte a un nuovo tentativo di scavalcamento e di controllo da parte degli apparati, nuovo e definitivo colpo di scena: il corteo spontaneo decide di recarsi in via Zuretti, dove Abba è stato ucciso. A questo punto la polizia cerca di costituire un cordone per contenere il corteo non autorizzato, ma questo diventa un segnale per i manifestanti che, al grido di "Abba vive e lotta insieme a noi", "basta razzismo" e "Giustizia!", travolgono il cordone della polizia e cominciano a correre verso la meta, distante quasi 5 km da piazza Duomo.
Poliziotti, giornalisti e militanti della sinistra istituzionale, rincorrono la testa del corteo ansimando, ma ogni qualvolta riescono a ricostruire un argine, grazie soprattutto a pattuglie che affluiscono con mezzi mobili, il corteo rompe nuovamente il cordone e riparte, sempre di corsa e gridando slogan.
La scena si ripeterà più volte fino in via Zuretti dove un imponente schieramento di forze dell´ordine impedisce ai manifestanti, diventati ormai 600, l´accesso al bar del linciaggio di Abba. Solo a quel punto, gli organizzatori della manifestazione, insieme alla Digos, riuscivano a riportare la calma e a ottenere una sorta di momentanea pacificazione della piazza, (contestata da buona parte di coloro che avevano imposto con l´azione diretta l´arrivo in via Zuretti), che ha segnato la conclusione della giornata, ben lontana dal previsto comizio di chi aveva convocato l´iniziativa.

Alcuni elementi di bilancio politico
E´ quasi superfluo sottolineare che il dato politicamente più significativo della giornata sia stato l´irrompere prepotente della rabbia e della determinazione di una parte consistente degli/delle immigrati/e in piazza, capaci anche di comprendere le manovre di pacificazione degli apparati e muoversi di conseguenza. La scelta iniziale di un concentramento si è poi trasformata in volontà di prenderne la testa, imporre ritmi, contenuti e percorso, fuori da ogni logica di controllo dall´alto.
Con la loro autorganizzazione hanno messo in campo un nuovo e incontrollabile soggetto politico che mette paura all´intera classe dirigente. Ne è una chiara dimostrazione la copertura mediatica della manifestazione, tesa quasi unanimemente a occultare questo protagonismo, criminalizzandone l´azione o cercando di spiegarla attraverso la presenza di oscuri "mandanti".
Come Comitato Antirazzista avevamo scelto di non aderire ufficialmente alla manifestazione, ma di parteciparvi chiamando ad un concentramento indipendente, proprio per cercare di essere strumento e punto di riferimento per il settore che, nella settimana che ha preceduto la manifestazione, era emerso come l'unico in grado di imprimere alla manifestazione il necessario senso di lotta. Un settore di giovani proletari/e, immigrati/e, giovani "di seconda generazione", che ha preso l'iniziativa, indirizzato costantemente la presenza, più che altro la nostra corsa, all´interno della manifestazione, dato un segnale di autodeterminazione e di rottura con la politica di palazzo e indicato anche il percorso da seguire per le lotte future.

Milano 22/09/08
Comitato antirazzista milanese

di seguito il volantino distribuito sabato

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Linciaggio razzista a Milano
Guardiamo in faccia i mandanti!

Si può morire anche così: presi a sprangate da due cittadini italiani che ti accusano di aver rubato dei biscotti, e poi ti fanno fuori urlandoti "sporco negro", "vi ammazziamo tutti". E "Abba" è morto proprio così, dopo essere stato rincorso e preso a sprangate.
E´ questo l´incubo in cui si risveglia la città di Milano, dopo i mesi estivi trascorsi dalla classe politica del paese e della città a pensare quali nuove norme quotidiane inventare per far scattare l´allarme sociale e imporlo con i colpi di spranga legali del "pacchetto sicurezza".
L´intera classe politica italiana, di destra e di sinistra, al servizio di padroni e padroncini, ha dichiarato guerra a donne e uomini immigrati: una guerra che, sull´onda lunga delle "emergenze", introduce il reato di "clandestinità", rende impossibile la vita per gli/le immigrati/e privi/e di permesso di soggiorno, dispiega l´esercito nelle zone a più alto tasso di immigrazione, impone schedature e impronte digitali ai minori rom, pene detentive e ammende per la prostituzione, telecamere ovunque, rastrellamenti sui mezzi pubblici, ronde più o meno private, poteri speciali a sindaci e prefetti, verso una totale disciplina dei comportamenti (vietato mangiare per strada, sedersi sulle panchine dopo il tramonto, baciarsi in macchina...) che toccano tutti.

Un vero e proprio dispositivo di guerra, che militarizza il territorio e colpisce la parte più precaria e ricattabile della popolazione, consegnandola al sistema delle imprese, per essere utilizzata, suo malgrado, per abbassare il costo generale del lavoro di tutti. Un dispositivo sostenuto apertamente da quasi tutti i mass-media, che cercano di occultare gli/le immigrati/e morti/e sui posti di lavoro, le prostitute immigrate uccise o stuprate sulle strade, le condizioni di vita disumane in cui sono costretti a vivere i bambini a cui si prendono le impronte digitali, le condizioni di schiavitù lavorativa di molti immigrati e immigrate, i centri di detenzione pieni di migranti sequestrati direttamente sui posti di lavoro.

Il feroce assassinio di Abdul oltre che un omicidio dichiaratamente razzista è anche l´inevitabile risultato di tutto ciò: è per questo che due cittadini italiani, padre e figlio, esprimendo la loro complicità con questo stato di guerra, danno un loro personale contributo alla sicurezza del paese.

Respingiamo quindi le lacrime di coccodrillo del vicesindaco De Corato e dei suoi compari di governo che consideriamo anzi i veri istigatori dell´omicidio. Al tempo stesso prendiamo fermamente le distanze da coloro che ieri, appoggiando il governo Prodi (costruzione di nuovi CPT, pacchetto sicurezza, ecc), hanno preparato il terreno alle destre e oggi, strumentalizzando la morte di Abba, dichiarano una guerra di facciata a quel razzismo che essi stessi hanno contribuito a diffondere. Crediamo invece che l´organizzazione dal basso delle lotte contro l´ordine della repressione e dello sfruttamento sia, ancora una volta oggi, il terreno su cui costruire l´unità di tutte le sfruttate e gli sfruttati.

Contro il razzismo di stato che produce mostri
Sabato 20 settembre, alle ore 14,
Appuntamento in piazza San Babila, a fianco degli amici di Abba

Comitato Antirazzista Milanese
info@antirazzistimilano.org

info@antirazzistimilano.org

http://www.autprol.org/